Malù Cortesi – Diario dell’asfalto
Dopo 13 anni, Malù ritorna a esporre alla galleria Mazzi e lo fa presentando una serie di opere scaturite dai molti lunghi viaggi intrapresi a partire dal 2008 in sella alla sua bicicletta.
Comunicato stampa
La mostra, che verrà presentata dal giornalista sportivo Stefano Ferrando, si compone di una trentina di opere inedite, alcune di grandi dimensioni. Dopo 13 anni, Malù ritorna a esporre alla galleria Mazzi e lo fa presentando una serie di opere scaturite dai molti lunghi viaggi intrapresi a partire dal 2008 in sella alla sua bicicletta. Durante queste lunghissime pedalate, che lo hanno portato a raggiungere paesi molto lontani come Santiago de Compostela, San Pietroburgo, Istanbul, Uzbekistan, con la sola forza delle sue gambe, Malù comincia a vedere con altri occhi i segni sull’asfalto: non sono più solo solchi, fratture, rattoppi nel catrame, ma diventano storie di guerre passate, segni di sofferenze vissute, di ferite spesso ancora aperte. Proprio da queste riflessioni è nata l’ispirazione che ha dato vita alle opere esposte a Tegna. La mostra si estende anche all’atelier di Carlo Mazzi che si trova dietro la Galleria.
Scrive Stefano Ferrando nella sua introduzione:
” Quanta strada nei miei sandali, quanta ne avrà fatta Bartali”, se Paolo Conte, geniale avvocato astigiano, avesse conosciuto Malù Cortesi, chissà cosa avrebbe scritto quel giorno su un foglio bianco diventato leggenda. Chissà se lui, o Gino Bartali, hanno mai guardato, letto e raccontato la Strada come Malù. Lunghe, interminabili strisce d’asfalto che portano da un “punto A” ad un “punto B”, anonime ma solo in apparenza. Lisce e comode ma il più delle volte segnate dagli anni, dai passaggi, dagli schiaffi del tempo e dallo scorrere di tante storie. Sono cicatrici che chi le percorre cerca di evitare, almeno quando le scorge, sono storie che fissa quasi casualmente sulla propria fedelissima macchina fotografica chi le pedala, le legge, le osserva, le “sente” pur senza guardarle direttamente.
Quei segni non sono solo cicatrici o toppe poste a rimediare all’inevitabile passare del tempo, sono storie che Malù legge e interpreta per noi. Chilometri di strade e storie solo apparentemente lontane, storie di un giorno, storie che si ripetono ciclicamente, storie sempre differenti perché osservate e lette da più punti di vista: in sella, affacciato al finestrino di un’auto che corre veloce, lentamente al passo di chi attende un passaggio o cammina da un “punto A” all’infinito.”