Mappe sonore / Electrical Walks
Nell’ambito della mostra “Mappe Sonore” insieme alle artiste Micol Assaël e Aura Satz, Christina Kubisch presenterà la performance “Electrical Walks”.
Comunicato stampa
Mappe sonore, così si chiama la mostra che inaugurerà il prossimo 29 settembre al Kunstraum Goethe, lo spazio interdisciplinare del Goethe-Institut di Roma. A tentare di dare concretezza visiva alle onde sonore, a creare visioni e nuovi immaginari, sono tre artiste fra le più interessanti protagoniste della scena artistica contemporanea: Micol Assaël, Christina Kubisch, Aura Satz.
È il caso di Analyzing Silence della tedesca Christina Kubisch, dove le onde sonore della parola “silenzio”, tradotta in diverse lingue, vengono materializzate su stampe. Per la Kubisch mappare vuol dire dare continuamente nuove interpretazioni e punti di vista, ma anche riscrivere il territorio.
Nell’ambito della mostra, l’artista porta a Roma per la prima volta i suoi Electrical Walks, che si terranno fino al 30 ottobre. Per questa performance la Kubisch ha creato delle cuffie che captano segnali elettromagnetici presenti in città tramutandoli in suoni. Lo spettatore potrà indossare le cuffie e camminare nel quartiere, seguendo una mappa creata dall’artista, facendosi guidare dal “concerto sonoro” che, in base alle frequenze dei campi, riscrive continuamente l’ambiente. Queste passeggiate elettromagnetiche, nate nel 2003, si sono tenute già in diverse città e continenti.
Per l’italiana Micol Assael gli elementi naturali primari, quali l'acqua, il legno, il marmo, riportano il suono, tecnologicamente diffuso, alla sua essenza di onda che si propaga nello spazio. La sua opera, appositamente creata per il Kunstraum Goethe, è una struttura in legno a forma di ideogramma giapponese immersa in un leggero suono di acqua. Sulle tavole che compongono la struttura sono posizionati dei cubi di marmo, alcuni incisi con altri ideogrammi. Come nella lingua giapponese, in cui il significato dell'ideogramma varia in base al posizionamento all'interno della frase, così i cubi acquisiscono e modificano il significato in base al posizionamento che essi hanno all'interno dell'installazione.
L’opera dell’artista britannica Aura Satz, invece, si compone di due video, omaggio a due donne pioniere della musica elettronica: Daphne Oram e Laurie Spiegel. Oramics: Atlantis Anew, dedicato a Daphne Oram, antesignana della British Electronic Music e co-fondatrice del laboratorio radiofonico della BBC nel 1958, presenta un incontro ravvicinato con la Oramics Machine, una macchina per musica elettronica ospitata presso il Museo della Scienza a Londra. Nel video Little Doorways to Paths Not Yet Taken, la Satz mostra uno spaccato dello studio della compositrice americana Laurie Spiegel, nota per le sue composizioni di musica elettronica e il suo software per la composizione algoritmica.
Suono e scienza applicata, strumenti fai da te, software e algoritmi, le opere in mostra aspirano a dare forma all’invisibile, un compito che oggi riesce grazie anche alla nascita di tecnologie e intelligenze artificiali sempre più evolute.
Con incontri, performance e workshop, saranno approfonditi i sempre più labili confini tra reale e virtuale e come questi incidono sulla nostra percezione del reale influenzando la nostra vita e gli spazi fisici in cui viviamo.