Made in china
La mostra raccoglie le opere di Matteo Attruia, Nicola Genovese ed Antonio Guiotto che testimoniano come il mimetismo comportamentale e l’appropriazione di modelli elaborati da altri siano alcune delle strategie più intriganti dell’attuale scena contemporanea.
Comunicato stampa
Galleria Browning è lieta di presentare al pubblico made in china, mostra che raccoglie le opere di Matteo Attruia, Nicola Genovese ed Antonio Guiotto che testimoniano come il mimetismo comportamentale e l'appropriazione di modelli elaborati da altri siano alcune delle strategie più intriganti dell'attuale scena contemporanea.
La mostra nasce dall'osservazione di come la Cina si sia trasformata nella nazione che produce fisicamente la maggior parte delle cose che ci circondano. Dai vestiti alle scarpe, dai prodotti tecnologici ai libri, la capacità di produrre merci a prezzi abbordabili ha portato quel paese lontano dentro alle nostre case senza che ce ne rendessimo conto. Ma con la stessa modalità sottotraccia la Cina ha inoltre iniziato a realizzare varianti low cost di molti manufatti: copiare, imitare e falsificare sono diventate così alcune delle modalità grazie a cui si sono prodotte delle versioni meno raffinate, durature o perfette - ma non per questo meno attraenti - dei beni di consumo originali.
Il mimetismo comportamentale e la capacità di imitazione/falsificazione a partire da un modello autentico, ovviamente noto e prestigioso, sono anche due delle strategie di cui si serve l'arte nel suo continuo gioco cannibale. Sembrare altro, imbrogliare chi guarda, rubare qualcosa ai colleghi è una forma estrema ma necessaria di libertà, di intelligenza o di autentica e scaltra furbizia. Matteo Attruia in Squola utilizza così il tappeto d'ingresso del Polo Scolastico della città di Adro non dichiarandone la provenienza (l'artista ha copiato o sottratto alla scuola l'asciugapassi?), Nicola Genovese con Moo Cow in the Box fa muggire delle finte mucche grazie a delle scatole sonore che di tanto in tanto si azionano, mentre Antonio Guiotto costruisce invece la parodia a basso prezzo di uno degli Open Cube di Sol LeWitt, realizzando l'opera con mobili Ikea di cui fornisce le istruzioni di assemblaggio.
Se spesso gli artisti oscillano antropologicamente tra essere vampiri e saprofiti, in made in china mostreranno come sia possibile confondersi con il contesto, rubare idee con dolo e destrezza. Mettere cioé in scena la più classica delle spaccate.