Marek Kvetan – Data Storage 20.21.
Label201 è lieta di presentare l’installazione “Data Storage 20.21.” dell’artista visivo slovacco Marek Kvetan a cura di Michal Stolárik, realizzata grazie al supporto dei fondi pubblici dello Slovak Arts Council.
Comunicato stampa
Label201 è lieta di presentare l’installazione “Data Storage 20.21.” dell’artista visivo slovacco Marek Kvetan a cura di Michal Stolárik, realizzata grazie al supporto dei fondi pubblici dello Slovak Arts Council.
Il lavoro dell'artista visivo slovacco Marek Kvetan (1976, Bratislava) si focalizza su risultati tangibili e realizzazioni spaziali. Le sculture, gli oggetti e le installazioni di Kvetan sono (insieme ai materiali di recupero) estratti dalla realtà o ispirati da essa e si ispira alla banalità del quotidiano. Strutturare e rimodellare la realtà; un simbolismo di moltiplicazione o sottrazione; sperimentazione con forme e processi chimici e, non per ultimo, utilizzo della materia: queste sono le sue abilità rappresentative.
Il suo progetto Data storage 20.21. (2020 – 2023) segue la strategia dell’artista di ridefinire significati e regole generalmente familiari. Vista dal punto di vista delle forme estetiche e dei precedenti progetti di Kvetan, questa vasta installazione potrebbe sembrare il risultato di una modellazione digitale successivamente stampata in 3D. In realtà è ricavata da una tecnica elementare di calco in gesso. Una visione più attenta rivela che è composta da centinaia di imballaggi di scarto che sono passati per la casa dell’artista durante il periodo di lockdown. Un'attività che si è trasformata in un bisogno ossessivo di documentare e archiviare tutti i rifiuti superflui. Bottiglie di bevande e acqua minerale, cartoni del latte, cartoni di cibo takeaway: Kvetan non moralizza né critica. Come nei suoi lavori precedenti, non fornisce alcuna possibilità univoca di leggere e decifrare la sua opera. Da un lato seguiamo l'archivio intimo di una singola persona; dall'altro, il pubblico si ritrova nella posizione forzata del voyeur.
Potremmo vedere Data storage 20.21. come contributo critico al tema dell’attuale crisi ambientale, ma anche come semplice estetizzazione della banalità. Cambiando il punto di vista, dal macro al micro, l'illusione della vita e del dinamismo si trasforma in una sfera intima, dove avvertiamo uno scomodo rallentamento e una rigidità nelle regole definite, tutto ciò contribuisce al carattere meditativo della composizione dello spazio.