Marcello Jori / Giuseppe Uncini
Nella sua sede in fase di ampliamento, la Fondazione Marconi presenta in contemporanea due mostre: una selezione di opere su carta di Giuseppe Uncini, eseguite tra il 1959 e il 1977 e un nucleo di dipinti inediti e di grande formato realizzati da Marcello Jori negli ultimi quattro anni, ispirati a Parigi e all’Île de la Grande Jatte.
Comunicato stampa
Nella sua sede in fase di ampliamento, la Fondazione Marconi presenta in contemporanea due mostre: una selezione di opere su carta di Giuseppe Uncini, eseguite tra il 1959 e il 1977 e un nucleo di dipinti inediti e di grande formato realizzati da Marcello Jori negli ultimi quattro anni, ispirati a Parigi e all’Île de la Grande Jatte.
GIUSEPPE UNCINI
In principio era il disegno
Disegni 1959-1977
Giuseppe Uncini, nato a Fabriano nel 1929, si trasferisce a Roma dal 1953 dove entra in contatto con alcuni esponenti dell’arte italiana e internazionale, tra cui Burri, Capogrossi, Afro, Mirko, Cagli. L’intera sua produzione è caratterizzata dall’utilizzo di materiali non convenzionali, quali ferro e cemento armato per la realizzazione di opere di grandi dimensioni. Si afferma come uno dei maggiori protagonisti dell’arte italiana, e sviluppa nel tempo numerosi cicli di opere, come le Terre, i Cementarmati, i Ferrocementi, le Ombre e i Muri d’ombra, gli Spazi di ferro fino agli ultimi Artifici. Il suo percorso artistico è lo sviluppo di un’assidua necessità del “costruire” l’opera, emblema niente altro di se stessa e dei suoi stessi principi generativi. In quest’ottica il disegno svolge, sin dagli inizi dell’attività di Uncini, un ruolo di primaria importanza, rivestendo sempre una funzione centrale per la progettualità del suo lavoro. Al disegno l’artista si rivolge con consuetudine pressoché quotidiana non tanto come ricorso a una “forma” artistica tra le altre, ma come pratica ricorrente nella concezione e formulazione stessa dell’opera. E le stesse modalità esecutive del disegno inducono a considerazioni pertinenti tanto l’ambito di pittura e scultura, quanto quello dell’architettura.
La mostra, realizzata in collaborazione con l’Archivio Uncini, presenta tre nuclei di disegni che corrispondono ad altrettanti periodi della produzione artistica di Uncini. Il primo (1959-1964) comprende elaborati – tracciati a matita o a inchiostro, penna sfera o acquerello – riferibili per lo più alla creazione dei Cementarmati; il secondo considera l’arco temporale compreso tra il 1965 e il 1970, ed evidenzia la nuova preoccupazione dell’artista riguardo la progettazione fisica del rapporto luce-ombra; il terzo e ultimo raggruppamento invece documenta l’interessante esperienza dei Terracementi e delle Colline artificiali (1971-1977) che ispireranno molti anni dopo i suoi ultimi lavori intitolati Artifici (2007). Completano il percorso espositivo alcune opere in ferro e cemento, tra cui l’importante lavoro del 1968, Sedia con ombra, in cui è evidente la volontà di Uncini di uscire dalla superficie del quadro per invadere fisicamente lo spazio.
Per l’occasione la Fondazione Marconi pubblicherà un catalogo, a cura di Bruno Corà, edito da Cambi Editore.
In contemporanea lo Studio Marconi ’65 di via Tadino 17 presenterà un’interessante selezione di disegni e studi degli stessi anni e dal 9 al 12 aprile sarà al MIART con l’opera Grande Parete Studio Marconi MT 6, espressamente realizzata da Giuseppe Uncini nel 1976 per la storica galleria di Giorgio Marconi.
Si segnala, inoltre, che a partire dal 7 marzo, la galleria Vistamare di Pescara organizzerà, sempre in collaborazione con l’Archivio Uncini, una mostra di sculture dell’artista, dai primi Cementarmati alle Dimore.
MARCELLO JORI
Le Grand Jour à l’Île de la Grande Jatte
Nato a Merano nel 1951, Marcello Jori è un artista versatile che ama confrontarsi con linguaggi diversi, spaziando dalla pittura alla letteratura e all’illustrazione, dalla fotografia al design.
Persegue da subito un progetto di arte totale, riprendendo in chiave contemporanea l’atteggiamento dell’artista rinascimentale, pittore, scultore, architetto e scrittore al tempo stesso, capace di ricevere ispirazione da ogni forma artistica.
Agli inizi degli anni Ottanta intraprende la produzione dei Cristalli, gemme preziose, contenitori di energia e di luce da cui nasceranno fortunati dipinti con la serie dei Giacimenti, delle Foreste e delle Città.
Nel 1996 presenta il libro La città meravigliosa degli artisti straordinari: ambizioso progetto di una città dipinta per artisti viventi destinati all’immortalità, in cui ogni edificio è a misura dei loro stessi corpi, un mondo ideale di cui l’artista si fa artefice e custode.
Nel 2010 presenta alla Fondazione Marconi un progetto importante, Gli Albi dell’Avventura, veri e propri distillati del suo fare artistico che definisce una svolta significativa nel suo percorso. Marcello Jori inventa e dipinge un’amicizia “immaginaria” con Lucio Fontana, impossibile nella vita reale e racconta in prima persona le proprie imprese ed emozioni con parole e immagini, a metà tra realtà, storyboard e fantastico racconto.
La mostra alla Fondazione Marconi ha richiesto all’artista ben quattro anni di lavoro e presenta il punto d’arrivo e di partenza di una ricerca “in cui il tempo non ha inizio e non ha fine, un luogo in cui gli artisti non sono mai morti e quelli viventi saranno sempre vivi”. Un percorso di ricerca dunque che va al di là del tempo e dello spazio, per incontrare l’arte e viverla come un vero e proprio luogo spirituale.
Le opere esposte al piano terra e al primo piano della Fondazione Marconi sono quadri di grandi dimensioni realizzati, dalle parole dell’artista, con pittura ad acqua su carta artigianale fusa con la tela. Jori li definisce “sogni dipinti su carta goffrata simile a una pelle… pitture che sembrano acquerelli, così grandi da rasentare l’impossibile”. Qui il nume tutelare è Georges Seurat, “l’amico” da riportare in vita e da incontrare con la fantasia, per esplorare l’Île de la Grande Jatte di Parigi, così com’è oggi. L’incontro reale e poetico è invece quello che avviene tra “arte” e “natura”, il pointillisme di Seurat e il puntinismo del cielo: la neve…
Per l’occasione la Fondazione Marconi presenterà il Quaderno n. 17, con testi di Bruno Corà, edito da Cambi Editore. In contemporanea Marcello Jori curerà un nuovo catalogo edito da Skira della serie Gli Albi dell’Avventura.
Fondazione Marconi Arte moderna e contemporanea
Via Tadino 15 - 20124 Milano
Tel. 02 29 41 92 32 - Fax 02 29 41 72 78
[email protected]
www.fondazionemarconi.org
Inaugurazione: 10 marzo 2015 dalle ore 18.00
Durata della mostra: dall’11 marzo all’11 aprile 2015
Orario: martedì - sabato 10-13, 15-19
Ingresso gratuito
Ufficio stampa: Cristina Pariset - Tel. 02 4812584 - Fax 02 4812486
cell. 348 5109589 - [email protected]
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GIUSEPPE UNCINI (Fabriano 1929 - Trevi 2008)
Dopo gli esordi nella sua città natale, nel 1953, si trasferisce a Roma dove entra in contatto con alcune figure dell’arte italiana e internazionale residenti nella capitale (Capogrossi, Afro, Burri, Mirko, Cagli). Nel 1955 partecipa alla VII Quadriennale di Roma a Palazzo delle Esposizioni e, due anni dopo, espone per la prima volta in Germania, a Francoforte sul Meno, alla collettiva “Abstrakte italienische Kunst”.
Nel 1956-57 inizia il ciclo di opere chiamato Terre, tavole realizzate con tufi, sabbia, cenere e pigmenti colorati. Ma la svolta nell’evoluzione artistica di Uncini si ha con la creazione, tra il 1957 e il 1958, dei primi Cementarmati, opere realizzate con ferro, cemento e rete metallica che lasciano intravedere la struttura portante del loro farsi, in contrasto con le superfici compatte e ruvide del cemento che spesso espongono la venatura della cassaforma. Nei suoi lavori è evidente la ricerca geometrico-spaziale che pone in primo piano il principio costruttivo e architettonico. Si susseguono diverse mostre che vedono riunita la cosiddetta Giovane scuola romana: Uncini, Festa, Lo Savio, Angeli e Schifano. La prima importante personale è del 1961 alla Galleria l’Attico di Roma. Nel 1963 si ufficializza la fondazione del Gruppo 1 con Biggi, Carrino, Frascà, Pace e Santoro che terranno una serie di esposizioni e pubblicheranno un manifesto che ne spiega la poetica. Il Gruppo 1, scioltosi nel 1967, contrapponeva alla ricerca dell’Informale, l’idea di un’arte legata alla teoria della percezione, suggerendo la diversa funzione dell’artista nella società. Argan fu uno dei più convinti sostenitori di questo gruppo. La ricerca di Uncini prosegue dal 1962 al 1965 con i Ferrocementi, dove il cemento estremamente levigato, fino a perdere ogni riferimento di tipo materico, ha nel tondino di ferro il vero protagonista che se determina le dimensioni del cemento, si fa linea di continuità tra il limite esterno e parti interne. Segue nel 1965 il gruppo di lavori Strutturespazio, che saranno poi presenti alla XXXIII Biennale di Venezia del 1966. Nel 1968, Uncini pone il suo interesse alla funzione dell’ombra che a lungo lo accompagnerà nella realizzazione delle sue opere ed è proprio in quell’anno che Palma Bucarelli gli commissiona la Porta aperta con ombra che sarà esposta a divisione di due ambienti nella Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma. Gli incontri con la Galleria Christian Stein a Torino (personali nel 1968, 1971 e 1975) e con lo Studio Marconi a Milano (personali nel 1973, 1976, 1980 e 1995) segnano una tappa importante nella carriera dell’artista. Nasce poi tra 1969 e 1972 la serie dei Mattoni e tra il 1972 e il 1978 la serie delle Ombre, la cui massiccia presenza architettonica dialoga e si confronta con la propria ombra anch’essa costruita e resa volume. Gli anni Ottanta sono segnati dalle Dimore, superfici che danno l’idea di un paesaggio architettonico: edifici, porte, finestre, soglie e la loro ombra portata. Nel 1984 Uncini è ancora presente alla Biennale di Venezia con una sala personale. Nel 1990 partecipa alla rassegna “L’altra scultura” a Madrid, Barcellona e Darmstadt con il nuovo ciclo Spazi di ferro. Nel 1994, con le opere Spazicemento, Uncini inizia la collaborazione con la Galleria Fumagalli di Bergamo. Prosegue il suo lavoro con la serie dei Muri di cemento. Nel 1999 espone al PS1 di New York in “Minimalia”. Nel 2001 un’importante retrospettiva sul lavoro di Uncini si tiene alla Städtische Kunsthalle di Mannheim. Nel settembre 2002 sono allestite due importanti personali a Milano, alla Galleria Christian Stein e alla Galleria Giò Marconi, mentre a cavallo tra il 2002 e il 2003, la Galleria Fumagalli di Bergamo, accanto ad alcuni pezzi storici, propone una serie di gioielli in oro, argento e brillanti, realizzati con la tecnica della fusione a cera persa. Dal 2004 prosegue il suo lavoro con le Architetture. Nel 2007 si allestiscono in contemporanea tre diverse personali alla Fondazione Marconi, Galleria Christian Stein di Milano e alla Galleria Fumagalli di Bergamo. Nel 2008, in occasione della Fiera di Bologna, viene presentato al pubblico il Catalogo Ragionato dell’Opera di Giuseppe Uncini, a cura di Bruno Corà. Lo stesso anno inizia il nuovo ciclo Artifici e gli viene commissionata una importante opera per il Parco delle Sculture del MART di Rovereto e nel contempo inizia a lavorare al progetto per la mostra antologica itinerante che si terrà tra il 2008 e il 2009 allo ZKM di Karlsruhe, al MART di Rovereto e al Landesmuseum Joanneum di Graz.
Nella notte del 31 marzo 2008, a 79 anni, Uncini si spegne improvvisamente nella sua casa-studio di Trevi.
MARCELLO JORI (Merano 1951)
Dà avvio al suo lavoro a Bologna agli inizi degli anni Settanta, servendosi di fotografia, pittura e scrittura.
Fin dall’inizio della sua attività, persegue un progetto di arte totale. A partire dagli anni Ottanta, dopo un periodo dedicato alle scritture dipinte che faranno delle parole un segno ricorrente in tutto il suo percorso, inizia la produzione dei Cristalli, gemme preziose, contenitori di energia e di luce, geometrie che lo porteranno a ridipingere il mondo seguendo le regole del suo stile. Nasceranno opere significative che raggiungono oggi risultati importanti, con la serie dei Giacimenti, delle Foreste e delle Città.
Negli stessi anni è tra i fondatori del “Nuovo fumetto italiano”. Pubblica in Italia per “Linus”, “Alter” e “Frigidaire”, in Francia per Albin Michel su “L’Echo des Savanes”.
Collabora anche con le riviste “Vogue” e “Vanity Fair”.
Partecipa a tre Biennali di Venezia, alla Biennale di Parigi, a due Quadriennali di Roma. Tiene mostre in gallerie e musei nazionali e internazionali, tra cui: Galleria d’Arte Moderna, Roma; Studio Morra e Galleria Trisorio, Napoli, Castel Sant’Elmo, Napoli; Studio Marconi, Milano; Galleria De’ Foscherari e Galleria d’Arte Moderna, Bologna; Galleria Civica d’Arte Contemporanea, Trento; Hayward Gallery, Londra; Kunstverein, Francoforte; Holly Solomon, New York.
Nel 1996, in occasione della mostra personale al Palazzo Comunale di Siena, pubblica, con testi di Stefano Benni e Alessandro Mendini, il volume La città meravigliosa degli artisti straordinari, ambizioso progetto in cui ha inizio la costruzione concettuale e pittorica di una città ideata per ospitare e celebrare abitanti speciali: gli artisti contemporanei destinati all’immortalità.
Tiene una personale all’Art Institute di Boston.
Negli anni Novanta partecipa alla mostra “Psycho”, curata da C. Leight, A. Dannat e D. Kuspit, e a un’importante esposizione con Dan Flavin, Sol LeWitt e James Croak, al Kunst Hall di New York.
Nel 2000 compie utili perlustrazioni in ambito musicale e l’esperienza lo porta a realizzare per Vasco Rossi un’imponente scenografia, una città dipinta di 20 metri per 70, per Rock sotto l’assedio, concerto tenutosi allo stadio San Siro di Milano. Lo stesso anno tiene una personale al Museo d’Arte Moderna di Bologna a cura di Danilo Eccher, nella quale viene riproposta l’opera fotografica degli anni Settanta.
A Milano nel 2003, alla Galleria Emi Fontana, presenta per la prima volta le Predicazioni, libri-opera scritti e illustrati a mano in copia unica, nei quali racconta in modo inedito la vita di artisti leggendari.
Nel 2007 inizia la collaborazione con importanti aziende di design come Alessi e Moroso.
Nel 2010 tiene una mostra personale alla Galleria De’ Foscherari, curata da Elena Re ed espone alla Galleria Giorgio Persano di Torino.
Riprende la collaborazione con la Fondazione Marconi di Milano, dove nel gennaio 2011 tiene una personale intitolata “Gli Albi dell’Avventura”, una svolta importante nel percorso della sua attuale ricerca.
Nell’ottobre 2011 realizza una serie di opere per Diego Della Valle, presentate a Parigi all’Ambasciata Italiana, nelle quali interpreta alcuni tra i più celebri monumenti del mondo.
Inizia la collaborazione con “Il Corriere della Sera”, per il quale realizza sei copertine.
Espone i suoi Giacimenti in una mostra personale all’Ocean House di Miami.
Nel 2013 tiene la personale “La Gara della Bellezza” al Museion di Bolzano. Al Castel Tirolo tiene una nuova esposizione sulla “Città meravigliosa”, curata da Danilo Eccher e per l’occasione pubblica il quarto volume della serie Gli Albi dell’Avventura edito da Skira.
Nel 2013 è ad Artissima nella sezione “Back to the Future”.
Nello stesso anno gli viene proposta una sala alla ADN Collection di Bolzano curata da Elena Re.
Nel 2015 partecipa alla mostra “Scenario di terra” al MART di Rovereto.