Marco Pepe Ferrarini – 50 sfumature di Pepe
25 le opere selezionate, nate dall’estro e dalla particolare ingegnosità e inventiva del giovane creativo, tante le sfumature della sua arte che spazia dal disegno, ai dipinti su tela, alle installazioni, al design.
Comunicato stampa
“Un artista è una persona che produce cose di cui la gente non ha bisogno, ma che lui, per qualche ragione, pensa sia buona idea dar loro”.
Andy Wharol
Marco Pepe Ferrarini ci porta nel suo mondo ironico, surreale, divertente, fatto di colori, di giochi. Pepe, ricollegandosi idealmente alla Pop Art (in generale) e ad Andy Wharol (in particolare), riflette su quello che vede intorno a lui, trae ispirazione dalla nostra società, dai suoi marchi cult, dalle immagini dei mass-media, dalle icone del nostro presente.
Il titolo della mostra, “50 sfumature di Pepe”, che presentiamo allo Spazio Audiomedica di Via Repubblica a Parma, è in questo senso significativo poiché allude con sarcasmo all’erotica trilogia di romanzi che tanto fa parlare di sé in questo periodo. 25 le opere selezionate, nate dall’estro e dalla particolare ingegnosità e inventiva del giovane creativo, tante le sfumature della sua arte che spazia dal disegno, ai dipinti su tela, alle installazioni, al design.
Pepe interpreta a modo suo gli oggetti della quotidianità e dà loro una nuova vita realizzando sculture imponenti e installazioni con materiali interamente di recupero, riciclando ogni cosa. Assi da stiro che diventano colorate tavole da surf e poi banconi di un bar, mobiletti rovinati degli anni ’60 convertiti in televisori vintage con vere antenne telescopiche, lampioni da giardino trasformati in Chupa Chups che richiamano il pop-gigantismo di Oldemburg. Arte come gioco, come partecipazione attiva e libera del fruitore che interagisce con l’opera d’arte che può lui stesso contribuire a creare combinando, per esempio, alcune scatole di compensato (riciclate) che ripropongono fedelmente nei colori e nelle forme, i mattoncini della versione n° 2 del Tetris, il mitico gioco del Game Boy. Il fine ultimo è una libreria, ma i più fantasiosi si possono divertire in ogni modo, così come con il domino gigante si possono ricavare serpentine lunghissime e partite infinite.
Diverse fasi hanno caratterizzato il percorso artistico di Pepe e abbiamo cercato di presentare le più significative ed espressive. Il suo linguaggio è in continua evoluzione, alla ricerca di uno stile più personale e identitario nel quale rispecchiarsi completamente. In questa direzione gli ultimi lavori dove l’artista dà prova della sua grande tecnica di abilissimo disegnatore: con pochi tratti definisce un’immagine, creando personaggi bizzarri che affiorano dalla sua mente e che prendono vita istintivamente dalla matita come nel simpatico trittico “People are strange”, così come dalla fantasia è nata Anna in Wonderland, ritratto della moglie reinterpretato in chiave fiabesca. Un’altra interessante figura entrata a far parte da poco del mondo di Pepe è Eveline. Eveline non sa di chiamarsi Eveline, non sa neanche di essere stata immortalata dall’obiettivo fotografico dell’artista parmigiano, nè di essere stata poi fedelmente riprodotta di spalle su una tela mentre osserva un quadro al Moma di New York, ignara, anche, forse, di essere appena uscita da un film di Tim Burton.
Maniaco assoluto dei dettagli, preciso fino all’estremo, ci fa sorridere riproponendo a modi revival prodotti e ricordi che hanno popolato le vite di tutti noi, ci mostra il dorso dei “Ciddì” che ascoltava da giovane riprodotti perfettamente e sedie sulle quali è intervenuto in chiave punk-rock. Fa arrestare un terrorizzato Topolino, ci presenta le cover di versioni giapponesi di famose riviste di moda, crea Morositas che escono dalla tela, Brooklyn in legno per tutti i gusti, grandi rondelle di liquirizia.
Citando Andy Wharol “la pop art è un modo di amare le cose”, nei suoi lavori Pepe omaggia la realtà, piccoli pezzi di memoria consumistica condivisa, dimostrando con una grande intelligenza creativa la sua voglia di comunicare trasmettendoci positività, al confine tra verità e finzione.
Marco Pepe Ferrarini è un giovane creativo di 32 anni, dal 2006 inizia a dipingere utilizzando la tecnica dell’acrilico su tela, decide in seguito di esplorare nuovi territori artistici come sculture, installazioni visive, oggettistica. Ha all’attivo diverse personali e collettive: POP PEPE @ View (Studio VIEW, Parma, aprile 2011); “SENSORIA” mostra collettiva polisensoriale (Parma, maggio 2011, con il patrocinio del Comune di Parma Assessorato al Benessere e alla Creatività giovanile); AW3- attaccare arrendersi resistere (Spazio Gerra, Reggio Emilia, lug-ago 2011); Vogue & Co - Mostra personale presso Mood Café (Parma, dicembre 2010); EAT me - con Parmacotto un quadro d'autore per la città (Palazzo Pigorini, Parma apr-mag 2010); MUG_SHOT PROJECT in collaborazione con l'Archivio Giovani Artisti di Parma (maggio 2009).