Marco Eusepi – Gardens
La galleria Eduardo Secci, in collaborazione con il Comune di Noto, è lieta di annunciare la mostra Gardens di Marco Eusepi, a cura di Pier Paolo Pancotto, nelle sale di Palazzo Trigona a Noto, Siracusa.
Comunicato stampa
La galleria Eduardo Secci, in collaborazione con il Comune di Noto, è lieta di annunciare la mostra Gardens di Marco Eusepi, a cura di Pier Paolo Pancotto, nelle sale di Palazzo Trigona a Noto, Siracusa, dal 9 luglio al 15 settembre 2022.
La personale - secondo capitolo che la galleria dedica al giovane artista romano -, riunisce lavori pittorici su tela e carta sia di piccole che grandi dimensioni.
Attraverso una ricerca tanto antica quanto contemporanea, Marco Eusepi propone una rappresentazione intima della natura e del paesaggio legata alla tradizione, dove l’elemento naturale è studiato nei suoi aspetti sia micro che macroscopici divenendo pretesto per attivare una riflessione metalinguistica sulla pittura. Nella sua grammatica pittorica, la superficie diviene un campo di decostruzione formale in cui i diversi piani si fondono mettendo in discussione le gerarchie compositive attraverso la creazione di nuovi organismi materici.
Pier Paolo Pancotto è curatore del Programma Art Club di Villa Medici - Accademia di Francia a Roma.
Marco Eusepi (1991, Anzio) vive e lavora a Roma. Nel 2015 ha conseguito il diploma in Pittura e nel 2018 in Grafica d’Arte all’Accademia di Belle Arti di Roma. Tra le sue mostre personali e bipersonali: Eduardo Secci, Firenze (2021); Cose Viste, Marco Eusepi - Sergio Sarra, SPAZIOMENSA, Roma (2021); Underpainting, Albert Van Dyck Museum, Schilde, Anversa (2019). Tra le sue mostre collettive: Materia Nova. Roma nuove generazioni a confronto, Galleria d’Arte Moderna, Roma (2021); Ineffable Worlds, Tang Contemporary Art, Hong Kong (2021); Opening Exhibition, SPAZIOMENSA, Roma (2020); Segno Contemporaneo, Dingyuan International Art Center, Pechino (2019); Academia Italia, VII Saint Petersburg International Cultural Forum, San Pietroburgo (2019); Hanji - opere in carta, Istituto di Cultura Coreano, Roma (2018); Masters Salon Painting, Royal Academy of Fine Arts, Anversa (2017).
Testo curatoriale di Pier Paolo Pancotto
Come già annotato in occasione della sua mostra a Firenze lo scorso anno, Marco Eusepi (Anzio, 1991; vive e lavora a Roma) “rimane fedele alla tradizione senza cadere nella maniera o nella nostalgia del passato; con naturalezza, senza premeditazione. In questo risiede la sua attualità. Infatti, egli appare in grado di appartenere al proprio tempo pur muovendosi con disinvoltura nell’ambito dei codici che, storicamente, regolano la disciplina artistica, individuando in essi non un limite imposto quanto, piuttosto, uno strumento utile a tradurre in termini universali le intenzioni del suo operato. Così, senza ricorrere ad alcuna strategia premeditata, foriera di un riscontro tanto immediato quanto effimero, egli s’affida ai sistemi tecnici che, da sempre, governano la ricerca pittorica e grafica individuando in essi degli autentici compagni d’avventura, in grado, quant’altri mai, di esplicitare la propria, personale esplorazione della realtà; e, piegandoli alle proprie esigenze estetiche ed intellettuali, ne rinnova le funzioni, aggiornandole.
Eusepi si è formato all’Accademia di Belle Arti di Roma. Ottenuto il diploma, ha esordito sulla scena espositiva ed è stato protagonista, tra l’altro, di una personale all’Albert Van Dyck Museum di Schilde, Anversa (2019), allo SPAZIOMENSA di Roma (2021), del quale è anche uno dei promotori, e della galleria Eduardo Secci di Firenze (2021). Le sue tele così come le sue carte focalizzano buona parte della loro attenzione sullo studio della natura, colta nei suoi aspetti sia micro che macroscopici; vale a dire, concentrandosi sul particolare di un fiore o la porzione di un elemento vegetale per poi passare ad una vasta veduta o a un paesaggio sconfinato. Allo stesso modo, esse si sviluppano soprattutto per piccole o grandi dimensioni: tranne rare eccezioni, non contemplano per le mezze misure. A questa dicotomia, così evidente sul piano iconografico e iconologico oltre che fisico, si contrappone, all’opposto, un lessico piuttosto univoco nel quale confluiscono contemporaneamente figurazione ed astrazione secondo la poetica dell’artista sospesa, appunto, in una costante polarizzazione tra emozione e memoria, impressione fugace e assimilazione del mondo reale”.
Come a Firenze, le opere in mostra a Palazzo Trigona di Cannicarao a Noto ne sono una prova. Si tratta di un gruppo di carte intelate o di pitture su tela di piccolo e grande formato; queste ultime costituiscono una novità nell’ambito della produzione dell’artista segnandone, in qualche modo, una svolta che il progetto a Noto documenta esaurientemente. I lavori, tutti datati tra il 2019 ed il 2022, hanno per soggetto paesaggi o elementi vegetali che “seguendo una gamma cromatica ora più fedele al vero ora più di fantasia, affiorano dal fondo chiaro della carta con la stessa sregolata velocità con la quale percorrono, nel quotidiano, lo sguardo ed il cuore dell’artista. Ché, in sintesi, così potrebbe riassumersi il suo sistema operativo: affidarsi alla rapidità di un gesto pittorico per restituire l’immediatezza di una sensazione - per lo più, suscitata dalla natura - e renderne così partecipi gli spettatori, condividendo con loro l’esperienza percettiva che ha dato loro origine; spontaneamente, senza ricorrere ad alcun artificio, cosi come, assecondando il corso naturale delle cose, l’evento ha avuto luogo. In tal senso, questi fiori, queste vedute assumono un carattere quasi autobiografico, visto il carattere intimo che li ha determinati”.
Le opere trovano posto nelle suggestive sale di un edificio barocco, Palazzo Trigona di Cannicarao, integrandosi integralmente ad esse, quasi fossero lì da sempre e, solo oggi, svelassero la loro presenza. Molte di loro, infatti, sono state concepite dall’artista per l’occasione e, unite alle altre, danno luogo ad una sorta di grande installazione che, senza soluzione di continuità, si svolge nel palazzo enfatizzando il carattere ambientale che la sintassi pittorica di Eusepi è in grado di generare.