Marco Gastini
Intervento installativo in terracotta colorata posto nello scalone principale del palazzo: una rivisitazione delle installazioni a parete degli anni Settanta nelle quali l’artista utilizzava fusioni di piombo ed antimonio.
Comunicato stampa
L’esposizione fa parte di un progetto più ampio riguardante il percorso artistico di Marco Gastini dagli anni Settanta fino ai giorni nostri, attraverso tre differenti eventi espositivi che rimarcano la vocazione di approfondimento culturale che OTTO Gallery persegue da vent’anni col suo lavoro.
Tre sono gli spazi coinvolti: Palazzo Pepoli Campogrande, sede distaccata della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Entnoantropologici di Bologna, il MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna oltre alla OTTO Gallery.
Si viene subito accolti all’entrata del Palazzo da un intervento installativo in terracotta colorata posto nello scalone principale: una rivisitazione delle installazioni a parete degli anni Settanta nelle quali Gastini utilizzava fusioni di piombo ed antimonio. È proprio in questo periodo che l’artista inizia a pensare a opere che colloquino con lo spazio circostante, il muro, attraverso tensioni e rimandi tra la materia e lo spazio del muro che diviene parte integrante dell'opera. All’interno della Quadreria Zambeccari, della quale fanno parte opere di Ludovico Carracci, Guercino, Crespi, Creti ed altri ancora, Gastini pone Retablo del 1986 che porta ad un confronto tra arte moderna e contemporanea.
È una predella che già di per sé innesca questo tipo di rapporto in quanto nasce nel Medioevo come corredo alle pale d’altare lignee. L’inserimento di un’opera contemporanea in un ambiente costituito da opere per lo più di età barocca, porta ad un forte parallelo tra i due tipi di arte e a vedere più apertamente il diverso utilizzo di un’opera nata come religiosa e utilizzata in questo momento con valenza laica.