MAD on Paper – Aldamaria Gnaccarini
Mostra antologica dell’artista, composta da ventitré opere di pittura su carta.
Comunicato stampa
Con la mostra Superfici Sensibili di Aldamaria Gnaccarini per la rassegna Mad on Paper, a cura di Fabio D’Achille, l’isola culturale del Museo d’Arte Diffusa continua a rendere l’Arte Contemporanea accessibile a tutti, attraverso la trasformazione del nostro territorio in una Galleria itinerante dove artisti più o meno emergenti dialogano con un pubblico sempre più vasto e diversificato.
Da domenica 9 novembre alle 18,30, presso La Feltrinelli di Latina, i fruitori potranno visitare l’antologica dell’artista, composta da ventitré opere di pittura su carta.
Aldamaria Gnaccarini, nata a Cassino nel 1954, si trasferisce prima a Viareggio e poi a Latina, dove vive da quarant’anni e dove ha frequentato il Liceo Artistico Sperimentale con professori/artisti di notevole spessore, come Claudio Cintoli, Lorenzo Gallo e Romano Rizzato Lotto. Scopriamo che Aldamaria aveva già timidamente cercato un’espressione artistica molti anni fa… tra l’altro ha l’arte nel DNA perchè parente dell’immenso Giorgio Morandi. All’inizio degli anni ‘70, infatti, ha partecipato a una collettiva con gli artisti Maurizio Berti, Michela Manzolli, Pietro Piccoli e Marcello Trabucco. Dal 2011 ha iniziato un’intensa collaborazione con il Museo d’Arte Diffusa (tra le varie esposizioni ricordiamo OdisSea 2013; le ultime due edizioni di MAD Donna; ALT a Palazzo (M)AD 2014; MAD on Bike).
“Nelle Superfici Sensibili di Aldamaria Gnaccarini il supporto cartaceo consente al colore di esprimersi più liberamente, attraverso una ricerca in cui la matrice estetica s’interseca con un’esternazione di natura sensibile. Dalle opere meno recenti, permeate di una componente lirica, con segni leggeri e colori tenui e sfumati che rivelano una concezione eterea dell’arte e una manualità molto controllata, l’artista passa gradualmente a un linguaggio più materico. Quest’ultimo è ottenuto con l’utilizzo di tele di sacco sgranate spesso incollate su carta, dove l’effetto finale è una sorta di collage; con un lavoro in cui supporti più leggeri vengono sovrapposti ad altri di maggiore spessore; con grovigli di segni in rilievo lasciati scorrere liberamente sulla superficie.
Scorgiamo una casualità che interagisce con una ricerca progettuale quasi architettonica –memore, probabilmente, degli studi di Aldamaria presso la Facoltà di Architettura-; un connubio tra intenzione voluta e ispirazione improvvisa, dove la casualità, paradossalmente, è figlia del progetto stesso. Non a caso l’artista parla di “rigore anarchico” e afferma che “nessuno è più rigoroso con se stesso di una persona libera”: grazie agli spazi bianchi, al bilanciamento tra i vuoti e i pieni, all’uso del non finito, al sodalizio tra la componente tattile e materica del segno e la leggerezza di colori delicati nella tonalità e nella modalità di stesura, Aldamaria vuole comunicare che il suo discorso artistico è continuamente aperto, libero appunto, che la ricerca, per sua stessa natura, continua e continuerà all’infinito e, infine, che dalle direttive iniziali, frutto di un’indagine intellettiva e di un’analisi interiore, scaturiscono opere che vivono di vita propria”.
(Laura Cianfarani)
Il vernissage sarà accompagnato da una selezione musicale di Massimo de Martino.