Margherita Taticchi – Il viaggio
Conflitto tra nostalgie di pace: tra il dolore del dover abbandonare e la speranza minata dalla paura di non trovare un luogo che accolga.
Comunicato stampa
Conflitto tra nostalgie di pace: tra il dolore del dover abbandonare e la speranza minata dalla paura di non trovare un luogo che accolga.
Circondato da ostacoli di ogni tipo, qualcuno riesce a passare attraverso le maglie del rifiuto e a trovare una rete di salvataggio.
Scocche di lambrette e vespe: ex-voto o acefale erme funebri?
Viticci disseccati, rimasti avvinghiati a fili di ferro tesi a sostenere le viti. Forza che permane oltre la vita, sopra un mare di barche vuote.
Perché, come dice Omero, ‘il mare è del colore del vino’.
Mare come pharmakon, come veleno e/o medicina.
L’ installazione comprende una registrazione sonora con voce di Emanuele Carucci Viterbi.
Margherita Taticchi vive la prima infanzia nella campagna umbra, vicino Perugia, sua città natale. Trasferitasi a Roma viene a contatto, durante l’adolescenza, con la poesia di R. Tagore che le apre le porte sul mondo indiano. Le millenarie radici di questa civiltà, al cui studio si dedica negli anni universitari (si laurea a La Sapienza con una tesi sugli affreschi delle grotte di Ajanta), le consentono di iniziare quel processo di elaborazione attraverso il quale cerca di ricomporre le ferite lasciate in lei dalla guerra. A questa ricerca si accompagna lo studio della psicologia, disciplina in cui si laurea in età adulta, sempre a La Sapienza; compie poi in questo campo diverse esperienze formative. Al ritorno nella sua città di origine, si iscrive all’ Accademia di Belle Arti dove si diploma nel 2009. Nel 2010 espone alla Galleria Artemisia del capoluogo umbro AIRE ANDALUZ: immagini fotografiche scattate nelle campagne andaluse durante un lungo Erasmus a Siviglia. Seguono altre mostre fotografiche cui si aggiungono lavori in ceramica. Inizia così una ricerca sugli aspetti dei cambiamenti che provoca il tempo sul paesaggio umano e naturale.
Altre mostre personali:
PERCORSI CROMATICI, Galleria Torre Strozzi (Parlesca-Perugia);
DISSOLVENZE O APPARIZIONI?, Caffè dell’Accademia (Perugia);
SCRITTURE DEL TEMPO Distruzioni-Costruzioni, Galleria Area Privata (Perugia);
SEMI, Galleria Area Privata (Perugia)
VAGA_MENTE, Banca di Mantignana (Perugia);
PERUGIA PER SCALE, Rocca Paolina (Perugia).
ME.SIA S.PACE è uno spazio particolare fruibile solo dalla piazza da cui prende il nome, un’ampia vetrina, oltre due metri di larghezza e profondità, di fronte alle mura Latine. Uno spazio che nasce dagli incontri di un gruppo eterogeneo e in espansione di appassionati a vario titolo di arte contemporanea e di artiste e artisti uniti dall’intento di confrontarsi, presentare e condividere il proprio lavoro al fine di raccogliere la sfida di esporre in uno “spazio di confine” che si colloca direttamente nel contesto urbano.
Il progetto espositivo di ME.SIA S.PACE pone l’attenzione al dialogo tra autore e pubblico - a diversi livelli di linguaggio e modalità di esperienza – includendo, nella serate di inaugurazione e di finissage, un incontro aperto in cui l’artista, con l’ausilio di uno o più interlocutori, presenta la ricerca artistica da cui è emersa l’opera esposta in Largo Mesia.