Marco Sauro – Tappe
Mostra personale
Comunicato stampa
Mostra di pittura
“TAPPE” di Marco Sauro
acrilici su tela
presentazione in catalogo dello storico dell’arte Tomaso Montanari
Galleria della Tartaruga
via Sistina 85a, Roma
www.galleriadellatartaruga.com
Inaugurazione venerdì 26 gennaio 2018 ore 18
La mostra rimane aperta dal 26 gennaio al 5 febbraio 2018
orari di apertura: 10 - 13 e 16.30 - 19.30; chiuso festivi e lunedì mattina
dal catalogo in mostra
«All lost, nothing lost»: il taccuino di viaggio di Marco Sauro
Tomaso Montanari
[---] «I luoghi, i territori, gli oggetti sono testimoni e custodi del tempo – scrive Sauro –.? Bisogna saperli ascoltare, osservare, rispettare». E i suoi quadri, le ‘tappe’ del suo viaggio, sono altrettanti tentativi di imprigionare quei luoghi e quei territori: un tentativo riuscito, prima ancora che sul piano artistico, su quello spirituale.
[---] Vita e anima dei luoghi: quasi a scoprirne il genio, l’identità unica, profonda e irriducibile. Ma anche, inestricabilmente, vita e anima di coloro che li vivono, o che li visitano, accogliendoli nella propria vita materiale e spirituale.
E poi c’è, quasi in ogni quadro, l’esplicitazione della tavolozza dei colori: un campionario, una scala che dichiara gli ingredienti, una ricetta, uno schema di montaggio. O, meglio: le istruzioni per un ri-montaggio. Per sapere – anche tra tanti anni – quali colori, quali sapori, quali odori rievocare, rivedere, riassaporare nella memoria: proprio come era capitato a Camus.
E infine l’aspetto più ovvio, ma paradossalmente meno evidente per chi veda questi quadri per la prima volta: le iscrizioni. Le lunge inserzioni manoscritte: belle come le iscrizioni cufiche nelle aureole dei santi di Gentile da Fabriano, ma, al contrario di quelle, programmaticamente illeggibili. Parole, annotazioni, appunti che ci fanno capire che stiamo sfogliando le pagine colorate di un taccuino: monumentale, e insieme privatissimo.
[---] Mettere in ordine, dunque: fissare nel segno, e nel colore. Per organizzare la memoria, certo. Ma anche per oggettivare, per tirare fuori, per non dover tenere tutto dentro.
Per riuscire a dimenticare, sì: ma sapendo di poter poi recuperare quella memoria, riattivare una sensazione, rivivere un’emozione.
In un passo celebre del Giardino dei Finzi Contini, Giorgio Bassani fa raccontare al protagonista: «Essendomi capitato di leggere in uno dei taccuini stendhaliani queste parole isolate: All lost, nothing lost, di colpo, come per miracolo mi ero sentito libero, guarito». Arriva dunque da altri taccuini – quelli di Stendhal – la morale di ogni lungo viaggio che ormai abbiamo finito, e solo apparentemente dimenticato: quando tutto è perduto, nulla va perso. Ed è allora che ci sentiamo liberi. Che ci sentiamo guariti. [---]
Marco Sauro Graphic designer, art director, disegnatore, costruttore d’immagini, pittore. Numerose personali e collettive. Invitato, selezionato, premiato più volte a manifestazioni e concorsi nazionali e internazionali di grafica e pittura. Suoi manifesti sono stati esposti in Italia, Francia, Giappone, Svizzera, Polonia, Bulgaria. Collaborazioni con Teatro Petruzzelli di Bari, Teatro dell’Opera di Roma, UNESCO, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Formez, Cidim, Ismez, RAI Giubileo, RAI Way, ENEL, Comune di Roma, IFAD The International Fund for Agricultural Development, Accademia Nazionale dei Lincei. Progetta e sviluppa per anni l’intera immagine grafica istituzionale e di promozione eventi, spettacoli, festival e manifestazioni realizzati dall’Auditorium Parco della Musica di Roma gestito dalla Fondazione Musica per Roma. Disegna le copertine dei volumi per le collane “Capire la Scienza”, “Capire la Filosofia”, “I Grandi Romanzi”, “Mondo Noir”, “Noir”, “Giro del Mondo in Noir”, “Autori nel Pallone”, “Noirissimo” editi da la Repubblica e L’Espresso.
www.sauro.design