Mao Pop – Una mostra dedicata a Gherardo Frassa

Informazioni Evento

Luogo
QUESTION MARK MILANO
via Briosi angolo piazza Guardi , Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
12/04/2018

ore 18

Artisti
Werther
Generi
documentaria, disegno e grafica

Question Mark, con la collaborazione di Paolo Frassa, presenta una mostra dedicata alla rassegna proposta nel 2007 da Gherardo Frassa dal titolo “Mai dire Mao – servire il POP”.

Comunicato stampa

Question Mark, con la collaborazione di Paolo Frassa, presenta, dal 12 aprile al 3 maggio 2018, una mostra dedicata alla rassegna proposta nel 2007 da Gherardo Frassa dal titolo “Mai dire Mao – servire il POP”.

Tutte le opere presenti in esposizione provengono dalla collezione di Gherardo. A partire dai poster di propaganda alle statue di ceramica che rappresentano Mao, i militari, le guardie rosse e le artiste dell’opera di Pechino; dai libretti rossi alle sveglie illustrate con immagini di propaganda e molto altro ancora.
Gli oggetti in mostra, per quanto rappresentino un periodo storico ambiguo per il popolo cinese e non solo, sono delle vere icone pop, perfino i giochi in scatola per bambini sono delle autentiche opere d’arte.

In aggiunta alla ricca e variegata collezione in mostra, Question Mark presenta in questa occasione la sua prima opera serigrafica realizzata in collaborazione con l’artista Werther e che propone l’icona pop di Mao come protagonista.

Gherardo Frassa – bio:
Per chi non ha conosciuto Gherardo Frassa, basti dire che ha proposto, per più di quarant’anni, avventure creative tra arte, artigianato, moda e design – mostre, libri, opere, oggetti, omaggi culturali, ricerche, ricostruzioni, iniziative commerciali – e che il tratto che le accomuna tutte è l’ironia, l’anticonformismo, l’amore per l’inconsueto, l’attenzione maniacale per il particolare.
Ha lavorato, tra gli altri, per Regione Piemonte, Regione Valle d'Aosta, Provincia e Comune di Milano, Triennale di Milano, Fiera Milano, Fiere di Parma, Pitti Immagine, Abitare il Tempo, Pirelli Progetto Bicocca, Italgas, Absolut, Bulgari, Vogue, Mont Blanc, Trussardi e ha collaborato con personalità come Pierluigi Cerri, Aldo Cibich, Andrea Branzi, Guido Crepax, Giorgio Forattini, Francesco Tullio Altan, Maddalena Sisto, Andrea Pazienza, Franca Silva, Pat Carra, Marco Lodola, Emilio Tadini, Carlo Orsi, Philippe Daverio, Andrée Ruth Shammah, etcetera...
Per il Centro Moda di Firenze, oggi Pitti Immagine, in un momento di crisi di visibilità degli appuntamenti della moda fiorentina, ha realizzato una serie di grandi mostre di immagine: I Vestiti dell’Avventura, Gli anglo-fiorentini – una storia d’amore, Dall'abito di corte all'abito del cittadino, La stoffa della libertà, all’interno di Pitti Uomo con Oreste del Buono e Luigi Settembrini; Il guardaroba di Gabriele d’Annunzio, a Palazzo Pitti con Anna Maria Andreoli; La regola estrosa e Latin Lover alla stazione Leopolda; e nel 2005 Marithé + François Girbaud: l’altro jeans, finanziata in parte da Pitti Immagine e in parte dai due stilisti; oltre a una serie di mostre per Pitti Casa e Pitti Filati.
Per Pitti Bimbo, in collaborazione con Rizzoli, ha ideato una mostra intitolata Buon compleanno Corrierino per celebrare gli ottant’anni del Corriere dei Piccoli. Allestita prima a Firenze e poi al Castello Sforzesco di Milano totalizzò circa 120.000 visitatori.
Per Bulgari, mostre internazionali a Basilea, Milano, Bologna, Roma, Chicago, Los Angeles, Tokyo, Osaka e Istanbul.
Per il Teatro Parenti di Milano, nel 1997, cura La donna con-turbante, venticinque tra le donne più importanti di Milano ritratte da Franca Silva in un omaggio a J.Van Eyck.
Per Abitare il Tempo, a Verona, con Emilio Tadini, Il 14° a Tavola, installazione di sculture in legno dipinto.
Per la Provincia di Milano: L’Età dei Visconti e degli Sforza nel 2001, Bellezze e splendori della Milano Spagnola nel 2002 e Il laboratorio della modernità – Milano tra gli austriaci e i francesi nel 2003.
Nel 2002, per la Regione Piemonte, Humorosa: humor, poesie, musica, video e opere inedite sul tema della rosa.
Sempre nel 2002, per Absolut Vodka, Absolut Covers, le più belle copertine rock del mondo.
Nel 2004, per Vogue Italia, Mont Blanc e la Triennale di Milano, Il Mondo di Mad, una mostra antologica della grande illustratrice Maddalena Sisto, con un allestimento poetico e spettacolare.
Per il Premio Italgas a Torino, nel 2004 e 2005 con Jean Blanchaert e Cesare Rota Nodari, Gherardo Frassa ha firmato due grandi messe in scena.
Per la Fiera del Ciclo 2006 all’interno di Fiera Milano e per le strade della città, Ilikebike, una mostra di biciclette d’artista che è stata riproposta nell’estate 2007 nei vicoli del centro storico di Maratea.
Per il Comune di Milano Gherardo Frassa è stato il direttore artistico di Camera con vista, evento satellite del Salone del Mobile 2007 a Palazzo Reale, con Luigi Settembrini, Pier Luigi Cerri, Claudia Gian Ferrari, Manolo de Giorgi.
Per le Fiere di Parma, nel 2007, ha ideato Mai dire Mao – mostra sul pop cinese che metteva in scena una riproduzione dell’ideologia maoista e che ha coinvolto artisiti italiani e cinesi, gallerie d’arte, collezioni private, personaggi della cultura e dello spettacolo (da Philipe Daverio a Piero Chiambretti) con una grande ricaduta sui media.
Per la Regione Valle d’Aosta ha progettato Arrivano i Beatles, una mostra allestita presso il Museo Archeologico Regionale e il Centro Saint Benin che presentava oltre 3.000 oggetti per celebrare il mito dei Beatles.
Per Forattini ha curato diverse mostre: La Repubblica di Forattini, Roma, Milano, Bologna, Padova, San Marino, Torino, Firenze (1988); Coraggio, libertà, sberleffo, Palazzo Reale - Milano (2009); Satira in Gloria, Castello di Ussel - Châtillon (2010); W l’Itaglia, Museo Bilotti - Roma (2011).
Dal 2011 ha fondato il marchio Fiori di Latta disegnando e realizzando più di duecento prototipi prodotti da Citazioni.
Nel 2014 la Triennale di Milano l’ha omaggiato con la mostra Non è la rosa non è il tulipano... Tener-a-mente Gherardo Frassa.

Werther – bio:
Werther Banfi, nato a milano nel 1979, è figlio d’arte.
Frequenta il corso di “disegno industriale” al Politecnico di Milano e dal 2008 al 2012 è assistente collaboratore dell’artista Gionata Gesi “Ozmo”.
Nel 2012 si trasferisce a Torino dove inizia a lavorare individualmente
L’artista procede verso la sua costante e personale ricerca che vede un forte connubio tra segno grafico e realistico. L’idea dell’artista è quella di commutare all’interno delle proprie produzioni elementi simbolici, l’equilibrio delle forma e la potenza delle icone creando un dialogo capace di abbracciare due distinti percorsi tematici. Da una parte la fascinazione per la storia antica ed attuale, con miti e personaggi pubblichi intrecciati tra loro, dall’altra l’elemento naturale, con forme e figure organiche, la perfezione delle geometriche che chiudono il cerchio di un approccio sospeso in un limbo tra mistico ed onirico.
Rigorosamente gray scale la tecnica del puntinismo permette di giocare con la luce e coi toni di grigio e permette di creare diversi piani di visione.
La forza del segno proposto, incentrato sul punto, sulla macchia, come unico vincolo visivo.
L’intera ricerca artistica di Werther vive di una costante alternanza di casualità e rigore della riproduzione; un passaggio dalla accidentalità di un segno impulsivo, a un altro empirico e preciso, trovando il fondamento teorico in rigoroso studio sulla forma – intesa come rapporto tra imprevedibilità casuale e matematica – sulle geometrie che la compongono, e sulla suggestione individuale che ne deriva, mettendo in atto il famoso motto della psicologia della Gestalt, per cui “l’insieme è sempre più della somma delle sue parti”.