Manuel Felisi – Vertigine #F7E89F
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L’opera di Manuel Felisi si distingue per un approccio ibrido e un linguaggio visivo eterogeneo e contaminato.
Comunicato stampa
Lo spazio espositivo Galleria Port’Alba è lieto di invitarvi venerdì 21 febbraio 2025 alle ore 18.30 al vernissage della mostra Vertigine #F7E89F di Manuel Felisi.
L'opera di Manuel Felisi si distingue per un approccio ibrido e un linguaggio visivo eterogeneo e contaminato. La gestualità e la natura irregolare della componente pittorica si fondono con la pratica analitica della fotografia, saldate da elementi materici inaspettati. La commistione di essi si offre attraverso la sovrapposizione di diversi livelli di informazioni visive, una stratificazione intesa come sedimentazione dell'esperienza umana.
L’artista attinge a piene mani da questo archivio personale e collettivo, portando alla luce frammenti di storia e rendendo il tempo materia. La sua pratica artistica rivela un processo di cura per i dettagli: Felisi seleziona attentamente i suoi materiali, combinando colori, resine, feltro, pattern e carte che hanno un significato personale e sono custodi di un vissuto. La ricerca di Manuel Felisi è profondamente imperniata sulla memoria e sulla sua complessità, esplora il tempo come dimensione interiore, trascendendo la semplice documentazione di un momento. Si addentra nel passato usandolo come lente attraverso cui esaminare il presente, crea opere non ancorate a un'unica dimensione temporale: il passato, rievocato, riemerge nel presente e si invera in un dialogo costante che porta a interrogarci e a indagare sulla memoria come identità.
Vertigine #F7E89F è un’opera pensata site specific per Galleria Port’Alba e si configura come un'accorata dedica alla città di Napoli. Intrisa del caldo e avvolgente cromatismo del tufo, materiale iconico dell'architettura partenopea, l'opera ne rievoca la genesi attraverso un processo di sedimentazione, richiamato anche nel codice colore esadecimale giallo napoli presente nel titolo.
Nelle opere della serie Vertigini, gli alberi spogli, con la prospettiva dal basso, si stagliano in controluce nitidi e neri. La tecnica mista utilizzata da Felisi crea un sorprendente dialogo tra la precisione della griglia geometrica e l'organicità delle forme naturali, suggerendo una riflessione sulla relazione tra uomo e ambiente. I polittici, frammentati e ricomposti in mostra, creano un effetto di leggera distorsione e movimento, profondità e immersione nella natura. In Rigenerazioni, Felisi esplora il concetto di tempo, non come progressione lineare, ma come forza ciclica di rigenerazione, instaurando un dialogo tra la natura addomesticata, meno mutabile, e la struttura architettonica della serra che la suggella in un eterno presente. Le opere presentano elementi classici, ricordandoci che ogni trasformazione è congelata nel suo divenire, tra rovina e rinascita. Ogni opera di Manuel Felisi racconta una storia e invita l'osservatore a distendersi e farne parte, solletica un ricordo che non conosciamo, ma che in questo hic at nunc ci appartiene.
Conservazione con Manuel Felisi
In che modo il suo processo creativo si articola e si sviluppa nei suoi lavori?
Non vivo lo studio come luogo di ispirazione, ma piuttosto uno spazio dedicato alla parte meccanica, metodica e scientifica del lavoro. La mia ricerca nasce dai viaggi alla ricerca dei tessuti, dalla ricerca di carte da parati nei mercatini dell'antiquariato. Il vero e proprio processo creativo può essere una passeggiata in un bosco o da una fotografia rubata alla città. In studio, il mio lavoro diventa decisamente più rigoroso: parto da una prima stratificazione di vernice gommosa incisa con dei rulli, poi ad una amalgama di colore liquido e alla fase di incollaggio dei tessuti a fiori o carta da parati. Il momento pittorico avviene con pennelli e rullo. L’ultima sovrapposizione materica avviene con le garza tarlatana, che veniva usata per pulire le lastre di incisione; infine, c’è la fotografia, che tuttavia non è l’ultimo livello bensì il primo, quello da cui parto. È stampata sulla tela in assenza di bianco e le parti che corrispondono al cielo vengono dipinte.
Come si intrecciano i concetti di tempo e memoria nelle opere sue opere? Quali sono le modalità di utilizzo dei materiali e immagini per evocare il passato e il presente in una dimensione atemporale?
Sicuramente i tessuti sono un elemento profondamente legato al passato e al mio vissuto. Sono memorie delle lenzuola di mia nonna, i fiori sui tovaglioli e la passione per le tovaglie surreali, tutto questo immaginario floreale è diventato parte integrante del mio gusto personale e lo ricerco per i miei lavori. Nel 2010 ho dedicato un intero progetto al tema del fiore, realizzando ritratti fotografici con lo sfondo dipinto a rullo e un francobollo con un’immagine floreale apposto in alto a destra. Il mio intento era evocare il viaggio, poter far viaggiare queste persone fotografate.
Il rullo decorativo che utilizza diventa un ponte tra passato e presente, un elemento che connette la sua memoria personale con la sua produzione artistica; diventa una sorta di "impronta" seriale della natura. Rafforza il concetto di ciclicità del tempo?
Il rullo, fondamentale nei miei lavori, si trasforma in matrice. Uso i rulli da decorazione in caucciù, quelli usati dalle famiglie che non potevano permettersi le carte da parati. Ma è con la mia installazione Altalena del 2012 che assume un ruolo nuovo apparendo sotto altra forma: la seduta dell’altalena era costituita da un rullo di marmo istoriato. Ho voluto dare una nuova vita a un oggetto comune, trasformandolo in qualcosa di esteticamente vicino a un capitello corinzio, per sottolineare come noi italiani, fin da bambini, siamo seduti sulle radici di una cultura forte e millenaria.
Gli alberi diventano dei veri e propri segni ricorrenti: qual è il loro ruolo, in particolare nella serie Vertigini? Cosa rappresentano per lei e come si relazionano al concetto di memoria?
Nei miei lavori esploro spesso l'immagine dell'albero spoglio, che fotografo prevalentemente d'inverno, poiché in un albero in piena fioritura non è necessario aggiungere altro. Cerco di restituire una sorta di primavera. Inoltre, l’albero spoglio nella sua forma è l’elemento più vicino alla figura umana: agli alveoli polmonari, i rami che si diramano come vene e arterie. Questa somiglianza lo rende un soggetto profondamente umano. L’idea di guardarli e fotografarli dal basso verso l’alto o in una visione frontale ne restituisce un rapporto diretto 1:1 conferendogli un’identità.
La sua pratica artistica installativa è il prodotto tangibile della sua poetica. Penso ad esempio alle opere Memoria dell’acqua, in cui l’acqua è un elemento che ci permette di esplorare il tempo come "archivio liquido" della memoria. In che modo le sue installazioni interagiscono con l'ambiente circostante e con il pubblico?
L'acqua ha memoria, e La memoria dell'acqua è il titolo di un ciclo di installazioni e performance che esplorano questo concetto. L'ultima di queste, Absentia, ha visto la mia prima modella del liceo artistico ricreare il momento in cui, al suono della campanella, si toglieva la vestaglia per posare sul basamento bianco, mentre gli allievi si preparavano per la lezione. Durante la performance, gli allievi osservavano la modella mentre iniziava a piovere su di lei, fino al suono di una nuova campanella. L'acqua, impregnata dell'immagine della modella diventava una sorta di archivio di memoria, un riflesso della sua essenza che gli spettatori potevano percepire. Tra le altre installazioni del ciclo vi è Sinfonia Numero… in cui l'acqua veniva utilizzata per far suonare dei pianoforti, un vero e proprio concerto realizzato con Vinicio Capossela. Ho anche sperimentato congelando l'acqua sui miei vestiti o utilizzandola come elemento per interagire con testi sacri. L'acqua, in questo contesto, diventa una sorta di cassaforte che custodisce ricordi nelle sue molecole e dando a noi un’idea di perpetuo.
Manuel Felisi (Milano, 1976), ha esposto e continua a esporre in numerose gallerie d’arte, musei e palazzi istituzionali, come: Galleria Russo Milano, Fabbrica Eos Milano, Galleria Gagliardi, Gnam Roma, Villa Borghese Roma, Palazzo della Cultura di Catania, Palazzo Reale di Monza, Palazzo Ducale di Genova. Partecipa inoltre a importanti fiere d’arte nazionali e internazionali quali MiArt, ArtVerona, Road to contemporary art, AAM Milano, Artefiera Bologna, Cutlog Parigi, Scope Basel, Art Paris, Contemporary Istanbul e ArtLondon.
Testo critico e intervista a cura di Federica Di Lorenzo.