Mad Donna 2012
Quest’anno all’interno di MAD Donna i percorsi espressivi dell’arte si riuniscono tutti insieme e le artiste performano dalla pittura alla scultura, dalla fotografia al video, dalla body-art ai cortometraggi.
Comunicato stampa
Quest’anno all’interno di MAD Donna i percorsi espressivi dell’arte si riuniscono tutti insieme e le artiste performano dalla pittura alla scultura, dalla fotografia al video, dalla body-art ai cortometraggi. Le artiste coinvolte vengono da tutta Italia e portano con loro un bagaglio di esperienze maturato anche attraverso le numerose esposizioni realizzate con la rassegna MAD nelle varie forme esperite in spazi privati quali quelli del MADame 2010 - all’interno di un eclettico ristorante/enoteca - foTEmuSA 2010 al Consorzio Agrario di B.go Sabotino e il Lillabox 2011/12 - nel monocromatico spazio del Jolly un caffè/winebar del centro storico di Latina. Queste mostre al femminile hanno trovato l’apice anche in spazi istituzionali quali la Raccolta Manzù di Ardea e il Procoio di Borgo Sabotino all’Antiquarium nel 2011. L’evento è tradizionalmente accompagnato da degustazione quest’anno curata da PARTESA.
“Fare arte per una donna vuol dire aspettare la quiete, regalare al proprio animo un tempo esclusivo, uno stato di calma esaltante, un esilio senza scadenze, senza rumori. Una donna che fa arte ha un mondo di parole dette in silenzio, parole dirette, senza filtri, parole di madre e di figlia, colorate e brillanti, spesso malinconiche ma sempre perdutamente vere. Parole di un linguaggio privato, difficilmente decifrabile, vergognosamente pudico e candidamente lussureggiante. È un momento, un istante veloce, un movimento perpetuo, uno specchio che riflette un continuo percorso di emulazione spirituale con la natura, un diario elegante e raffinato, ma anche un nostalgico rimando a ricordi sbiaditi, un urlo, una confessione irripetibile, razionale come le linee del tempo e irrefrenabile come una ripida curva. Latavolozza cromatica delle nostre donne, sia essa pittorica sia fotografica, ha il rosso del tramonto, il nero dell’ignoto, i pastelli puri dei sogni di un bambino e la luce aranciata di una giornata di sole, i blu e gli azzurri di una distesa d’acqua.
Tanti nomi di donna, tante presenze meravigliosamente diverse tra di loro, riunite in una festa che rende omaggio all’essenzialità muliebre, per dar vita a qualcosa di magicamente creativo, tante vite artistiche che dialogano insieme sul proprio vissuto, come valigie aperte al ritorno da un viaggio, come pagine di un libro tutto al femminile.
Ma soprattutto istantanee di una dimensione da vivere senza trucchi, senza tacchi alti, senza maschere, dove conta solo l’essere, tralasciando un semi- doveroso apparire, l’Arte innanzitutto e non l’artificio.” Francesca Piovan