Marco Pensavecchia – Luci e Ombre
Personale di Marco Pensavecchia.
Comunicato stampa
Nelle opere di Marco Pensavecchia questi diversi mondi convivono "angeli,uomini.."
di Anna Maria Faldini
“L'aspirazione dell'uomo a creare viene guidata da quell'impalpabile spinta che si trova nell'animo di ogni essere umano.
Marco Pensavecchia, possiede sia l'aspirazione quanto l'ispirazione con la quale realizza opere raffinate per l'esecuzione minuziosa delle figure. La sua propensione per la plasticità delle forme lo portano a privilegiare la figura umana e a interpretarla in modo iperrealistico nella sofisticata ricerca dei particolari, della luce e delle ombre. All'interno di un suo approfondimento della cultura classica si pone la raffigurazione del corpo umano che permette all'artista di mostrare la sua visione di perfezione armonica, che può persino risultare triste e dolente, ma solo perché la configura secondo il suo stato d'animo.
Dopo il diploma al Liceo Artistico A. Martini di Savona, allievo, tra gli altri, del compianto Giampaolo Parini, MARCO PENSAVECCHIA ha intrapreso una strada lavorativa diversa, ma la pittura e il disegno sono comunque una passione che continua a coltivare. Anni fa ha modellato un bassorìlievo in terracotta che, riproducendo la scala sociale in forma di piramide, partiva dalla lotta dell'ultimo per arrivare al primo.
In ceramica ha dipinto piatti con creature marine molto realistiche.
Preferisce, però, dipingere e disegnare figure umane. Ha partecipato a qualche mostra collettiva: nel 2003, per il cinquecentenario dell'elezione di Giulio II, ha esposto al Priamar una riproduzione ad olio su tela de “Il Giudizio Universale” di Michelangelo che gli è costata cinque anni di lavoro. Nel 2010 ha partecipato a Villa Cambiaso a una mostra patrocinata da Vittorio Sgarbi.
L'artista si è ispirato ai due grandi Michelangelo dell'arte: il Buonarroti e il Caravaggio.
Si ispira al corpo umano, femminile e maschile. Ritiene, soprattutto quest'ultimo, più armonioso e completo.
Ama riprodurre la luce che cade su una figura e crea ombre. Nel momento in cui la raffigura è come se uscisse dal suo cuore, perché come artista comunica le sue sensazioni.
Quando si esprime sente di mettere anima e cuore in ciò che fa.
Il quadro diventa quindi una finestra per guardare oltre, perché un'opera deve emozionare chi la dipinge e chi la guarda.”
Liberamente tratto da "II Letimbro" aprile 2020