Maria Francesca Tirelli – Solo sui ponti e sui margini (posso amare)
Maria Francesca Tirelli mette a fuoco e restituisce ombre di umanità in dialogo intimo o aperto con lo spazio, cioè in relazione sentimentale, talvolta ludica, ironica o paradossale, con l’ambiente naturale o architettonico circostante.
Comunicato stampa
Tra la luce e la notte, tra il bianco e il nero, l’ombra smentisce allo sguardo creativo l’esistenza di confini netti e decisi, spalancando la soglia alla possibilità infinita della narrazione. A partire dalla visione sul paesaggio umano - in quanto abitato, attraversato, vissuto dall’individuo - l’occhio fotografico di Maria Francesca Tirelli mette a fuoco e restituisce ombre di umanità in dialogo intimo o aperto con lo spazio, cioè in relazione sentimentale, talvolta ludica, ironica o paradossale, con l’ambiente naturale o architettonico circostante.
Il filo rosso tra gli istanti, catturati segretamente a distanza dall’artista, è teso da una mano bambina: curiosa, giocosa, immaginifica. Infatti, la parte migliore delle storie di istanti sembra quasi che debba ancora venire agli occhi, e Maria Francesca è stata brava a rubare il punto di inizio dei racconti infiniti appena evocati, brava ad invitare chi contempla a sviluppare l’infinito ad ogni sguardo.
Infine - sia come accessorio accidentale, sia come “personaggio” che agisce intenzionalmente nella dimensione spaziale - l’umanità in rapporto all’ambiente e ai suoi elementi costitutivi; quindi la relazione tra l’essere umano e ciò che si trova immediatamente al di là della sua stessa pelle, dei suoi margini e confini spaziali e sentimentali, si pone come elemento chiave della natura simbolica, narrativa e affettiva dell’opera d’arte, ma anche interessante condizione di possibilità per “amare” l’opera fotografica di Maria Francesca Tirelli.
Raffaella Tenaglia
Titolo liberamente tratto da una citazione della pièce teatrale “La notte poco prima della foresta” di Bernard-Marie Koltès.
BIOGRAFIA:
Maria Francesca Tirelli nasce il 3 agosto 1971 a Reggio Emilia, dove trascorre l’infanzia e l’adolescenza. Nel 1991 intraprende gli studi universitari presso la Facoltà di Architettura di Venezia, e all’interno di questa esperienza instaura il rapporto con la fotografia in bianco e nero con il professore Italo Zanier. Compie una serie di viaggi in Europa e nel mondo filtrando l’esperienza diretta della forma del mondo attraverso l’obiettivo. Conseguita la laurea in architettura, si trasferisce a Milano, e dopo qualche anno, fonda un’agenzia creativa che le permette di coltivare la sua passione per le linee, le geometrie, i volumi e i vuoti tipici dell’architettura che trovano la massima espressione nelle sue fotografie. All’interno di geometrie e linee ben definite affiora sempre il tema dell’umano. Coltiva per anni la passione per la pittura, la scultura e in modo particolare per il teatro, indagando i personaggi da portare in scena attraverso lo strumento fotografico.