Ma Maison n’est pas grande
Per l’evento, è stato chiesto ai 16 artisti invitati (8 scrittori e 8 artisti visivi che lavoreranno in coppia) di concepire il progetto espositivo in connubio creativo, aprendosi affinché il testo e l’opera visiva (performance, video, installazione, foto ecc) si influenzassero e penetrassero fino a diventare un’opera unica.
Comunicato stampa
Anna Rita Chiocca con Marcello Scalas_Silvia Dorascenzi con Gianfranco Mura
Ivo Serafino Fenu con Pietro Sedda_Savina Dolores Massa con Tonino Mattu
Alda Merini con Giusy Calia_Gianni Nieddu con Roberta Filippelli
Chiara Schirru con Michele Mereu_Alessandra Pigliaru con Antonella Spanu
MA MAISON N’EST PAS GRANDE
Spazio Askosarte_Solarussa
27 maggio_10 giugno 2012
opening ore 19,00
batticuore, strappacuore, struggicuore, malincuore, buoncuore, chiavacuore, contracuore, giustacuore, paracuore, tremacuore, telecuore, crepacuore, attacco di cuore, a malincuore, amico del cuore, a cuor leggero, a forma di cuore, affari di cuore, amami con tutto il cuore, il cuore, al cuor non si comanda, Bum Bum Bum battito del tuo cuore, cuore artificiale, cuore trafitto, cuore infranto, cuore spezzato, cuore solitario, cuore rossoblu, cuor di leone, cuore di pietra, cuore di ghiaccio, cuore d’oro, Bum Bum Bum cuore di mamma, cuor di coniglio, cuore indomito, con tutto il cuore, col cuore in gola, con il cuore in mano, con l’affanno nel cuore, cuori di carciofini, cuore a cuore, debole di cuore, di buon cuore, di cuore tenero, dal profondo del cuore, 2 cuori e una capanna, donna di cuori, dama di cuori, fitta al cuore, intervento a cuore aperto, in cuor mio, i santissimi cuori di Maria e di Gesù, lontano dagli occhi lontano dal cuore, murmuri del cuore, mi si stringe il cuore, mi si allarga il cuore, mi metto il cuore in pace, mi fai battere il cuore, mi stai a cuore,nel cuore dell’inverno, nel cuore della notte, nel cuore della città, soffio al cuore, sacro cuore, senza cuore, scaldi il cuore, posta del cuore, puro di cuore, prendere a cuore, ridere di cuore, re di cuori, regina di cuori, rubacuori, strage di cuori, ti stringo al cuore, tocchi le corde del mio cuore, ti apro il mio cuore, un tuffo al cuore, voglio un posto nel tuo cuore
"What I carry in my heart brings us so close or so far apart. Only love can make love".
(That Voice_Peter Gabriel)
In molte forme di religiosità riveste particolare valore e fondamento la cultura del cuore, considerato nella sua sostanza, “il luogo” della conoscenza assoluta ed il centro dell'essere umano.
Per i sufi il corpo umano è il «tempio» di Dio, e nella «nicchia» del suo cuore, brilla la «lampada», cioè la sua luce, cioè il suo ricordo.
Per recuperarne memoria però, colui che cerca Dio, deve aspirare alla purezza del suo cuore, intesa, in primis, come depurazione dagli attributi dell’io e dall’ansia provocata dal peso delle preoccupazioni mondane e dagli insulsi discorsi.
Come scrive Jalàlo'd-Din Rumi (1207-1273), mistico e poeta fondatore dell'ordine dei dervisci danzatori, per contemplare la propria essenza e trovare tutte le scienze dei profeti, senza libri, senza professori, senza maestri, è sufficiente guardare un cuore bianco come la neve.
Il cuore è la via che unisce l'uomo a Dio anche per chi segue la parola di Gesù, che nel sermone sulla montagna – secondo il Vangelo di Matteo – afferma, beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Per vedere Dio dunque, non è necessario essere belli, ricchi o potenti, basta avere un cuore semplice, unico vero centro dell’uomo a cui Dio si rivolge, che diventa nella sua forma più pura, punto di raccordo tra cielo e terra, tra spirito e corpo, tra umano e divino.
Questo spiegherebbe il perché quest’organo, dotato di memoria, fonte della pienezza, della coscienza e di tutti i pensieri dell’io, sede dello spirito e del ricordo di Dio, debba essere considerato anche il nucleo dell’amore.
Anzi, proprio perché contiene l'amore, diventa sede naturale dello spirito che non potrebbe sopravvivere, né tanto meno essere eterno, in un cuore che ne fosse privo.
In un simile scenario, dunque, il senso del nostro vivere diventa un viaggio di ritorno al solo luogo che possiamo chiamare “casa”: il cuore spirituale.
Anche gli antichi Egizi sembra fossero convinti che il cuore fosse la casa dell’anima; alla loro morte essi dovevano presentarsi dinanzi al Dio Anubi, che solo dopo averne pesato il cuore, ne decideva la sorte.
Il peso del nostro cuore parrebbe pertanto determinante per la salvezza spirituale, ma anche qui, vivi sulla terra, il tipo di "carico" appare importante, se è vero, come afferma Peter Gabriel in in That Voice, che è ciò che portiamo nel nostro cuore a renderci con gli altri, così intimi, o al contrario così distanti.
E un carico d’amore è il solo che possa generare altro amore.
Chiara Schirru