MAI. Museo Antropologico Immaginario

Informazioni Evento

Luogo
VILLA ROMANA
Via Senese 68, Firenze, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Ogni venerdì sera alle ore 18:00 programma di film in collaborazione con il Festival dei Popoli.

Ingresso limitato alla mostra e alle proiezioni con mascherina e secondo il regolamento di sicurezza.
Orario di apertura: dal martedì al venerdì ore 14:00 - 18:00 e su appuntamento

Vernissage
23/10/2020

ore 17:00 – 21:00

ore 18:30
Saluto e Introduzione: Angelika Stepken e Valeria D’Ambrosio, curatrice

ore 19:00
Performance di Gabriela Acha con Sara Bensi, Serena Calaresu, Giada Cerbara, Simona Dominici, Rita Duina, Caterina Fioravanti, Simona Sora

Curatori
Valeria D'Ambrosio
Generi
arte contemporanea

MAI. Museo Antropologico Immaginario si propone di attivare una strategia di collaborazione interculturale per ripensare al concetto di museo antropologico attraverso lo sviluppo di nuove metodologie partecipative.

Comunicato stampa

Qual è il senso di un museo antropologico nella società contemporanea? Cosa significa collezionare ed esporre manufatti etnografici oggi? Come si affrontano le sfide legate alla decolonizzazione, la restituzione degli oggetti, la rivitalizzazione di una struttura che a causa della sua natura statica fatica a rispondere al dinamismo delle culture umane? Da sempre percepito come un’inviolabile istituzione della cultura occidentale, il museo resta uno dei luoghi più rappresentativi di una visione egemonica che spesso corrisponde all’espressione di un senso di superiorità nei confronti delle altre culture. Partendo da un’analisi critica di queste osservazioni, MAI. Museo Antropologico Immaginario si propone di attivare una strategia di collaborazione interculturale per ripensare al concetto di museo antropologico attraverso lo sviluppo di nuove metodologie partecipative.

Il MAI è uno spazio multidisciplinare in dialogo tra arte contemporanea, architettura e antropologia, campi di studio intesi come intrinsecamente opposti o essenzialmente inestricabili nel loro essere forme di rappresentazione che prendono come punto di partenza l’esperienza umana. Traendo ispirazione dal primo viaggio argentino di Paolo Mantegazza, fondatore nel 1869 del Museo di Antropologia ed Etnologia di Firenze, il MAI propone un focus sui popoli e le variegate culture della Patagonia cilena e argentina. Al suo interno si confrontano la visionarietà dell’architetto di Superstudio Gian Piero Frassinelli, dai suoi primi lavori inediti degli anni ’60 alle più recenti evoluzioni fantascientifiche, l’arte multimediale e performativa per una riappropriazione culturale in chiave femminista dell’artista argentina Gabriela Acha, e le narrazioni audio-visive oscillanti tra realtà, leggenda e finzione dell’artista cilena Marcela Moraga.

In questo fanta-museo scardinato dai limiti istituzionali, la creatività diventa un linguaggio capace di forzare nozioni disciplinari statiche attraverso il dialogo con le culture rappresentate dagli oggetti esposti, di scoprire le storie in essi racchiuse e di ripensare ai popoli nativi sotto una nuova luce, nel tentativo di offrire una chiave di lettura diversa per capire più a fondo il mondo a partire dal nostro rapporto con gli altri. Il MAI non è mero depositario di conoscenza e oggetti muti ma luogo di ricerca relazionale, spazio di contatto tra le persone chiamate a scoprire le sue collezioni e re-immaginarle per dar loro significati aperti e pronti ad affrontare le sfide del presente. Le pratiche dell’architettura e dell’arte, svincolate dalla distanza oggettivante della disciplina scientifica, vengono quindi intese come generatori di spazio sociale e di interazioni con l’Altro, allo scopo di sviluppare nuovi canoni di esplorazione intellettuale e di creare nuove comunità e idee.

Il MAI trasformerà così il concetto di museo da spazio di rappresentazione a processo sociale, a promemoria che esso è prima di tutto un luogo di produzione capace non soltanto di preservare e descrivere l’esistente, ma di generare nuovi contesti in cui pensare, agire e interagire.

Gabriela Acha (1986, Cordoba, Argentina), nel 2014 si laurea in Scultura alla Universidad Nacional de Córdoba. Dal 2014 è membro del collettivo Expedicion che lavora sull’interazione tra arti e scienze naturali. Vincitrice della borsa Holland Excellence, nel 2020 consegue il master in ArtScience alla Royal Academy of Art de L’Aia. La sua pratica artistica è interdisciplinare e ha collaborato con diverse istituzioni scientifiche come il Museo Nacional de Historia Natural dell’Uruguay e del Cile, l’Academia Nacional de Ciencias di Cordoba, Argentina e il Museo di Antropologia ed Etnologia di Firenze, Italia.

Gian Piero Frassinelli (nato nel 1939), sin dalla prima infanzia è incuriosito dalle culture “altre”, maturando nel tempo tali interessi con letture, la frequentazione del Museo antropologico di Firenze, della Biblioteca Nazionale, del Festival dei Popoli e di spettacoli etnici. Laureato in Architettura a Firenze nel 1968, nello stesso anno entra nel Superstudio, gruppo che fa parte del movimento noto come Architettura Radicale e che si scioglie nel 1986. Nel Superstudio e in seguito si occupa di analizzare il fenomeno architettura attraverso gli strumenti dell'antropologia. Dal 2013 al 2018 ha tenuto corsi di Antropologia all’Istituto Europeo di Design di Roma.

Marcela Moraga (1975, San Fernando, Chile) vive e lavora a Berlino. Ha studiato arti visive alla Universidad de Chile e alla Hamburg University of Arts (HFBK). Nel 2013 ha conseguito il Master “Art in Context” presso la Berlin University of the Arts (UDK). Le sue opera sono state esposte in gallerie, musei e istituzioni internazionali tra cui: Museo de Arte Contemporáneo MAC Santiago (Chile); Museo de Arte Contemporânea da Universidade de São Paulo (Brazil); TENT Centre for the Arts Rotterdam (Holland). Nel 2019 ha vinto il Villa Romana Prize.

Proiezioni

L’Archivio del Festival dei Popoli propone un ciclo di proiezioni di documentari connessi ai temi del MAI. Museo Antropologico Immaginario. La rassegna si offre come parte integrante del progetto, sviluppando gli spunti di riflessione innescati dalle opere e dagli oggetti esposti. Sei titoli di provenienza internazionale si interrogano sull’esigenza di ripensare al concetto di museo antropologico e si propongono di avvicinare culture e popolazioni che ogni giorno cercano di far dialogare tradizioni antiche con le istanze della contemporaneità.

Ogni venerdì sera alle ore 18:00

30.10. Palimpsest of the Africa Museum di Matthias De Groof (Belgio, 2019, 69’)
06.11. Le terrain du peuple di Anja Göbel (Germania, 2015, 34’), Abigail di Valentina Homen e Isabel Penoni (Brasile, 2016, 17’), Extremos - Viaje a Karukinka di Federico Molentino e Juan Manuel Ferraro (Argentina, 2015, 26’)
13.11. El país del diablo di Andrés Di Tella (Argentina, 2008, 72’)
20.11. El etnógrafo di Ulises Rosell (Argentina, 2012, 85’)