Marcello Tedesco – Sophie Von K
Un simbolo proposto e riproposto, in mostra, dall’artista, avvalendosi anche di differenti tecniche incisorie, che simboleggiando la forza primordiale “archetipa” della terra della natura protetta e rigenerata dai serpenti diviene rappresentazione della stessa pratica incisoria.
Comunicato stampa
Normalmente si pensa ad una matrice come ad un “modello” entro cui versare un materiale liquido come gesso, resina, gomme, o nel caso di un processo di stampa da inchiostrare.
Una pratica con cui ottenere delle copie tutte uguali ed identiche a se stesse. Errato.
Niente di più falso. Ogni copia avrà una sua identità e diversità e sarà diversa dalla propria matrice, dal proprio “archetipo” perché cambieranno le condizioni ambientali, la pressione, ecc..
Marcello Tedesco è partito proprio da qui per approcciarsi alla pratica dell’incisione, lui normalmente scultore, ha deciso di riflettere sul ruolo della matrice e della sua riproducibilità
portandone allo scoperto i limiti e le potenzialità. Per fare questo ha creato e trattato delle carte normalmente utilizzate in edilizia con acqua, cemento, metalli, ruggini, ottenendo fogli unici e irriproducibili su cui stampare un proprio disegno raffigurante un calice circondato da serpenti.
Un simbolo proposto e riproposto, in mostra, dall’artista, avvalendosi anche di differenti tecniche incisorie, che simboleggiando la forza primordiale “archetipa” della terra della natura protetta e rigenerata dai serpenti diviene rappresentazione della stessa pratica incisoria:
Calice-matrice-creazione della materia
/ serpenti-copie-divulgazione della saggezza
A livello personale questa sua ricerca mi ha portato a riflettere di come ogni aspetto della nostra vita è dettato da una matrice e da delle copie, noi stessi siamo il frutto dell’incontro tra due archetipi un uomo-una donna in cui alternativamente sono sia stampo che sostanza inchiostrante in un processo di riproduzione-duplicazione.
La pratica dell’incisione non è poi così distante dall’atto di dare la vita, di dare amore.
Quindi quale modo migliore per titolare questa mostra se non il nome di Sophie Von K un omaggio voluto rendere da Marcello Tedesco, a Sophie Von Kühn amore prematuramente
perso dal poeta tedesco Novalis, un amore mai consumato, un’incisione mai stampata