Magnus Bärtås
In mostra un progetto con l’artista svedese e direttore del dipartimento alla Konstfack University Magnus Bärtås sul concetto di Negromazia, attraverso ritagli di ricami installati dall’artista nell’affascinante e piccolo spazio di Flip Project in via Giovanni Paladino 8.
Comunicato stampa
Il titolo della mostra è preso in prestito dall'idea di W. B. Yeats di un serbatoio di anime e
immagini che funge da punto di incontro tra i vivi e i morti. Gli esseri umani avrebbero accesso
alla grande memoria attraverso la vita onirica, sognando o inducendosi in uno stato
ipnagogico per ascoltare le voci dei morti, che condividerebbero la loro saggezza e darebbero
consigli sulle azioni della vita quotidiana.
La grande memoria potrebbe essere vista come una metafora o un simbolo del nostro
rapporto con la storia; uno "spazio" costruito in cui la temporalità collassa e il privato si fonde
con il collettivo.
L'installazione presso lo spazio Flip Project consiste in un gran numero di frammenti di ricami
ritagliati. I tessuti sono stati acquistati nei negozi di seconda mano della Svezia meridionale,
nella maggior parte dei casi negozi di beneficenza, nella provincia di Småland, dove Bärtås è
cresciuto. Tradizionalmente questa era una zona povera, un'area di duro lavoro rurale, ma
durante e dopo la modernità è diventata un'area di innovazione (l'IKEA proviene da questa
zona).
Nella sua famiglia la maggior parte dei ricami venivano realizzati per le aste di beneficenza
locali organizzate dalla chiesa.
Ora, nella società postindustriale, questi ricami hanno una seconda vita e vengono riutilizzati
in beneficenza.
Ricorrendo a varie tecniche di cucitura, essi rappresentano fiori, piante, uomini, animali,
oggetti ed edifici - una memoria collettiva di immagini folcloristiche. Tali tecniche artigianali alla
base di questi mondi di immagini appartengono alla lentezza, alla sfera privata, ma possono
anche essere viste come espressione del tempo incapsulato e del potere creativo.
Le parti provengono da un immaginario antiquato e idealizzato, e allo stesso tempo il ricamo è
un precursore della struttura a pixel dell'immagine digitale. È un regno di immagini che si
associa alle parole di saggezza dei contadini, con le moralità (in parole e immagini), che si
sono sviluppate essenzialmente dalla paura e - a suo modo di vedere - è legato
all'incantesimo.
I creatori anonimi di questi oggetti-immagine - che coprono un periodo di quasi cento anni -
sono tutti probabilmente morti, e la manipolazione di oggetti-immagine ha per l’artista un
significato negromantico.
La grande memoria appartiene a una serie di lavori (film, installazioni, assemblaggi) che
hanno come metodologia artistica e storiografica la negromanzia (alcuni dei quali insieme
all'artista svedese/iraniano Behzad Khosravi Noori). Il 23 novembre terranno un seminario sul
tema presso il Goldsmith Research centre di Londra.
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Magnus Bärtås lavora principalmente con film, saggi e assemblaggi/installazioni. È
professore in fine arts e responsabile della ricerca presso la Konstfack University of Arts,
Crafts and Design di Stoccolma. Le sue opere sono state esposte al Moderna Museet di
Stoccolma nel 1990, 2006, 2010 e 2017, ed ha vinto il gran premio dell'Oberhausen
International Film Festival nel 2010. Magnus Bärtås ha partecipato a Platform 2009, Seoul,
alla 9th Gwangju Biennial 2012 e a "The Real DMZ" ad ArtSonje nel 2013 e 2015. La
Konsthall di Göteborg ha presentato una grande mostra retrospettiva del suo lavoro nel 2016.
Il suo libro All Monsters must die (con Fredrik Ekman) è stato selezionato per il Swedish
national August prize 2011.
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Flip Project è un artist-run space (2011, Napoli), un progetto curatoriale indipendente, una
piattaforma di discussioni e collaborazioni creative in relazione alla pratica artistica e alla
cultura contemporanea.
Le attività di Flip Project si manifestano attraverso una molteplicità di situazioni ‘spaziali’ dove
la discussione avviene sotto forma di mostre, pubblicazioni (web, digitali e cartacee),
workshops, screenings, seminari.
Flip ha curato in dialogo con altri partecipanti/artisti/autori/curatori una varietà di progetti che
si sono svolti anche in contesti insoliti, al di fuori delle norme museali e oltre i confini.
Con il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, Napoli.