Marco Cascella – ‘Deep Brightness
La Banca Azimut in Corso Venezia 48 a Milano
inaugura la mostra ”Deep Brightness” del pittore Marco Cascella. La mostra durerà un mese.
Comunicato stampa
MARCO CASCELLA:
Painting Between Inner and Outer Space
Alan Jones
Febbraio 6, alle ore 18.30, la Banca Azimut in Corso Venezia 48 a Milano
inaugura la mostra ''Deep Brightness'' del pittore Marco Cascella. La mostra durerà un mese.
Marco Cascella viene da una dinastia d'artisti, da Pescara fino a Milano, che include il nonno Tommaso Cascella e il padre Andrea Cascella, figli, fratelli, zii, cugini, nipoti: un viaggio, da una generazione all'altra, tra pittori e scultori. Italia è un paese che conosce molte dinastie d'artisti nella sua storia: famiglie in cui l'impulso creativo torna da secolo in secolo come la calendula torna a crescere nel orto famigliare. C'era una volta, forse a Venezia, che Marco Cascella sarebbe automaticamente stato chiamato ''Cascella il Giovane.''
C'è ne sono artisti che sono flgli di senatore, di avvocato, di pastore, di bancaio; altri, figli di nessuno. Cézanne, che aveva poco successo durante la sua vita, diceva ''il vero genio era il mio padre.'' Gauguin, come più tardi Jeff Koons, lavorava alla borsa. Marco Cascella invece è medico. Del suo percorso, dalla medicina alla pittura, ha detto:
''La mia vocazione per la pittura è insorta piuttosto tardivamente. Infatti pur appartenendo a una famiglia di artisti, a partire dalla mia adolescenza, la mia prima inclinazione è stata per l'arte medica. Dopo gli studi universitari ho cominciato a lavorare come medico presso il Policlinico San Matteo di Pavia. La vocazione per la pittura ha incominciato a scaturire quando ero agli inizi della mia professione medica con l'uso frequente del microscopio con quelle visioni popolate da molteplici elementi cellulari. Mi sembrava di essere in una magica silenziosa realità parallela in cui differenti entità biologiche esistevano senza tempo. Ho così incominciato a dipingere piccole immagini geometriche multicolori che all'inizio si ispiravano alle sculture di mio padre poi gradatamente si sono diversificate in una morfologia di aspetto più biolgoco. Le colorazioni degli elementi dipinti deriva dalle visioni microscopiche, varie gamme di tenui viola blu rosa, i punti rossi a volte riscontrati derivano dai nuclei cellulari che mi si presentavano come punti scuri verso il centro della cellula. Gli elementi dapprima isolati si sono progressivamente popolati e diversificati quasi a rappresentare quel mondo magico rivelato dal microscopio. L'ambientazione degli elementi ha parallelamente effettuato succesive evoluzioni, passando da sfondi monocromatici per dirigersi verso una concezione più paesaggistica ma astratta. Alla ricerca spasmodica di una profondità che diventa metafora di distanza, di percorso estistenziale con percorsi accidentati e turbulenti in cui bisogna mantenere sempre il punto di equilibrio. Sfrecciando come navicelle spaziali verso quella luce, verso la nostra salvezza.''
Era il critico Tommaso Trini, scrivendo di Marco Cascella, a dire: ''anche il futuro può turbare il passato.'' Bisogna ricordare forse i scrittori che vengono dalla medicina, cominciando da Gustave Flaubert et passando dal poeta americano William Carlos Williams. Ma bisogna anche ricordare che la prima ambizione di Williams era di diventare pittore. Mentre che era lo strumento della scienza a riportare Cascella al mestiere familiare, era la medicina stessa a contribuire un nuovo aspetto alla pittura. Mi ricordo una volta che, da studente, Marco mi ha detto che la medicina del prossimo futuro sarebbe la medicina preventiva. Gliel'ho fatto presente molti anni dopo: ''Non mi ricordo di aver mai detto tale cosa.'' Forse in quel momento aveva già pensato da pittore.