Maniera Nera
È nello spazio che separa la lavorazione della forma matrice dalla sua stampa che si situa idealmente il punto di partenza del progetto Maniera Nera.
Comunicato stampa
La galleria Norma Mangione è lieta di presentare Maniera Nera,
una mostra a cura di Francesco Barocco.
È nello spazio che separa la lavorazione della forma matrice
dalla sua stampa che si situa idealmente il punto di partenza del
progetto Maniera Nera. Nelle tecniche calcografiche, infatti, la lastra
di zinco viene incisa, scavata, ottenendo un solco che, nella sua
millimetrica profondità, contiene già tutti i prodromi della scultura
e di cui la stampa conserva memoria.
Tra tutte le possibili lavorazioni della lastra, la maniera nera, anche
detta mezzatinta, è quella che maggiormente riassume la contiguità
tra segno e scultura.
La prima mezzatinta documentata è realizzata nel 1642
dall’artista Ludwig von Siegen, che si considera l’inventore di questa
tecnica. Attraverso varie sperimentazioni, von Siegen arrivò a invertire
il consueto procedimento dell’incisione. Nella maniera nera, le lastre
vengono infatti lavorate a secco con una fitta trama di segni in grado
di restituire in stampa il nero dal quale successivamente si ricavano,
per mezzo di carta abrasiva, raschietto e brunitoio, tutte le sfumature
e le gamme tonali intermedie fino a ottenere il bianco.
In galleria sono esposti una serie di lavori realizzati nella
seconda metà del Settecento, periodo nel quale la tecnica ha avuto il
suo apice per diffusione e per qualità d’esecuzione.
I fogli di John Raphael Smith, Richard Houston, S.W. Reynolds e
Richard Earlom, tra i principali maestri della mezzatinta, sono
accostati a un prezioso nucleo di opere di Vija Celmins, fra i
pochissimi artisti contemporanei che scelgono di sperimentarsi
attraverso la maniera nera. Con ferrea disciplina, Vija Celmins fa
impercettibilmente oscillare le sue incisioni tra la dettagliata copia
fotorealistica e la resa astratta delle immagini. Le sue opere colpiscono
per il meticoloso lavoro di esplorazione delle superfici delle cose, siano
esse una ragnatela, un cielo stellato o l’oceano increspato dalle onde.
La mostra è realizzata in collaborazione con Matteo Crespi,
Galleria Il Bulino Antiche Stampe, Milano.