Maratona di New York
Spettacolo di drammaturgia contemporanea: scritto da Edoardo Erba nel ‘92, tradotto in 17 lingue, l’allestimento che andrà in scena è recitato integralmente correndo da Cristian Giammarini e Giorgio Lupano, attori e registi dello spettacolo, entrambi allievi di Luca Ronconi.
Comunicato stampa
a.Artisti Associati in collaborazione con Teatro Stabile delle Marche
CRISTIAN GIAMMARINI e GIORGIO LUPANO
MARATONA DI NEW YORK
di Edoardo Erba
interpretato e diretto da Cristian Giammarini e Giorgio Lupano
assistente Caterina Panti Liberovici
luci Mauro Marasà
video Massimo Federico
spettacolo nato in collaborazione con Teatro Stabile delle Marche,
AMAT e Comune di San Benedetto del Tronto - progetto Concordia
Cristian Giammarini e Giorgio Lupano sono i registi e protagonisti di un testo ben scritto, e in questa caso molto ben eseguito, di Edoardo Erba: “Maratona di New York” in scena il 23 gennaio al Teatro Duse.
“Maratona di New York” è stato tradotto in diciassette lingue e rappresentato in tutto il mondo.
È un piccolo gioiello teatrale scritto da Edoardo Erba nel 1992, che racconta una storia di amicizia, quella tra Mario e Steve, che si allenano per partecipare al mitico evento sportivo. Sullo sfondo di una notte insolita, il dialogo si fa profondo e scava nell’esistenza dei due, nelle loro fragilità, in quelle di tutti noi. Il rito del correre si fa metafora della vita.
Sia Cristian Giammarini che Giorgio Lupano si sono diplomati nel ‘93 alla scuola del Teatro Stabile di Torino diretta da Luca Ronconi. Giammarini dal ‘93 ha preso parte a numerose produzioni teatrali con le regie di Luca Ronconi, Klaus Michael Gruber e da Eimuntas Nekrosius; nel ’97 ha iniziato a lavorare con Ferdinando Bruni e Elio De Capitani del Teatro dell’Elfo di Milano. Anche Lupano nei primi anni dopo il diploma lavora in ambito teatrale diretto, tra gli altri, da Ronconi, Lavia, Gregoretti, Sciaccaluga, Denoncourt e dal 2005 alterna il lavoro in teatro a produzioni cinematografiche e televisive, non solo in Italia ma anche all'estero, diretto da Andò, Vancini, Tykwer, Marra, Martinelli, Cavani.
“Maratona di New York” ha corso più di me, viaggiato più di me, fatto più carriera di me. E ho la sensazione che vivrà molto più di me. Una sensazione che si conferma ad ogni versione che mi capita di vedere. Se poi ne vedo una come quella di Giammarini-Lupano, la sensazione diventa certezza. Lo spettacolo non tradisce il testo originale, ma lo rilegge, lo re-inventa, lo inserisce in una dimensione drammatica nuova. La regia è modernissima, magistrale: passa indenne dai momenti comici, senza sottolinearli e senza averne paura, e arriva diretta al cuore del dramma fondendo incubo e realtà in una sola dimensione, un'unica grande notte stellata. Notte che gli attori attraversano con una spontaneità che conquista e un'intensità che commuove. Difficile per il pubblico non ridere e non avere i brividi. La prova atletica sul palco è notevole, Lupano e Giammarini non si risparmiano, si partecipa alla loro fatica. La loro corsa è un gesto iperreale e tuttavia compone un disegno preciso, espressivo, rigoroso. Che ipnotizza e coinvolge, lasciandoti alla fine un grumo d'amore e di dolore da portare a casa, da elaborare con calma. Insomma, questa Maratona è un grande piccolo spettacolo che merita di restare nei cartelloni dei teatri per molti anni. Edoardo Erba