Marcello Maugeri / Franco Menicagli
Due artisti, due mostre personali, un nuovo spazio per una galleria che darà privilegio espositivo a giovani autori: possibilmente italiani, trasversali per linguaggi e ibridazioni, sul filo dialettico che lega la memoria consapevole al rischio del futuro.
Comunicato stampa
Due artisti, due mostre personali, un nuovo spazio per una galleria che darà privilegio espositivo a giovani autori: possibilmente italiani, trasversali per linguaggi e ibridazioni, sul filo dialettico che lega la memoria consapevole al rischio del futuro.
Marcello Maugeri e Franco Menicagli non hanno incroci diretti ma vicinanze linguistiche e poetiche. I loro approcci indagano il ciclo biologico delle avanguardie storiche, metabolizzando le radici di riferimento in una germinazione calibrata, dove il risultato fa sentire la densità, necessaria e persistente, dell’opera.
MARCELLO MAUGERI Inversione di Marcia
A cura di Gianluca Marziani
Marcello Maugeri prosegue la sua complessa indagine sui codici iconografici, sul modo in cui linguaggi e tematiche creano costanti cortocircuiti, sia interni (contenuti, teoria, concetti) che esteriori (forma, costruzione, citazioni). La nuova personale, elaborata in modo esclusivo per Die Maurer, indaga i possibili cortocircuiti dell’arte informale, partendo dalle radici necessarie di Alberto Burri e Antoni Tapies, i due giganti che hanno trasformato le materie povere nel barometro della nobiltà espressiva. I quadri di Maugeri si alimentano di elementi riciclati (legno da imballaggi, lamiere, frammenti urbani, plastiche) e stabiliscono processi di consunzione calibrata, come se il risultato si appropriasse della citazione per andare oltre, verso i codici semantici del presente, verso gli “arredi” metropolitani, verso le molteplici nature del nostro tempo.
Alcuni quadri appartengono al ciclo degli SPAZIRICICLATI (ruggini, legni)… qui la materia rivela la sua essenza atemporale e il suo metabolismo interno, connettendo la casualità chimica del consumarsi ai codici “organici” della comunicazione, dei linguaggi contaminati, dei meccanismi urbani e digitali.
Altri quadri appartengono al ciclo NIENTEDADICHIARARE (plastiche riciclate)… qui la materia diventa colore e costruisce immagini pure, elementari, sorta di attivatori sensoriali che agiscono sulla percezione ottica. Una sfida all’ordine storico che, partendo dai Cellotex di Burri, regola l’opera nel clima iconico del presente.
Inversione di Marcia indica il cambio di direzione su una stessa strada: dove la corsia di destra rivela il passo lento del passato, quella centrale il presente di scorrimento, la sinistra le accelerazioni del futuro. Inversione perché Maugeri connette le tre corsie con fluida continuità, cambiando marcia ma considerando centrali le adiacenze della memoria. E’ la coerenza del flusso a guidare
L’artista si rifugia nel motore storico per pulire l’opera dalle scorie senza genius loci, dalla confusione mondana che separa progetto e risultato. Le sue strutture recuperano le radici e ritrovano spazi di riflessione, geografie intime in cui si riporta il processo estetico al centro del dilemma concettuale.
FRANCO MENICAGLI Curve Germinative
A cura di Gianluca Marziani
Franco Menicagli conferma un ponderato interesse per la verifica e la correzione dei codici iconografici, nel suo caso in sintonia con il Minimalismo e le molteplici declinazioni dell’essenzialità modulare. Scheletri complessi, agglomerati curvati, grovigli elastici, gabbie dinamiche… modi diversi per affrontare la fragilità dell’opera, la sua biologia instabile, i codici spaziali, le relazioni con il movimento plastico. Le sue sculture mappano l’andatura del vuoto fisico, diventando architettura dentro le architetture, un intrico di linee andamentali per ridefinire le coordinate tra uomo, opere e ambiente. Il Minimalismo storico si traduce in una riflessione oltre la linea e l’angolo retto, nel presente bulimico della curvatura digitale, degli angoli prostetici, delle connessioni stratificate. Tutto resta essenziale, privo di accenni accessori. L’opera agisce per equilibri dinamici, entrando negli interstizi dell’esistente, dando alla sua essenzialità una grazia più attuale che mai. Menicagli equilibra le citazioni per frammenti, come se la memoria fosse un gioco di addizioni, un’eredità poligamica che non riguarda un’opera ma aspetti singoli di molteplici opere. Da qui la sua verifica del presente, la correzione dei codici iconografici, dove l’evoluzione parla in silenzio e trova una cifra personale, evolutiva, “biologicamente” propria.
Nella mostra da Die Maurer l’artista presenta tre progetti: un’installazione sul soffitto, un’opera sul pavimento e un terzo progetto, dal titolo “Abrasiva”, in cui ha consumato un foglio di carta vetrata su cui è riprodotta la planimetria dello spazio. Il legame con l’ambiente è pressoché totale: le opere plasmano l’invisibile e ne mostrano gli intrichi germinativi, le memorie residuali, le possibilità inespresse. La stessa carta inverte la cancellazione nel suo contrario, rivelando lo scheletro del luogo, la memoria fondativa che permette ai segmenti sinuosi di conservare e far progredire il presente.
Conservazione e progresso assieme, sintesi di un minimalismo evoluto in cui l’opera verifica la memoria per correggere la direzione del presente, verso geometrie instabili ma resistenti, figlie di un presente tra visibile e invisibilità, pesante e leggero, lento e rapidissimo.
Le curve diventano germinative.