Maria Domenica Rapicavoli – Disrupted Accounts
La mostra contribuisce ad ampliare la base teorica ed estetica sulla quale Maria Domenica Rapicavoli ha coerentemente costruito il suo linguaggio nel corso degli ultimi anni di ricerca e costituisce, parallelamente, un momento di rottura rispetto alla precedente esplorazione dei processi di formazione dell’identità culturale, focalizzata sul recupero del proprio background culturale quanto sull’osservazione diretta di diverse realtà sociali ed economiche, con l’intento di annotare in che modo e in quale misura esse vanno a identificarsi con differenti strutture di potere.
Comunicato stampa
Sabato 2 febbraio 2013 il BOCS presenta Disrupted Accounts, la prima personale di Maria Domenica Rapicavoli a Catania, città in cui l'artista è nata e si è formata prima di lasciare l'Italia.
La mostra contribuisce ad ampliare la base teorica ed estetica sulla quale Maria Domenica Rapicavoli ha coerentemente costruito il suo linguaggio nel corso degli ultimi anni di ricerca e costituisce, parallelamente, un momento di rottura rispetto alla precedente esplorazione dei processi di formazione dell'identità culturale, focalizzata sul recupero del proprio background culturale quanto sull'osservazione diretta di diverse realtà sociali ed economiche, con l'intento di annotare in che modo e in quale misura esse vanno a identificarsi con differenti strutture di potere.
Nata da una riflessione relativa ai legami economici e politici esistenti tra la Sicilia (terra d'origine dell'artista) e gli Stati Uniti (dove attualmente lavora), Disrupted Accounts si imbatte nella problematica indagine della relazione tra memoria storica e coscienza individuale, sollevando precisi interrogativi rispetto alla percezione della realtà attuale - apparentemente dominata da un complesso sistema di connessioni invisibili e sconosciute - come sulla veridicità (presunta) della ricostruzione, narrazione e trasmissione dei fatti quotidiani e degli eventi storici.
Prendendo spunto da precisi momenti e avvenimenti della cronaca recente (quella relativa agli accordi militari stipulati tra i due continenti a partire dagli anni '50), il progetto innesca una corposa serie di rimandi spazio-temporali che accompagna il fruitore in un continuo andirivieni tra passato mai realmente conosciuto e futuro imprevedibile, generando un'atmosfera di sospensione dalla quale emerge una ciclicità spezzata e sommersa, dove anche il presente (intervallo transitorio e impercettibile tra ciò che è appena stato e ciò che sta per divenire) sfugge alla comprensione di chi lo sta vivendo, diventando una presenza ingannevole.
Come il titolo stesso suggerisce, la mostra si pone come una sorta di resoconto “interrotto”, disturbato, irrimediabilmente smembrato, capace di minacciare ogni tentativo di lettura lineare della temporalità; un dispositivo audio-visivo che è anche un documento polifonico all'interno del quale ciascun fruitore può straniarsi o ritrovarsi, tra toni astratti e poetici, note critiche e accenti fortemente politici.
Per la realizzazione di questo ultimo progetto, attento al confronto con lo spazio espositivo del BOCS, l'artista si serve dei mezzi ai quali è più legata (la fotografia e il video) e ne sperimenta altri (per la prima volta si confronta con il mezzo audio e con la scultura nella forma del found object), affidando a ciascuno di essi un preciso valore semantico e concettuale.
La mostra è composta da un corpo unico di lavori strettamente connessi e complementari. Una sound installation immersiva, evocativa e visionaria intervalla suoni ambientali e meccanici, memorie e silenzi; una videoproiezione trasmette in digitale le riprese in 8mm effettuate dall'artista: frammenti video estrapolati dal web (es. quelli che registrano il volo di diversi droni pilotati da militari americani), ma anche filmati realizzati nel corso delle sue ricerche in Sicilia; uno scatto fotografico, stampato su supporto cartaceo tradizionale, ritrae l'elica di un aereo da guerra tedesco, precipitato sulla cima del vulcano Etna nel 1943 e mai ritrovato; un'altra foto, anch'essa scattata dall'artista e stampata su una comune carta da imballo, riporta una panoramica in cui si intravede la stazione terra del MUOS (Mobile User Objective System) di Niscemi; e ancora, ulteriori indizi vengono forniti sotto forma di frammenti scultorei e testi. negate) e a rinnovare la propria esperienza percettiva e relazionale, in un continuo muoversi tra contenitori e contenuti.
BIO
Maria Domenica Rapicavoli è nata a Catania. Vive e lavora a Londra e New York.
Dopo essersi formata presso l’Accademia di Belle Arti di Catania, ha ottenuto un Postgraduate Award in Arts and Humanities presso l’AHRB di Londra, vinto il premio Renaissance Prize Awards presso l’Istituto Italiano di Cultura a Londra, conseguito un Master in Fine Arts presso la Goldsmiths University of London e, nel 2012, ha partecipato al Whitney Independent Study Program – Studio Program a New York. Nel 2013 sarà artista in residenza presso il Lower Manhattan Cultural Council (LMCC) di New York.
Ha partecipato a numerose mostre in Italia e all’estero, fra cui: Guest Projetcs, Londra (2013), Palazzo Reale, Milano (2011), Riso, Museo D'arte Contemporanea della Sicilia, Palermo (2010), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Rotonda di via Besana, Milano (2010), Strozzina - Fondazione Palazzo Strozzi, Firenze (2009), Sala Rekalde Bilbao (2008), RAUM500 Gallery, Monaco di Baviera (2007), Whitechapel Gallery, Londra (2006), The LAB, San Francisco, USA (2006).
www.mdrspace.com