Marco Proietto – Bianco Nero
In mostra il lavoro di Marco Proietto, uno dei primi tra artisti, illustratori e incisori che hanno contribuito ad arricchire nel tempo l’attività di grafica d’arte di Galleria 291.
Comunicato stampa
Il 14 Dicembre la programmazione della decima stagione di Galleria 291 Est prosegue con la presentazione del lavoro di Marco Proietto, uno dei primi tra artisti, illustratori e incisori che hanno contribuito ad arricchire nel tempo l'attività di grafica d'arte di Galleria 291.
Proietto torna a trovarci per presentare la sua ultima fatica: una serie di 78 illustrazioni destinate alla realizzazione di un mazzo di Tarocchi edito dalla US Games Systems con il nome di BiancoNero Tarot.
Gli arcani maggiori e minori di Proietto sono una versione aggiornata nella forma, ma non nel contenuto, dei tarocchi Raider-Waite. Le illustrazioni riprendono la composizione e le simbologie originali, cercando di unire un'estetica popolare propria di mazzi più antichi (Visconti, Sola-Busca, Marsigliesi), restituendo così alle carte la dimensione di strumento tradizionale tanto esoterico quanto di intrattenimento.
Le figure umane sono visibilmente contemporanee inserite all'interno di un luogo senza tempo, originariamente concepite completamente nude e poi vestite in un secondo momento con semplici drappi. L'abito neutro lascia la libertà di sostituire e aggiungere elementi simbolici: in carte come Il Mago, ad esempio, l'autore sostituisce il segno dell'infinito, originariamente collocato al di sopra del capo della figura, con un ciondolo rappresentante l'ouroboros, indossato dal personaggio.
La mostra presenta quindi il processo di costruzione delle singole carte attraverso l'ideazione e la realizzazione tanto delle figure quanto dei singoli elementi simbolici: una serie di disegni destinati all'illustrazione di un "testo non scritto". Proietto è infatti autore visivo a servizio di un particolare sistema narrativo proprio dei tarocchi, sistema ben rappresentato da Italo Calvino ne Il castello dei destini incrociati dove i personaggi sono costretti a comunicare per mezzo di un mazzo di tarocchi. Calvino costruisce una narrazione di natura combinatoria utilizzando i Tarocchi, "figure variamente interpretabili", come scene di un racconto pittografico.
La narrazione per immagini si inserisce nel tessuto della "storia popolare" attraversando il passato e il presente, rappresentando lo scorrere del tempo e l'evolversi del gusto; ogni mazzo di tarocchi è quindi anch'esso un riflesso dell'epoca in cui è stato prodotto.
A confermare la collocazione delle carte nella cultura popolare è la loro appartenenza alla categoria conosciuta come "delle carte povere", ovvero di quei prodotti di stampa, come anche il fumetto, destinati ad una diffusione di massa.
Questo specifico campo dell'editoria genera prodotti molto vicini all'oggetto d'arte ma sostituisce al valore di unicità la promessa di essere per tutti. Il multiplo diviene quindi co-protagonista di questa esposizione affiancandosi ai disegni originali attraverso la presenza di riproduzioni realizzate con tre dei principali sistemi di stampa che vanno dal digitale al tradizionale.
In conclusione possiamo dire che questa mostra vuole celebrare tanto il ruolo dell'illustratore quanto l'importanza della diffusione delle espressione artistiche attraverso il multiplo, l'editoria e le arti applicate.