Marc Chagall – L’anima segreta del racconto
Le opere grafiche di Chagall riempiono di segni, colori e racconti le sale del Palazzo della Corgna.
Comunicato stampa
Le opere grafiche di Chagall riempiono di segni, colori e racconti le sale del Palazzo della Corgna. La mostra, curata da Andrea Pontalti, propone una significativa selezione di opere dell’artista russo, dalla serie “Le Favole”, dal ciclo “Chagall Litographe” ed infine due opere raramente esposte al pubblico.
Ancora una volta Chagall riesce a stupire con le sue suggestioni, portandoci alla scoperta del mondo con l’animo di un bambino.
COMUNICATO STAMPA
Dopo le meraviglie grafiche di Miró, la città di Castiglione del Lago ospita un altro grande esponente dell’arte del Novecento nelle tecniche incisorie: Marc Chagall.
Nello splendido Palazzo della Corgna dall’8 dicembre 2018 al 31 marzo 2019 è visitabile la grande mostra “Marc Chagall. L’anima segreta del racconto”. L’esposizione si focalizza prevalentemente sull‘opera grafica dell’artista. Si potrà ammirare una significativa selezione di opere tratte dalla serie “Le Favole” de La Fontaine, dal ciclo “Chagall Litographe” ed infine due opere dell’artista russo raramente esposte, provenienti da una collezione privata italiana.
Chagall non lavora solo con il colore e il tratto, ma con un immenso linguaggio di oggetti che costituiscono il suo “fictional world”. Spesso per le sue opere sono stati utilizzati i termini “letteratura”, “dipinto letterario” ed egli è stato definito “creatore di favole o racconti fantastici”.
La mostra, a cura di Andrea Pontalti, è promossa dal comune di Castiglione del Lago e organizzata da Sistema Museo e Cooperativa Lagodarte, in collaborazione con Aurora Group e The Art Company.
Nel 1948, alla XXIV edizione della Biennale di Venezia, Chagall espone dipinti, disegni, incisioni e illustrazioni di Gogol, La Fontaine e la Bibbia. Proprio quest’ultima produzione sarà determinante per il Primo Premio della grafica che gli verrà conferito. Una consacrazione forse tardiva, ma certamente indicativa dell’importanza storico-artistica del corpo principale delle opere esposte.
Lo stupore accompagnerà il visitatore nella visione sia delle acqueforti delle “Favole” che delle magnifiche litografie del ciclo Chagall Litographe. Il disegno “Re David suona la cetra” (1949-52) e il dipinto “Musicien et Danseuse” (1965) arricchiscono, infine, il repertorio tecnico e narrativo del percorso.
L’originalità dell’arte di Chagall e il suo dinamismo fantastico, che lascia trapelare tutto il mondo interiore di “eterno fanciullo”, pervade anche la sua produzione grafica. La mostra è un racconto del raccontare, che consacra a buon diritto Chagall quale “artista letterario e mitologico”. Ancora una volta Chagall riesce a stupire con le sue suggestioni, portandoci alla scoperta del mondo con l’animo di un bambino.
LE OPERE IN MOSTRA
“Le Favole”
Chagall inizia ad illustrare “Le Favole” di La Fontaine a Parigi, nel 1927, su richiesta del mercante d’arte Voillard. Nelle 20 acqueforti in mostra l’artista mette l’accento sulla componente mitologica e universale della favola con la consueta padronanza nel posizionamento dei personaggi: le figure sembrano stagliarsi sul foglio come per dominarlo, alla maniera della scrittura ebraica o come nelle icone russe, ricordi presenti della sua infanzia e della sua adolescenza.
Il lavoro grafico su “Le Favole” illustra i grandi temi della vita che hanno interessato Chagall nel corso della sua opera: amore, morte e follia umana; temi antitetici che si incontrano e scontrano come in un ossimoro petrarchesco: così nel foglio in cui sono magistralmente rappresentati l’arroganza del lupo, che si contrappone alla mitezza della cicogna che gli salva la vita, dominano gratitudine ed ingratitudine, vita e morte. I reticoli, le figure, gli oggetti, i granelli di polvere neri sembrano uscire dal suo mondo fantastico, aggredire realmente lo spettatore, fagocitarlo e trascinarlo via.
“Chagall litographe”. L’intimo compendio
Chagall Litographe presenta al visitatore un ciclo di litografie originariamente realizzate per il primo volume del catalogo ragionato dell’opera litografica dell’artista (in mostra è presente l’edizione deluxe tirata in soli cento esemplari). Lungi dall’essere dei semplici strumenti di catalogazione, i volumi sono dei veri e propri “livre d’artiste” corredati di un apparato di opere originali di altissimo livello. Chagall pubblicherà altri tre volumi corredati di illustrazioni tra il 1963 e il 1974.
Un nucleo di quattro opere, nello specifico, Le Cirque, La Jongleuse, Le Clown musicien, Carte d'invitation ruota attorno al tema del circo. Tale tema attraversa tutta l’arte moderna. Chagall, già affascinato dagli spettacoli circensi nella natale Vitebsk, incontrerà a Parigi il circo come uno dei fulcri più interessanti della vita artistica e sociale della capitale francese. Legame ambivalente, capace di mettere in scena i poli opposti del tragico e del comico. In La Baie des Anges e in Femme-oiseau Chagall tocca, invece, quel processo di ibridazione e metamorfosi tra umano e animale che sin dalle illustrazioni delle Favole attraversa l’opera dell’artista. Il ciclo di opere include inoltre due rappresentazioni dell’angelo, variazioni dello stesso motivo iconografico.
In Couple Noir au Musicien compare una coppia di amanti che in Chagall Litographe ricorrerà anche nelle opere Le Couple devant l'arbre, Les Amoureux au soleil rouge, Affiche pour la ville de Vence, Couple en ocre. Se il tema degli amanti persiste nel percorso di Chagall, le opere in mostra presentano un’indelebile costante dell’amore come abbraccio, come abbandono all’altro. In un terzo gruppo di opere è Parigi a prendere la scena: Notre-Dame en gris, Visions de Paris e Notre-Dame et la Tour Eiffel. Infine l’artista compare in due autoritratti: Le Peintre à la palette e Auto-portrait. Quest’ultima è l’opera più ricca di elementi chagalliani, dove si scorge quello che sembra un volume dal titolo Ma Vie, titolo esatto della sua autobiografia ma anche indicazione allo spettatore a cercare nell’opera gli elementi portanti della vita dell’artista.
“Re David suona la cetra”
Realizzata tra il 1949 e il 1952, “Re David suona la cetra” è un’opera parsimoniosa nell’uso del colore e del tratto e trova nell’essenzialità esecutiva un mezzo perfetto per la narrazione. Il riferimento è certamente biblico, di quella Bibbia che Chagall definì come “la più grande fonte di poesia di tutti i tempi” o come “l'alfabeto colorato in cui ho intinto i miei pennelli”. Il tema è caro a Chagall che nelle illustrazioni della Bibbia (1931-56) lo affronta in ben due tavole, la prima a “citare le scritture” dove il giovane David calma i mali di Re Saul con la musica, la seconda a collocare il Re intento a suonare nella solitudine di un paesaggio vitreo. Nel “Re David suona la cetra” Chagall sceglie la libertà compositiva e la mescolanza in un cielo costellato di riferimenti biblici: Mosè con le tavole della Legge, il Cristo come l’ebreo messo a morte, Adamo ed Eva e gli Angeli. Re David pare suonare per un popolo in marcia (quasi certamente il popolo ebraico), mentre non mancano accenni alla ruralità dell’infanzia, espressa con forza attraverso scorci intimi di maternità.
“Musicien et danseuse”
Sono interessanti i confronti di “Re David suona la cetra” con l’opera esposta dal titolo “Musicien et danseuse” (1965). In una composizione di estrema semplicità e vivacità coloristica si ravvisa, innanzitutto, la musica. Nell’opera emerge il tema del violinista, che sarà una figura-chiave del linguaggio figurativo di Chagall tanto da divenire allegoria stessa della musica. Un ulteriore elemento di confronto sono i riferimenti all’infanzia russa. In questo caso è la composizione nella sua interezza a rimandare all’universo folkloristico e rurale di Vitebsk, sua città natale.