Marcello Mantegazza – Spoiler: You Will Die
La ricerca di Marcello Mantegazza si incentra sull’analisi di temi articolati e capitali come lo scorrere del tempo, il pericolo, la corruzione e consunzione, l’estraniamento, la caducità della vita, che tornano in questa personale dall’eloquente titolo: Spoiler: You Will Die.
Comunicato stampa
La ricerca di Marcello Mantegazza si incentra sull’analisi di temi articolati e capitali come lo scorrere del tempo, il pericolo, la corruzione e consunzione, l’estraniamento, la caducità della vita, che tornano in questa personale dall’eloquente titolo: Spoiler: You Will Die.
Il termine spoiler, comunemente usato in campo cinematografico, si riferisce a vari contesti dove può essere svelata in anticipo la trama di qualcosa e rimanda alla vita stessa che reca in sé, appunto, uno spoiler: la fine è nota. L’autore denuncia questo dato di fatto con opere che si confrontano con tali riflessioni scomode mantenendo, però, sempre una propria intima, seppur drammatica bellezza, rientrando nella più generale poetica dell’artista: concettuale ed enciclopedica, portata a riflettere sul valore – anche estetico – della catalogazione. Egli, come scrive Barbara Martusciello nel testo di presentazione: “(…) è attratto dagli abecedari, dalle tavole anatomiche, dalle statistiche, dai manuali, dagli indici, così come dalle elencazioni di nomi, di date significative, di sequenze telefoniche, di indirizzi e di attività consuete organizzate grazie a liste della spesa, degli appuntamenti, degli ingredienti. Quest’apparentemente onnivora attenzione per ogni promemoria proviene da una necessità dell’artista di ricopiare, scrivere o disegnare una serie di contenuti, di testi e di componenti anche grafico-visivi su agende personali, album, fogli e altri supporti cartacei o in ogni caso analogici al fine di leggere il dato di partenza, di studiarlo, memorizzarlo e possederlo contemporaneamente. In questa pratica non v’è uno studio sulla sistematizzazione o un’indagine su ordine e controllo ma una considerazione sul fluire di eraclitiana memoria (πάντα ῥεῖ ὡς ποταμός)” che con i temi in mostra è strettamente connesso”.
Ecco, quindi, in mostra una grande opera a parete dal titolo The End, incentrata su di un lemma emblematico, che rimanda alla fine di un percorso, con richiami cinematografici ma anche e soprattutto esistenziali, e che attua un’analisi sullo scorrere del tempo poiché è composta da sovrapposizioni di date inchiostrate realizzate da timbri-datario; o ecco i libri scavati, letteralmente, alla ricerca, di volta in volta, della parola-chiave… Così, Mantegazza scandisce queste parti e le riporta al tutto: adottando, appunto, sia i volumi che buca e rende installazioni essenziali, o usando timbri a richiamare analisi che nella storia dell’arte passano - nota la curatrice - per “Alighiero Boetti, On Kawara, Gino De Dominicis, Vincenzo Agnetti, Roman Opalka, Annette Messager, Christian Boltanski fino a Esther Ferrer o a Christian Marclay, solo per citarne alcuni”. La vita transita anche dagli affastellamenti di diversi elementi, che siano essi libri, minute, o “gli anni, i mesi, i giorni, gli attimi di cui si compone la nostra realtà”. Tutto scorre, pertanto: la vita e il tempo che “non si lascia riempire” (Jean-Paul Sarte): quindi, “ci pensa Mantegazza, a farlo, colmandolo di tracce -i segni-timbro, le pagine biucate”, perché forse – citando Paul Verlaine, come fa la curatrice – “la morale migliore è ancora di dimenticare l’ora”, uno smemoramento che è un’apertura alla speranza.
Marcello Mantegazza nasce nel 1974 a Potenza, vive e lavora a Rieti. E’ rappresentato dalla galleria trecinque 3)5 Arte Contemporanea di Rieti.