Marcello Grassi – Sine Tempore
“Sine Tempore” la mostra personale di Marcello Grassi a cura di Andreina Pezzi.
Comunicato stampa
“Sine Tempore” la mostra personale di Marcello Grassi a cura di Andreina Pezzi.
Il titolo dell’esposizione, che contiene anche una serie inedita di scatti realizzati al “Musée Saint-Raymond” di Toulouse ed al “Musée Départemental de l’Arles Antique” dell’estate scorsa,
è il trionfo di immagini dallo stile contemporaneo in dialogo col passato.
Sono vari i formati proposti nell’allestimento, essi conducono lo spettatore con ritmo significativo ad un’analisi sull’arte antica. Soggetti dalle piccole dimensioni esplodono in particolari come vena- ture e sgretolamenti della materia per ingrandirsi a dismisura conquistando il duplice titolo di opera unica, sia fotografica che archeologica.
Il fotografo con questa ricerca sulla materia enfatizza i dettagli e li solleva attraverso la luce, guidandoli successivamente con ombre marcate grazie al competente controllo del mezzo.
Questi contrasti donano alle immagini un sovrappiù che le porta in un unico piano temporale: antico e contemporaneo si mescolano.
Marcello Grassi rivela in questa mostra un senso non comune della pietra e della sostanza, rivela il suo amore per l’Archeologia e la sua profonda cultura antica, guida principale di questo lavoro.
La sua ricerca in questa mostra a Palazzo dei Principi, non vuole essere frutto di nostalgie di ciò che era ieri l’arte, ma vuole essere soprattutto una celebrazione del passaggio dei tempi. Conoscere chi siamo stati per capire chi siamo oggi. Lo fa in maniera umile, cercando tracce reali della storia antica nel modo più obiettivo possibile, non a fini decorativi quindi ma per una indagine più profonda di ciò che l’obiettivo mostra.
Come scrive Charles-Henri Favrod: “C’è una energia vitale nella sopravvivenza che egli pone in essere, elaborando una nuova forma di annali e effemeridi”... “fa resuscitare con ostinata perse- veranza”. “In un colpo solo è il trionfo di gloria della fotografia”.
Non solo ci troveremo d’accordo con Favrod visitando la mostra, ma troveremo nelle immagini di Marcello Grassi emozioni oltre misura. Egli recupera infatti l’archeologia per documentarla e
conservarla nella memoria dello spettatore, accompagnandolo in un viaggio lungo quanto l’Italia e non solo. Non propone solo vent’anni di ricerche personali tra i musei e necropoli raggiunte, ma presenta un viaggio tra diverse civiltà e territori, dove le sculture Etrusche, Romane e Romani- che vivono in un unico obiettivo, richiamare alla mente le tracce di chi siamo oggi.
La fotografia di Marcello Grassi rimane quindi di incisione documentaristica mantenendo la sua specificità più vera anche se con raffinati e smisurati contrasti di tonalità, dona una notevole di- mensione estetica alle sue opere.