MAD Lillabox – AnnaLaura Patanè
Le sue opere propongono una visione del mondo, eterna e suggestiva, dapprima con un attento studio sui fossili, per poi passare a temi più attuali, con opere con figure o volti che sono visione di un mondo costantemente minacciato e sospeso nell’irrequietezza, dove l’uomo disconosce sempre con maggior frequenza le sue origini.
Comunicato stampa
Venerdì 6 aprile avrà inizio il quarto appuntamento di MAD Lillabox, la rassegna che promuove l’arte al femminile a cura di MAD di Fabio D’Achille. L’artista che esporrà nel raccolto Jolly Bar di Latina è AnnaLaura Patanè. Pittrice e scultrice, allieva della bottega del Maestro Alberto Serarcangeli, dal quale eredita la passione per il mondo dell’immagine e per i complementi d’arredo. Le sue opere propongono una visione del mondo, eterna e suggestiva, dapprima con un attento studio sui fossili, per poi passare a temi più attuali, con opere con figure o volti che sono visione di un mondo costantemente minacciato e sospeso nell’irrequietezza, dove l’uomo disconosce sempre con maggior frequenza le sue origini. Partecipa a importanti rassegne d’arte contemporanea in diverse città italiane, tra le sue ultime esposizioni si segnala la mostra presso la Pizzeria/Ristorantino “Già Sai Hakuna Matata”, la partecipazione all’edizione 2011/2012 della collettiva ArtiGiàNATALE e alla collettiva MAD Donna nel Museo Emilio Greco di Sabaudia, tutte a cura di MAD Rassegna d’Arte Contemporanea. Le superfici su cui interviene sono inizialmente legno e pannelli, sui quali stende pesanti strati di gesso, che infine incide e dipinge con l’olio e ricopre con foglia d’oro e d’argento, per poi passare a tele e canape, con l’applicazione di elementi naturali che arricchiscono e stupiscono, donando alle sue opere poesia pronta a colpirci, creando stati d’animo imprevedibili, ma mai malinconici.
Durante il vernissage ci sarà l’intervento critico di Francesca Piovan, critica e storica dell’arte, che così interpreta la poetica dell’artista:
“Anna Laura ha la presenza leggera ed impalpabile di un petalo, è minuta, sottile, raccolta nel suo fascino dal sapore oltralpe, eppure…eppure le sue opere e la sua Arte hanno una straripante, possente fisicità.
E’ questa una delle ammalianti caratteristiche della signora Arte, il suo scaturire spesso, ma non sempre, da una particolare levità delle mani di chi la crea.
Le opere di Anna Laura non prediligono uno sguardo d’insieme, non le si può racchiudere in un’unica valutazione, al contrario, ci si deve obbligatoriamente soffermare su ogni particolare, catturare ogni variante e variabile campo di colore freddo e brillante, indugiare sulla perfezione stilistica delle piccole anime volatili che si affacciano impertinenti, osservare la minuziosità del dato naturalistico che impreziosisce vezzosamente le tele, contemplare le fattezze morbide dei corpi, i lineamenti dei volti, tenui e candidi come le garze che li ospita. Per arrivare all’apice, ovvero a quel gioco di vedo-non vedo, quel gioco di trasparenze mutabili al sole e al buio, all’immobilità e ad un soffio di vento, quelle garze, quei fitti ma sottili veli che non celano, anzi invitano alla scoperta della realtà sottostante: bandiere senza età e senza patria, senza imposta appartenenza, proclami materici senza padroni e sudditi, senza coercitive adesioni, senza falsi dei.
Quelle bandiere sospese, quasi irraggiungibili e mai statiche, manovrabili solo dal vento e libere da imposizioni permanenti. Quelle bandiere che sono il credo di Anna Laura, personali visioni di frammenti storici, l’ideologia morale di una giovane donna, urlati al mondo.
E dalla levità di queste mani prende vita un’Arte bella per gli occhi ma magnifica per l’intelletto”.