Informazioni Evento

Luogo
MIMMO SCOGNAMIGLIO ARTE CONTEMPORANEA
Via Goito 7 , Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Martedi - Sabato / 11:00 - 19:30

Vernissage
29/09/2016

ore 19

Artisti
Maddalena Ambrosio
Generi
arte contemporanea, personale

Succede qualcosa alle cose abbandonate o perse nella nostra memoria: hanno una loro storia ed una loro vita e agiscono… quasi auto-ricostruendosi, ricomponendone una nuova.

Comunicato stampa

Dopo le mostre personali negli spazi di Corso Di Porta Nuova e di Via Ventura, Maddalena Ambrosio inaugura la sua terza mostra personale da Mimmo Scognamiglio nella nuova galleria di Via Goito.
Succede qualcosa alle cose abbandonate o perse nella nostra memoria: hanno una loro storia ed una loro vita e agiscono… quasi auto-ricostruendosi, ricomponendone una nuova.
In questa mostra materiali semplici, ecologici e di riciclo sovvertono gli spazi della galleria e il comune senso dell'abitare lo spazio. Si tratta di un percorso sensoriale che ci introduce nel mondo metaforico dell'artista, in cui una sorta di naturale inquietudine plasma forme e situazioni che si susseguono e si confondono fra di loro. Entrando in galleria si entra in realtà nell’installazione principale che è anche il leitmotiv di tutta la mostra: “una grande opera, contenitore di altre opere”.
La rottura degli schemi abituali crea un senso di disorientamento. Succede così che lo spettatore si trovi ad osservare le opere d’arte in una situazione precaria in cui cambia il punto di appoggio e la normale percezione di ciò che lo circonda.
Si entra dentro un racconto: installazioni e opere singole sembrano così creare una sorta di dialogo segreto tra di loro al quale noi siamo invitati a partecipare. Danno vita ad un gioco di rimandi continui in cui ogni opera suggerisce il presentimento di qualcos'altro. Questa instabilità produce i suoi effetti anche sul fluire del nostro pensiero: in un’evoluzione continua dell’ambiente, la propria prospettiva non ha modo di cristallizzarsi in un’unica forma-immagine mentale, ma è in continuo cambiamento e trasformazione imprevedibile, un divenire quantistico.
Oggetti consumati e di recupero evidenziano vite parallele, quale può essere la condizione di un senzatetto che dorme sotto il cielo, espressione metaforica della condizione umana a tutti comune, in cui una semplice coperta sembra essere l’unico limite e protezione fra lui e l’infinito, fra lui e l’esposizione violenta alla precarietà della vita... Questa fragilità diventa però anche potenza e potenzialità, in un perenne divenire. L’indeterminatezza del caos cerca continuamente una nuova organizzazione. Dunque, questa è la bellezza secondo la Ambrosio: il senso di aspettativa che si crea sulla soglia di qualcosa che sta per accadere.
Succede così che il pavimento si trasformi, che un piccolo animale si muova ignorando completamente i limiti posti dalla propria natura, che oggetti improbabili, frammenti del quotidiano, si protraggano verso l’alto nello spazio, come tesi verso un tempo futuro di rinascita.
La serie di fotografie ripropone frammenti di pura casualità, “errori fotografici”, immagini senza soggetto volute al fine di concretizzare praticamente l’idea di bellezza spontanea che si esprime tramite il puro caso, senza troppe premeditazioni, senza la pretesa di creare bellezza, dato che la bellezza non ne ha bisogno e non vuole essere abbellita.
Siamo oltre la teoria del ready-made duchampiano: Ambrosio non solo espone gli oggetti elevandoli ad opere d’arte, ma li fa dialogare, ne celebra l’essenza in sé, ne rimarca quell’aspetto primordiale e naturale manifestando l’eco di un mondo in dormiveglia intriso di poesia.

Maddalena Ambrosio è nata a Napoli nel 1970. Vive e lavora a Milano. Dal 2004, data della sua prima mostra personale a Napoli nella galleria Mimmo Scognamiglio, ha esposto in gallerie private in Italia e all’estero, di cui l'ultima esposizione nella galleria Valérie Bach, Bruxelles, oltre che in spazi pubblici italiani ed europei. Le sue opere sono nella collezione della Banca Europea di Investimenti di Lussemburgo, della Fondazione Roger Dubuis a Ginevra, del museo Beelden aan Zee – Den Haag in Olanda, dell’università Bocconi di Milano e nella Vehbi Koc Foundation, Istanbul.