Informazioni Evento

Luogo
STUDIO MARCONI '65
Via Alessandro Tadino 17, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

martedì - sabato 15-19

Vernissage
22/11/2016
Artisti
Man Ray
Uffici stampa
CRISTINA PARISET
Generi
fotografia, personale

In occasione della prima edizione del Photo Vogue Festival, lo Studio Marconi ’65 presenterà una selezione di fotografie di Man Ray.

Comunicato stampa

In occasione della prima edizione del Photo Vogue Festival che inaugurerà a Milano il 22 novembre 2016, lo Studio Marconi ’65 presenterà una selezione di fotografie di Man Ray. Celebre artista dalla straordinaria inventiva, Man Ray è un grande innovatore e sperimentatore del XX secolo. Nato a Philadelphia da genitori di origine russa, si trasferisce presto a New York dove entra in contatto con gli ambienti dell’avanguardia. Con Marcel Duchamp è il principale animatore del Dadaismo newyorkese, esegue quadri, sculture, assemblaggi e sperimenta varie tecniche ed espressioni artistiche tra cui la fotografia. A quest’ultima si dedica in modo particolare negli anni Venti, a Parigi, dove affianca alla poco redditizia attività pittorica quella di fotografo. Dapprima esegue ritratti di intellettuali, artisti, personaggi famosi, successivamente lavora nei saloni parigini dell’alta moda, vendendo le sue immagini a importanti riviste come “Vogue” e “Harper’s Bazaar”. Sin dalla prima volta in cui si cimenta con questo genere di lavori per la Maison Poiret di Parigi, emerge chiaramente in lui l’idea che la fotografia debba essere “una combinazione di arte e moda”. La moda stessa è, secondo lui, strettamente legata all’arte visiva, tanto che alcuni processi sperimentali che adotta nel suo percorso di ricerca, come ad esempio la solarizzazione, vengono spesso applicati anche alle fotografie di moda che oggi fanno parte integrante della sua prolifica ed eclettica produzione artistica. La mostra presenta una selezione di scatti eseguiti negli anni Trenta a Parigi, alcune new print di negativi originali della raccolta Femmes, e della serie Mode au Congo realizzata nel 1937. Le immagini del portfolio Femmes, pubblicato da Studio Marconi nel 1981 dopo essere stato autorizzato e verificato dalla moglie di Man Ray, Juliet, raffigurano donne in pose sensuali ed eleganti, ritratte a figura intera o a mezzo busto oppure sono incentrate sul volto, sulla testa che, come spiega lo stesso Man Ray, è la sintesi totale e sensuale dell’identità e del corpo: “Tutti i sensi sono concentrati nel capo: gli occhi, le orecchie, il naso, le labbra, la lingua e la pelle che copre tutto con la sua rete di nervi vibranti…” E cita l’amico André Breton per spiegare lo specifico interesse che nutre per il volto femminile: “Il ritratto di qualcuno che si ama non dovrebbe essere solo un’immagine cui sorridere ma un oracolo da interrogare”. La serie Mode au Congo nasce invece nel 1937 quando a Man Ray viene chiesto di eseguire delle fotografie di cappelli. L’artista-fotografo accetta, a condizione però di poter scegliere egli stesso i copricapo. Ha così l’idea di fotografare le sue modelle con in testa oggetti d’uso comune, come un cestino per il pane, un centrino, un piumino per la polvere e fantasiose creazioni a mo’ di basco, corona o cappello da giullare decorate di perline o conchiglie. Il risultato è particolarmente originale poiché le fotografie, pur seguendo un preciso codice, nelle pose volutamente snob e sofisticate delle modelle, lasciano trasparire la sottile ironia dell’autore. L’intento è quello di negare la visione della moda come rappresentazione dell’effimero e del transitorio (ad ogni stagione gli stilisti presentano nuove collezioni che “annullano” quelle precedenti) e di ribaltare il punto di vista sottolineando la storicità del fenomeno. Ecco allora apparire in alcuni scatti riferimenti evidenti a certe raffigurazioni egizie, in cui la modella è ritratta di profilo o di tre quarti, e dove il cappello è utilizzato con lo scopo di mettere in evidenza la direzione delle linee compositive, in modo da entrare a far parte del gioco strutturale dell’immagine. Tutte le stampe fotografiche esposte, prevalentemente new print in bianco e nero, provengono da negativi originali ristampati in epoche diverse.

Notizie biografiche
Man Ray (Emmanuel Radnitzsky) nasce a Philadelphia nel 1890 da genitori ebrei di origine russa, emigrati negli Stati Uniti alcuni anni prima. Dopo gli studi secondari e i primi corsi di disegno industriale, frequenta il Ferrer Center ed entra in contatto con Alfred Stieglitz e gli ambienti dell’avanguardia newyorkese. Dopo le prime opere di ispirazione cubista avvia la sperimentazione di varie tecniche – collage, sculture e assemblaggi, pittura ad aerografo – e inizia a dedicarsi alla fotografia. Insieme a Marcel Duchamp è il principale animatore del Dadaismo newyorkese e promotore di numerose iniziative, dalla fondazione della Società degli artisti indipendenti (1916) e la “Société Anonyme Inc.” (1920) alla pubblicazione della rivista “New York Dada” (1921). Nascono in questa fase i primi “oggetti d’affezione”, tra cui il celebre Enigme d’Isidore Ducasse. Nel 1921 si trasferisce a Parigi, dove ritrova Marcel Duchamp, e nello stesso anno ha una personale alla Librairie Six. Realizza i primi Rayographs, che pubblica nel volume Champs délicieux (1922) con prefazione di Tristan Tzara. Dopo la partecipazione al Salon Dada, che si tiene nel 1922 alla Galerie Montaigne, lavora al film Retour à la raison e si lega al gruppo dei surrealisti, con i quali espone alla Galerie Pierre nel 1925 e in tutte le mostre successive. Rimane a Parigi fino al 1940, affermandosi come uno dei migliori interpreti della poetica surrealista, con dipinti, assemblaggi d’oggetti, film d’artista e sperimentazioni fotografiche, continuando ad esporre sia in Europa che in America. Dopo lo scoppio della Guerra, nel luglio 1940, si reca negli Stati Uniti, a Los Angeles dove rimane fino al 1951. Durante il soggiorno americano conosce e sposa Juliet Browner che sarà anche sua modella e musa ispiratrice. Si dedica soprattutto alla pittura realizzando la serie Equations shakespeariennes e Alphabet for Adults. Tornato a Parigi, continua la sperimentazione fotografica, la creazione di dipinti e oggetti d’affezione. Nel 1959 l’Institute of Contemporary Art di Londra gli dedica una grande antologica e due anni dopo gli è conferita la medaglia d’oro per la fotografia alla Biennale di Venezia. Nel 1966 si tiene la prima grande retrospettiva a Los Angeles al County Museum of Art; nel 1970 ha luogo una mostra itinerante in varie sedi d’Europa, che si inaugura al Museum Boymans van Beuningen di Rotterdam. L’artista muore a Parigi il 18 novembre 1976. Nel corso degli anni la Fondazione Marconi dedica all’opera di Man Ray diverse mostre tra cui ricordiamo le più recenti: Man Ray. Fotografie 1920-1950, 2006; Man Ray - Robert Mapplethorpe, 2010; Man Ray. The Fifty Faces of Juliet, 2011; Man Ray 1944, 2012 e Man Ray. Models, 2013. Tra le mostre organizzate in altre sedi citiamo quelle della Fondazione Mazzotta di Milano nel 2004; del Museo d’Arte di Lugano nel 2011; della GlHoltegaard-Breda Foundation di Copenhagen nel 2013; di Villa Manin di Passariano (Udine) nel 2014-2015.