Maike Freess – Gli eredi silenti
Prima personale in Italia di Maike Freess dal titolo Gli eredi silenti, in cui vengono esposte dieci opere in parte realizzate appositamente.
Comunicato stampa
MERCOLEDI 31 GENNAIO 2018 si inaugura la prima personale in Italia di Maike Freess dal titolo Gli eredi silenti, in cui vengono esposte dieci opere in parte realizzate appositamente. Maike Freess lavora indistintamente utilizzando diversi media: fotografia, scultura, video e installazioni. La sua produzione principale è tuttavia legata al disegno, tecnica con la quale raggiunge una sorta di iperrealismo. Uomini, donne e bambini sono ritratti nella loro più intima condizione, in spazi in cui nulla è certo, come sospesi in situazioni oniriche tra veglia e sonno. Il “bello”, la “proporzione” sono solo punti di partenza. Nel processo di disegno, le figure iniziano a trasformarsi, come se venisse svelato qualcosa di represso, di desiderato o di nascosto, mescolando il fantastico con il reale.
Non si giunge al surrealismo, quanto piuttosto si ha l’impressione che queste immagini siano prodotte da una specie di visione profetica. Si cela dietro a queste figure un lavoro psicologico, viene rappresentato non il volto ma le immagini che sogniamo, che ricordiamo. Maike Freess descrive il tema principale della sua ricerca come “la persona nella sua natura imperfetta, limitata e instabile, la relazione con se stessi, con il proprio ambiente, con le altre persone e con la società; l’ambiguità della psiche umana”.
Arthur Schopenhauer scrisse che “la memoria è un essere capriccioso e bizzarro, paragonabile a una giovane ragazza: ora rifiuta in modo del tutto inaspettato ciò che ha dato cento volte, e poi, quando non ci si pensa più, ce lo porta da sé”.
Nella serie degli “eredi” (die Erben) si allude alle predisposizioni genetiche, a quella dotazione indesiderata trasmessaci dai nostri antenati per il nostro viaggio attraverso la vita. Dobbiamo affrontare le nostre origini, i nostri antenati, di volta in volta per riconoscere chi siamo e dove si trovano le nostre possibilità. Un lavoro riflessivo, che ci riporta a un codice genetico intimamente connesso al nostro io.
Marcel Proust diceva “troviamo di tutto nella nostra memoria: è una specie di farmacia, di laboratorio chimico, dove si mettono le mani a caso, ora su una droga calmante, ora su un veleno pericoloso.” Attraverso la conoscenza e l’esperienza siamo in grado di interpellare e di attingere dal nostro subconscio gli strumenti idonei ad affrontare ciò che si presenta davanti a noi. L’esperienza esistenziale diventa vita attraverso la memoria.
MAIKE FREESS | BIOGRAFIA
Nata a Leipzig (Lipsia) in Germania nel 1965, frequenta la Hochschule für Grafik und Buchkunst Leipzig e si diploma nel 1990 alla Hochschule für Kunst und Design Burg Giebichenstein Halle. Dopo il Master, studia alla Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Arts Paris, presso l'Atelier Christian Boltanski. Dal 1997 insegna all'Ecole des Beaux-Arts, Le Mans, France. Vive e lavora a Berlino.
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