Maria Gabriella Cinà – La Viande Rouge
La Viande Rouge approda al Contestaccio tappa romana d’obbligo per i grandi artisti di ogni genere. Un locale della movida romana in cui Arte e Musica sono le protagoniste indiscusse. Gabriella Cinà lavora con il corpo. Il suo lento lavoro di ricerca individuale, atto a scavare dentro il proprio Sé, culmina nell’indagine estetico-artistica che guarda all’epidermide come un terreno da scoprire.
Comunicato stampa
La Viande Rouge approda al Contestaccio tappa romana d'obbligo per i grandi artisti di ogni genere.
Un locale della movida romana in cui Arte e Musica sono le protagoniste indiscusse.
Il concept della mostra e di Togaci e di Maria Gabriella Cinà
Ad aprire la mostra Chérie Roi e Katia Stefani in arte Madame Decadent, due geniali performers che sono le muse ispiratrici degli scatti che sono parte di un percorso della fotografa romana.
[nudo ed arte si incontrano ... utilizzare il proprio corpo per comunicare, un disordine interiore che si placa attraverso la forma arte. L'arte come ricerca di ordine interiore ... le geometrie dei corpi innalzati a "tele" in cui "dipingere" la nostra anima]
La Viande Rouge (mostra fotografica)
Testo di Camilla Cossu
Gabriella Cinà lavora con il corpo. Il suo lento lavoro di ricerca individuale, atto a scavare dentro il proprio Sé, culmina nell'indagine estetico-artistica che guarda all'epidermide come un terreno da scoprire. Differenti luminescenze si posano sul corpo e indagano le possibilità molteplici della sua morbidezza, lo ri-qualificano quale strumento per eccellenza di una vita che dialoga direttamente con l'arte. Il corpo accoglie e dona la vita, è esso stesso opera d'arte ed apice di una comunicazione intima ed universale, emotiva ed intensa.
Come già in "Pezzi di Vita" (2009), s'impone attraverso gli scatti un gusto per il dettaglio che offre allo sguardo l'aspetto vitale della performance, con tutto il pathos che lo caratterizza. L'atmosfera sospesa si carica di attesa e l'occhio scruta il mistero di un gesto, di un'azione volta ad una nuova scoperta. Corpo ed ambiente copartecipano la diffusa luce rossastra, un velo che accarezza le linee definite degli indelebili segni sul corpo. Disegni variegati che rimandano ad un'epoca che non c'è più, si mescolano con il contemporaneo e rivivono in esso acquisendo un valore sempre diverso, sulla pelle e nel vissuto individuale. Il limite tra soggetto ed oggetto viene abbattuto dal gesto che è fermato nell'istante preciso della sua s-definizione, come a divenire immortale ed irripetibile nella memoria di chi vi guarda dentro. Nei suoi lavori Gabriella Cinà coglie volti densi di emozioni che si susseguono, si rincorrono nella condesazione di un attimo e lascia allo spettatore la libera facoltà di sperimentare a sua volta un percorso visivo e di ricerca interiore che erge il corpo a protagonista assoluto di una nuova arte.
La performance, eseguita da Chèrie Roi è di Togaci che ha tratto spunto dagli scatti e dal nome della mostra.
La Viande Rouge (carne rossa)
Da sempre il nudo invade il nostro immaginario: la moda, come la pubblicità, il cinema, la letteratura e anche il design, sfruttano le possibilità di comunicazione del corpo come linguaggio autoreferenziale. Nella nostra cultura esibizionista, eccessiva e volgare il nudo è di moda, non è più un tabù, ma un manifesto di corporeità banalizzato, replicato all'infinito, che propaganda erotismo sterile e istinti patinati, senza alcun coinvolgimento. Il nudo decontestualizzato solleva al confezionato dell'organico, del mondo, dell'essere carne senza mistero: come "scarto" materiale dell'era digitale. I nudi contemporanei sono contenitori della bellezza "sottovuoto", immagini di sensi perduti nelle anatomie frammentate che i mass-media mercificano come carne al macello; il corpo si è trasformato in strumento di sperimentazione artistica utilizzato per definire iconografie del dolore.
La performance "Schwarze Traum" è di Katia Stefani in arte Madame Decadent.
Svegliarsi.
Accade un giorno che l'arte con i suoi infiniti strumenti sembrerebbe non bastare più, per andare avanti ci si accorge che l'unica via è quella di tornare indietro per poi voltarsi nuovamente e abbandonare tutto, e magari provare a fare qualcosa di vero e pensare di poter provare più piacere nel vomitare sulla tela piuttosto che dipingerla…In sogno nero, Katia Stefani in arte Madame Decadent, si libera del superfluo, riparte da se stessa, affida unicamente al proprio corpo la conoscenza dello spazio oscuro, illimitato alla ricerca di tutti gli invisibili aliti di vento che come lame sfigurano il corpo e l'esistenza.…Vano è il tentativo di poterli afferrare con le mani, di fermarli con il corpo, di scacciarli senza lasciare tracce, senza sanguinare, senza provare più dolore… Questa è la prova di una sfida personale… l'artista e la sua arte; colore nero che trasuda dal corpo alla tela......Catarsi.