Margherita Moscardini – If Inhabiting Means Remaining Foreigners
L’esposizione prevede una serie di lavori che aiutano il fruitore a riflettere sul concetto ebraico antico di gherìm, che vuol dire straniero residente.
Comunicato stampa
Sabato 12 Febbraio dalle ore 12 Ex Elettrofonica è lieta di annunciare l’inaugurazione della mostra If Inhabiting Means Remaining Foreigners nuovo progetto espositivo di Margherita Moscardini.
L’esposizione prevede una serie di lavori che aiutano il fruitore a riflettere sul concetto ebraico antico di gherìm, che vuol dire straniero residente. Il sostantivo di questa parola gher, straniero, è facilmente collegabile al verbo ghur abitare. È affascinante notare allora come la lingua ebraica adotti una stessa radice verbale per intendere l’estraneità e l’abitare. Abitare vuol dire restare straniero. Nella Gerusalemme biblica ad esempio, il gher era lo straniero che coabitava all'interno della città assieme al cittadino, dando forma ad un modello di cittadinanza che senza escludere la sovranità, diceva che un’altra sovranità era possibile.
Nel mondo ebraico errante dell’antichità la condizione di estraneità improntava tutte le forme dell’agire in ambito politico, filosofico e religioso.
La speculazione che l’artista mette in evidenza riguarda proprio le implicazioni che questo concetto filosofico religioso e politico potrebbe mettere in moto se divenisse paradigma del nostro modo di stare sulla terra, la creazione di una cittadinanza universale basata sull’abitare senza appartenere.
MARGHERITA MOSCARDINI (Italia, 1981), indaga le relazioni tra processi di trasformazione di ordine naturale, urbano e sociale appartenenti a specifiche geografie. La sua pratica privilegia il processo e progetti a lungo termine che generano interventi in larga scala, disegni, scritti, modelli in scala e video-documenti. Tra i suoi progetti: Istanbul City Hills_On the Natural History of Dispersion and States of Aggregation (2013), a proposito della trasformazione urbana recente di Istanbul, le demolizioni di interi quartieri e il ricollocamento di comunità locali. Tra il 2012 e il 2018, ha sviluppato 1XUnknown (1942-2018, to Fortress Europe with Love), una serie di 21 video che documentano la linea difensiva Atlantic Wall (1942-1944): 15.000 bunker costruiti dal Terzo Reich lungo la costa atlantica europea con lo scopo di difendere la Fortezza Europa. Dal 2016 lavora al progetto The Fountains of Za’atari, studiando i campi per rifugiati come città a partire dal campo per rifugiati di Za’atari, nato nel 2012 in Giordania in un’area desertica sul confine siriano.
Margherita Moscardini si è laureata alla Accademia di Belle Arti di Bologna, Italia, e ha frequentato il CSAV della Fondazione Antonio Ratti di Como con Yona Friedman. É stata research fellow 2015 della Italian Academy for Advanced Studies in America, Columbia University, New York, USA. Recentemente, ha tenuto lectures e conversazioni al museo MAXXI di Roma; Columbia University, New York; SVA e ISCP, New York; Triennale di Milano; NABA, Milano. Negli ultimi anni il suo lavoro è stato mostrato al museo MAXXI di Roma; MMCA Changdong e SongEun ArtSpace, Seoul, Corea; Collezione Maramotti, Reggio Emilia; Fondazione Pastificio Cerere, Roma; IIC di Istanbul e di Bruxelles; museo MACRO, Roma; CCA, Plovdiv, Bulgaria; MAMbo, Bologna; Palazzo delle Esposizioni e Quadriennale di Roma, Roma; Palazzo Reale, Milano.