Manuel Felisi – Connecting memories
Il Grand Hotel Majestic già Baglioni, in occasione di Arte Fiera 2023, ospita la mostra personale di Manuel Felisi intitolata Connecting memories a cura di Eli Sassoli de’ Bianchi ed Olivia Spatola, in collaborazione con la Galleria Russo.
Comunicato stampa
Il Grand Hotel Majestic già Baglioni, in occasione di Arte Fiera 2023, ospita la mostra personale di Manuel Felisi intitolata Connecting memories a cura di Eli Sassoli de’ Bianchi ed Olivia Spatola, in collaborazione con la Galleria Russo.
Gli spazi dell’hotel, tempio di eleganza classica, si attivano di rinnovata energia, tramite il gesto d’artista di Manuel Felisi che ne risveglia l’anima più contemporanea.
Le ‘Vertigini’ pittoriche ed i recenti lavori “intorno alle nuvole” di Manuel Felisi, realizzati site specific per il Salone al piano nobile e per le sale al piano terra dell’hotel, accolgono e raccolgono suggestioni e attingono alle energie (genius loci) del luogo, già di per sé contenitore di memorie, per attivarne la percezione.
Lo sguardo di Felisi è sempre volto verso l’alto, nel costruire un tessuto pittorico intriso di trame e fatto di sedimenti, materiali, reperti che si fanno supporto di una pittura cromaticamente ricca, fantasiosa ed articolata, sulla quale campeggiano, in primo piano, le lunghe ombre scure (o sono forse braccia) che assumono la forma di rami, tronchi, liane che si spingono verso il centro dell’opera, mossi da una forza centrifuga strabiliante che ci proietta, quali spettatori, verso il fulcro dell’opera, laddove la luce pare scaturire, ad invadere tutta la superficie circostante nel farsi colore, policromo e variegato.
La visione, frammentata in maniera rigorosa e con assoluta precisione attorno ad una sequenza di opere di piccola dimensione che sono, al tempo stesso, parte unica e a sé stante del tutto, si risolve in una sorta di grande puzzle, un arazzo pittorico di grande intensità ed intrinseca bellezza ed armonia, perfettamente orchestrato, da un punto di vista formale e per quanto riguarda la fruizione dell’opera. Non siamo forse noi stessi parte unica ed irriproducibile di un più grande tutto.
Felisi condensa memorie, le innesta sul tracciato della tela, procedendo secondo una visione mnemonica per la quale l’oggi è il risultato di ciò che fu e al tempo stesso, è già, in fieri, il tempo del domani. La presa di consapevolezza di questo processo, così evidente nell’opera artistica di Felisi, pone attenzione su uno dei grandi temi contemporanei: l’importanza di ‘restare nel proprio tempo’ con una potenziata consapevolezza dell’esistenza di un ‘filo rosso’ che ricollega ieri all’oggi caricando la nostra memoria di un sapere antico. Lo sguardo osserva allora questi sedimenti, la tela si fa rete e deposito di segni, di forme, di impronte. Di tutto ciò che ‘ ha lasciato traccia di sé, nel tempo.
Per il tramite di queste opere, Felisi scandaglia la trama della tela per rintracciarvi ciò che vi soggiace, ne pone in luce substrati ed intimi raccordi; il suo sguardo si fa fronda (ramo - braccio) di alberi spogliati del loro fogliame divenuto essenza per attraversare, con la sola linfa vitale, il tessuto dell’opera (la vita stessa?).
Mai come oggi lo sguardo dell’uomo dovrebbe essere volto e mantenuto al cielo, nel desiderio di rintracciarvi costellazioni e nel tentativo di riannodare trame e percorsi energetici che ricollegano il sotto al sopra, in una circolarità di relazione e di trasmissione che vede l’uomo al centro di un sistema- universo ove ogni cosa pare ricollegarsi, nella tensione verso il ripristino di una ritrovata armonia con la natura della quale siamo parte pulsante, attraverso il sigillo della Luce.
(testo di Eli Genuizzi Sassoli de’ Bianchi)
ABOUT MANUEL FELISI
Nato a Milano nel 1976, Felisi pratica da sempre un’arte di commistione tra tecniche e linguaggi, modi della tradizione e innovazione tecnologica, trovando nella versatilità la chiave della sua ricerca.
Nella sua produzione installazioni di sensibilità post moderna si alternano a quadri realizzati con un laborioso metodo manuale di stratificazione che parte dalla stesura di uno strato di pigmento gommoso su tutta la superficie del supporto. Così preparato, il fondo viene inciso con un vecchio rullo per decorazione murale e poi reso vibrante da fluide colature di colore che si alternano ad applicazioni di garze e tessuti, spesso d’epoca, cercati dall’artista in ogni parte del mondo. La fase finale porta a compimento l’ibridazione del procedimento con l’innesto di un’immagine fotografica digitale ridotta a silhouette da una forte solarizzazione.
Centrali nella sua raffinata iconografia le forme arboree e floreali così come le nuvole, potenti simboli di vita che inneggiano alla forza della natura in un costante rimando all’importanza della memoria.
ABOUT GALLERIA RUSSO
Fondata nel 1898, la Galleria Russo è la più antica galleria d’arte moderna italiana. Nei suoi 125 anni di attività ha offerto un fondamentale contributo alla creazione nel nostro paese di un mercato dell’arte totalmente rinnovato rispetto agli standard ottocenteschi e in linea con l’assetto socio economico sorto nel dopoguerra.
Nella memoria degli appassionati, il nome della Galleria Russo è inscindibilmente legato al rapporto umano e professionale instauratisi, tra gli anni ’40 e il 1967, con Giorgio de Chirico, grande protagonista della scena artistica italiana del ‘900, e a una serie di importanti mostre.
Dall’inizio degli anni 2000, Fabrizio Russo, bisnipote del fondatore Pasquale Addeo, ha introdotto una programmazione espositiva che alterna importanti mostre di ricerca sui maestri del ‘900 storico a mostre di scoperta e valorizzazione di giovani artisti contemporanei.
Nell’attuale sede della galleria – un ampio locale che affaccia le sue vetrine su Via Alibert, piccolo tratto di strada posto proprio nel cuore del Tridente, lo storico quartiere romano delle gallerie d’arte e degli artisti – è anche ospitato L’Archivio dell’Opera di Duilio Cambellotti.
Connecting Memories
di Manuel Felisi