Manlio Isoardi – Retrospettiva
Un’esposizione con una storia artistica e umana che ha un comune denominatore: il passaggio obbligato nel mondo dei sentimenti, dove la pittura si fa visione di un reale tramutato in immagini che divengono “l’universo spirituale dell’artista”.
Comunicato stampa
In occasione delle celebrazioni del centoduesimo anniversario dalla nascita del pittore Manlio Isoardi, la Galleria d’Arte Eustachi dal 6 al 18 febbraio 2016 gli rende omaggio dedicandogli una retrospettiva che verrà inaugurata sabato 6 febbraio alle 17.30 nella storica galleria milanese con la partecipazione della figlia, Raffaella Isoardi, curatrice dell’antologica.
Un’esposizione con una storia artistica e umana che ha un comune denominatore: il passaggio obbligato nel mondo dei sentimenti, dove la pittura si fa visione di un reale tramutato in immagini che divengono “l’universo spirituale dell’artista”.
Suddivisa in tre periodi storici, tra i più importanti dell’artista, selezionati in oltre quaranta opere ad olio, l’antologica ha come soggetti i ritratti con i volti e le figure più significativi. In mostra anche i paesaggi, le marine e le immancabili rose che ripercorrono cronologicamente parte del lungo e brillante percorso stilistico del pittore ligure di origine nicese.
Del primo periodo che va dal 1929 al 1940 oltre ad un estratto dei numerosi ritratti, troviamo soprattutto tele e tavolette dipinte da ambo le parti, alcune delle quali realizzate durante la guerra come “L’Attendente”, olio su tavoletta del 1940, e i dolci paesaggi collinari del Monferrato, questi ultimi tra i soggetti preferiti dal giovane Isoardi a rappresentare, come scrive lo storico dell’arte Angelo Porro nel catalogo monografico Pittura Italiana del XX secolo “…..la sua originaria vena pittorica, prepotentemente istintiva, che però già gli consente risoluzioni cromatiche squisitamente personali.” Ma è del secondo periodo che comprende le opere realizzate tra l’immediato dopoguerra e i primi anni ’60 la particolarità delle “pennellate brevi dal tocco vibrante, concise e nervose” dove si raccoglie la forza poetica e la voracità dell’attimo che fugge, immortalato nei singoli ritratti come nei paesaggi marini della riviera ligure che appaiono di carattere più espressionista.
Appartengono invece alla piena maturità artistica e professionale i paesaggi e i ritratti dal grande impatto emozionale le opere realizzate nel terzo e ultimo ciclo, ossia dagli anni ’70 fino alla fine degli anni novanta. Oli su tela greggia (senza imprimitura preparatoria) che svelano una più completa risoluzione pittorica dalle forme essenziali caratterizzate dalla percezione del proprio vissuto, dove coerenza estetica e immediatezza espressiva svelano un’arte che sa esprimere senza annoiare - così nei fiori come nei paesaggi - svelando al pubblico la parte più sensibile e vera di un instancabile artista che ha dipinto senza mai fermarsi fino a poco prima della sua morte.
Apprezzato e conosciuto dal pubblico, soprattutto come forte ritrattista, a cavallo tra gli anni sessanta e settanta, Isoardi è stato molto seguito dalla critica sia italiana che estera. La numerosissima bibliografia lo vede protagonista in tante pubblicazioni tra le più prestigiose sia nazionali che straniere, particolarmente francesi e spagnole. Oltre alle molteplici mostre personali, e il primo Premio conferitogli nel 1967 dall’Academie Europeenne des Arts de Paris, in Italia ha realizzato anche disegni e illustrazioni per importanti edizioni, tra cui ricordiamo Gente e paesaggi nicesi, estratto dal “Pendolo di Foucault” di Umberto Eco. Un'idea di Carlo Nosenzo, data alle stampe dall’Accademia di cultura nicese l’Erca. Sono inoltre suoi gli ovali tridimensionali realizzati tra il 1975 e il 1978, ovvero i dipinti “tridimensionali” con doppia prospettiva che creano un’illusione ottica prodotta dalla rotazione su un perno fissato su basi di conchiglie fossili che egli stesso cercava nella zona del Monferrato a lui tanto cara.