Mapping Identities
Mappare l’identità dell’uomo contemporaneo attraverso la lettura dell’opera d’arte e della realtà di cui è specchio.
Comunicato stampa
Martedì 27 novembre 2012, la galleria Guidi&Schoen inaugura la mostra collettiva Mapping Identities.
Mappare l’identità dell’uomo contemporaneo attraverso la lettura dell’opera d’arte e della realtà di cui è specchio.
A metà strada fra teatro e vita, sogno e realtà, l’arte racconta lo spazio in cui viviamo distorcendolo, deformandolo spesso. Esiste lo spazio oggettivo, quello dei fisici e dei matematici; lo spazio dell’ego, ovvero relativo all’adattamento individuale e lo spazio immanente e soggettivo, quello cioè dell’inconscio che include gli orientamenti individuali e la nozione dei sistemi spaziali della cultura nel suo complesso (Pagnini Alberti).
Il contesto ambientale in cui si muove l’uomo contemporaneo prescinde dalla prossimità spaziale, dai limiti fisici e geografici; l’area vitale è come ampliata da una tecnologia sempre più avanzata che favorisce lo sviluppo di una dimensione anche virtuale. Si tratta di fenomeni che favoriscono nuovi punti di intersezione, di incontro, di scambio che deterritorializzano quello che può considerarsi il nostro habitat. In questo senso, il nostro spazio vitale subisce continue e molteplici mutazioni, i suoi confini si fanno meno marcati.
Allora, attraverso la mappatura e la rappresentazione dello spazio, è possibile tracciare un identikit dell’artista e ampliando il senso, di tutti noi.
In mostra opere di: Richard Aldrich, Olivo Barbieri, Matteo Basilé, Vanessa Beecroft, Loris Cecchini, Vania Comoretti, Giacomo Costa, Flavio Favelli, Andreas Gursky, Peter Halley, Alex Pinna, Andres Serrano, Massimo Vitali.