Maïmouna Guerresi – Noyyi, Wéyal Noyyi / Breath, Keep Breathing
La Crescentina – Laboratorio per l’Arte riaprirà la sua programmazione con l’inaugurazione di Noyyi, Wéyal Noyyi / Breath, Keep Breathing, progetto espositivo site specific realizzato da Maïmouna Guerresi.
Comunicato stampa
Domenica 15 settembre 2024 La Crescentina - Laboratorio per l’Arte riaprirà la sua programmazione con l’inaugurazione di Noyyi, Wéyal Noyyi / Breath, Keep Breathing, progetto espositivo site specific realizzato da Maïmouna Guerresi con l’intento di coinvolgere il pubblico in un dialogo critico e riflessivo sull'arte contemporanea e sulle urgenze tematiche da essa affrontate.
Incastonata tra le colline del Monferrato, La Crescentina - Laboratorio per l’Arte, il centro culturale fondato da Alessandro Monteforte e Fiorella Miraglio nel 2021 in Monferrato, è una casa di campagna che ospita una collezione di arte moderna e contemporanea e che sostiene l’Arte attraverso un programma di mostre e incontri a cura di Marzia Capannolo. Per oltre trent’anni La Crescentina è stata protagonista di grandi amicizie vissute all’insegna dell’Arte e il recupero di questa preziosa memoria ha sancito l'apertura nel 2021 dell'attività espositiva dedicata sia ad artisti contemporanei che ad artisti di valore storico, tra i quali Urano Palma, Aldo Mondino e Piero Gilardi. A partire dalla mostra fondativa "In Habitat" accompagnata da un catalogo edito da Allemandi Editore, tutta la programmazione della Crescentina è incentrata sul connubio fra arte e natura come motore di indagine sull’interiorità dell’essere umano.
Rappresentata internazionalmente dalla Mariane Ibrahim Gallery, dopo i grandi successi che l’hanno vista impegnata in importanti mostre istituzionali e a meno di un anno dalla personale A Spiritual and Political Journey presso il Museo Ettore Fico di Torino, Maïmouna Guerresi arriva in Monferrato con un progetto inedito ideato per la Crescentina.
Il suggestivo titolo scelto da Guerresi, Breath, Keep Breathing - tradotto in lingua Wolof Noyyi, Wéyal Noyyi - evocando il concetto di perseveranza si trasforma esso stesso in un’esortazione, un messaggio incarnato dalle donne protagoniste dell’opera dell’Artista. Maïmouna Guerresi infatti, attraverso una rappresentazione visiva al tempo stesso delicata e profonda del femminile, mostra corpi in levitazione che rimandano a una sensazione di sospensione e elevazione, tanto fisica quanto spirituale. Le opere realizzate per il progetto aprono inoltre a una critica sociale profonda contro l'islamofobia e l’afrofobia sostenute dalla strumentale considerazione delle comunità africane musulmane come pericolo sociale e economico al fine di giustificare colonizzazioni passate e presenti.
Il fulcro del progetto Noyyi, Wéyal Noyyi / Breath, Keep Breathing è costituito da una struttura architettonica in acciaio che evoca l’immagine del Minbar, il pulpito presente nelle moschee da cui vengono pronunciati i sermoni. L’accesso al Minbar è tradizionalmente riservato agli imam uomini e precluso alle donne. Rivisitandone la funzione liturgica e rituale, nel Minbar realizzato da Guerresi per la mostra la figura umana viene sostituita da un ventilatore che se azionato, come un soffio divino, fa muovere delle frange dorate appese alla porta frontale. La tenda di frange dorate è stata realizzata con una coperta termica per i salvataggi, tagliata a strisce parallele. Il flebile fruscio da esse generato, come ogni voce discriminata, è destinato a rimanere inascoltato.
Per il progetto “Breath, Keep Breathing” Maïmouna Guerresi ha inoltre realizzato una serie di disegni su carte preparate con oli e vernici e ha sperimentato una tecnica fotografica che l’artista stessa definisce "pressioni", attraverso la quale la fotografia, appositamente rielaborata, viene manualmente stampata su un cartoncino attraverso la pressione della mano, ottenendo dei monotipi con risultati sempre differenti.
Sia nell’installazione del Minbar, che nei disegni, che nelle foto, nelle opere di Maïmouna Guerresi per la Crescentina la figura della donna ricorre imponendo la necessità di riflettere sull’urgenza di restituire voce alla forza femminile universalmente evocata dalle opere.