Margherita Levo Rosenberg – La misura del mondo
La mostra, è il secondo appuntamento di Itinerari per viaggiatori distratti, ciclo di approfondimento, ideato dal critico Loredana Rea con l’intento di riflettere sul ruolo dell’arte, sul suo valore e sul suo campo d’azione.
Comunicato stampa
Martedì 19 febbraio 2013, alle ore 18,00 a Roma, presso lo Studio Arte Fuori Centro, via Ercole Bombelli 22, si inaugura la personale di Margherita Levo Rosenberg La misura del mondo, curata da Loredana Rea.
L’esposizione rimarrà aperta fino all’8 marzo, secondo il seguente orario: dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00.
La mostra, è il secondo appuntamento di Itinerari per viaggiatori distratti, ciclo di approfondimento, ideato dal critico Loredana Rea con l’intento di riflettere sul ruolo dell’arte, sul suo valore e sul suo campo d’azione.
Nell’arco di tempo compreso tra febbraio e giugno sette artisti – Margherita Levo Rosenberg, Rita Mele, Maurizio Cesarini, Enzo Cursaro, Riccardina Montenero, Grazia Sernia e Immacolata Datti – differenti per formazione e scelte operative, si confrontano per evidenziare l’importanza di una pratica di continuo e ricercato sconfinamento, strettamente connessa alle metodologie di lavoro e agli strumenti di espressione, suggerendo un itinerario complesso nella sua multiforme articolazione.
Per questa esposizione Margherita Levo Rosenberg ha costruito un percorso fortemente evocativo, seguendo il desiderio di trovare la misura tra l’interiorità e il farsi della quotidianità, per cercare una possibilità di accordare la profondità di una dimensione interiore con l’esperienza della realtà fenomenica. È un’istallazione complessa anche se progettata intorno alla combinazione di forme geometriche elementari, realizzate su pellicole radiografiche, a continuare la sperimentazione sul recupero di materiali precedentemente utilizzati, e tenute insieme da piccoli spilli, che sottolineano con ironia l’intrinseca precarietà del lavoro proposto.
L’artista è partita dal triangolo, con il quale si misurano tutte le superfici del terreno - la terra per lei è fondamentale, ci è nata e cresciuta ed emblematicamente rappresenta la misura della sua esistenza - fino a costruire figure più articolate, che relazionandosi allo spazio mantengono la leggerezza e la trasparenza, pur attivando un gioco caleidoscopico di rimandi tra luci e ombre. La misura del mondo è pensata come pendant ideale di La fatica della luce dove la scomposizione della divina commedia era occasione per mettere in contato con le forze distruttive della vita. Per questa nuova installazione invece l’intenzione è rendere visibile la difficile ricerca di un equilibrio dinamico tra dentro e fuori, tra interiorità ed esteriorità, come a sanare la fatica di vivere secondo principi che la società attuale non riconosce come propri.