Marco Ferri – Poche variazioni di rilievo

Informazioni Evento

Luogo
D'ARC RIFUGIO D'ARTE CONTEMPORANEA
Via S.Ippolito 44/a, Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

martedì-sabato 10>14 - 15.30>19.30 | lunedì 10>14

Vernissage
28/11/2014

ore 18

Artisti
Marco Ferri
Generi
arte contemporanea, personale

Nei lavori di Marco Ferri si attua una corrispondenza poetica tra la dimensione ludico-fantastica e quella scultorea, tra la restituzione di “antiche” superfici graffiate e corrose e la modernità della struttura formale.

Comunicato stampa

Nei lavori di Marco Ferri si attua una corrispondenza poetica tra la dimensione ludico-fantastica e quella scultorea, tra la restituzione di “antiche” superfici graffiate e corrose e la modernità della struttura formale. Le piccole ali dei suoi dipinti disegnano itinerari dello sguardo inattesi, e aprono infiniti discorsi con poche variazioni di rilievo.

Venerdì 28 novembre alle ore 18 verrà inaugurata la personale dell'artista Marco Ferri, POCHE VARIAZIONI DI RILIEVO. Lo spazio D’ARC ospiterà la serie “PER CERTI VERSI”, “IN SOLIDI PIANI” e “NON C’E’ NIENTE DI NUOVO”: occasione per un viaggio nella visione poetica dell’artista che coniuga dimensione ludico/fantastica e dimensione scultorea, strizzando l'occhio all'informale materico. Il gioco, la terra e la memoria sono gli elementi su cui è imperniata tutta la ricerca dell’artista tarquiniese: “Ebbene, nascono dal gioco e dalle salde radici di questa terra due caratteristiche essenziali dell’arte di Marco Ferri: la sua tavolozza costruita con gli stessi colori e con i medesimi accostamenti dei padri etruschi e il suo lavorio accanito sulle superfici che sono graffiate, corrose, volutamente antiche. Ma c’è anche, inaspettato e poetico, l’accostamento tra questo antico tenacemente voluto e la modernità assoluta della struttura che richiamerebbe alla mente Mondrian, o meglio Klee, se non fosse per quella tensione continua verso la terza dimensione - reale, non illusoriamente costruita secondo i dettami della prospettiva e della teoria delle ombre.” (Luigi DePascalis)
“La carnalità del colore è la sua nota più alta quale residuo sopravvive e si compie nella sua più remota apparizione, colore di un dipinto antico, archeologia di una sensazione, rimando a un’immagine è di per sé porta d’ingresso dopo un incontro inatteso.” (Marcello Carriero)