Machine Wreckers: 20 acts in a day

Informazioni Evento

Il progetto è concepito come una grande macchina scenica: attraverso un approccio interdisciplinare presenta video, sound, performance, e installazioni time-based, che esplorano il rapporto tra corpi, macchine e paesaggi residuali.

Comunicato stampa

Il titolo Machine Wreckers: 20 acts in a day fa riferimento ai movimenti di sabotaggio
delle macchine durante la prima industrializzazione. Queste azioni si opponevano
alla trasformazione del lavoro, delle città e persino della percezione del tempo,
manifestandosi in aree marginalizzate e vulnerabili alla devastazione ambientale.
Il progetto è concepito come una grande macchina scenica: attraverso un approccio
interdisciplinare presenta video, sound, performance, e installazioni time-based, che
esplorano il rapporto tra corpi, macchine e paesaggi residuali, interrogando le tracce
materiali dell’industrializzazione e le forme nate in aree decentralizzate. Attraverso una
line-up si susseguiranno 20 acts in a day, che hanno la caratteristica di attivarsi a intervalli
irregolari, sincronicamente o con ritmi indipendenti l’uno all’altro.
Machine Wreckers ha la peculiarità di smontare continuamente sé stessa, assumendo
forme sempre diverse. Il suo intento è quello di esplorare una drammaturgia espositiva
attraverso la gestione dei tempi, delle narrazioni, dei processi, dello spazio e della
co-presenza del pubblico, così come dei ruoli che si attivano. Allo stesso tempo, però, le
strutture di riferimento su cui si basa risultano completamente ribaltate.
Ammesso allora che il teatro sia il luogo della contraddizione, e se è vero che questo
progetto cerca incessantemente di avvicinarsi alle sue logiche, bisogna chiedersi a
questo punto quali sono le contraddizioni che questa mostra vuole rivelare o mettere
in questione. Non è un caso che siano il teatro Agit-Prop, tanto quanto la semiotica
del sabotaggio, intesi come dispositivi di trasformazione sociale, ad ispirare il titolo del
progetto sia nella sua drammaturgia che nell’attitudine, ma anche tramite i mezzi scenici.
Machine Wreckers: 20 acts in a day prevede un ingresso posto “dietro le quinte” della
grande struttura metallica centrale che compone lo schermo della mostra, una selezione
di video e performance sonore, e installazioni intese come ingranaggi di questa macchina
scenica.
Immagini di luoghi decentralizzati, nascosti, o difficilmente raggiungibili come prigioni
di massima sicurezza; apparizioni di memorie animali, l’arrivo di un circo di insetti, teatri
in cantiere; propagande commerciali hackerate, discariche sonore, sottoculture punk e
marce funebri neomelodiche; discorsi falliti, poesie elettroniche e pratiche coreografiche
notturne. Sono solo alcune delle spie indiziarie presenti all’interno del progetto. Credere
che la questione della rappresentazione sia oggi irrileggibile, o irrilevante, vuol dire
credere che i veri cambiamenti di gruppi e individui non siano influenzati dal tipo di
immagini che circolano in una data società.

A cura di Arnold Braho, Benedetta Monteleone, Alessandro Quarta
Exhibition design Davide Di Liberto
Graphic design Rachele Stagni
Djset llallleo
Con la partecipazione di Edoardo Caimi, Emanuele Caprioli, Ornella Cardillo, Simone Carraro, Thiago Dezan,
Giuseppe Di Liberto (con Felix Unseld, Giacomo Palmarin e Isabel Fischer),
Benedetta Fioravanti, Pina Danila Gambettola, Infinite, Elom 20ce, Musquiqui Chihying,
Gregor Kasper, Gabriele Longega, Luca Marcelli Pitzalis, Zazzaro Otto, Pierpaolo Ovarini,
Valentina Parati, rareș, Beatrice Mika Sakaki, Umberto Santoro, Vinicius Jayme Vallorani,
VEGA (Francesca Pionati, Tommaso Arnaldi), Vipera, Sebastiano Zafonte