Maria Lai incontra la BAV
Nel nuovo spazio espositivo sarà presentata una selezione di opere che la celebre artista sarda Maria Lai (1919-2013) ha realizzato intorno alla scrittura e al libro, indagato nella sua materialità.
Comunicato stampa
Il prossimo 27 maggio, la Biblioteca Apostolica Vaticana inaugurerà, all’interno del suo
spazio espositivo, la prima mostra di Maria Lai in Vaticano. Realizzato in collaborazione con l’Archivio e
Fondazione Maria Lai, i Musei Vaticani e la Diocesi di Lanusei, congiuntamente all’Assessorato del Turismo,
Artigianato e Commercio della Regione Autonoma Sardegna, il progetto espositivo offre uno sguardo nuovo
sull'opera dell’artista sarda, attraverso una esposizione che mette in luce gli aspetti della sua ricerca artistica legati
al tema del libro e della scrittura, in forte dialogo con il patrimonio della Vaticana.
«Confesso che è con emozione che la Biblioteca Apostolica Vaticana promuove questo incontro tra l’arte di Maria
Lai e il proprio patrimonio», spiega il Cardinale Bibliotecario José Tolentino de Mendonça. «Si tratta di un
incontro - continua il Cardinale - che ci permette di riscoprire, tra le altre cose, che una biblioteca è una macchina
per fare domande. Ed altro ancora. Che ci incita a credere nel potere artigianale della libertà inscritta nelle
domande da cui ci lasciamo abitare».
La mostra rappresenta un importante momento di confronto su diversi temi, sia culturali che spirituali, come
sottolineato da Sua Eccellenza Monsignor Antonello Mura, Vescovo di Lanusei e di Nuoro: «L’arte è l’immagine
della vita che desideriamo. Creativa perché liberante, spontanea in quanto non omologata, gioiosa perché
incontenibile nella sua espressività, anche spirituale. L’arte sa liberare in noi delle energie che ci consentono di
essere cittadini di un universo creativo, nel quale la diversità diventa una ricchezza e lo stile un atto libero. Maria
Lai è creativa perché mai gregaria nei confronti della realtà».
La mostra, curata da Don Giacomo Cardinali, Simona De Crescenzo, Delio Proverbio, della Biblioteca
Apostolica Vaticana, e da Micol Forti, Curatrice della Collezione d'Arte Contemporanea dei Musei Vaticani, ha
l’obiettivo di instaurare un dialogo tra i tesori della Biblioteca Apostolica Vaticana e una artista che ha un posto
di grande rilievo all’interno dello scenario dell’arte contemporanea nazionale e internazionale.
Dell’articolata e innovativa ricerca di Maria Lai (Ulassai 1919 – Cardedu 2013), viene proposta una selezione
incentrata sulla «crucialità che l’incontro con l’universo del linguaggio e della scrittura ha ricoperto nell’ambito
COMUNICATO
STAMPA
della sua ricerca artistica». Così spiega in catalogo Micol Forti, che riporta anche una frase di Maria Lai, centrale
nella sua produzione artistica e nell’ideazione della mostra: «La scrittura mi ha suggerito un rapporto tra
l’inchiostro e il filo e la possibilità di dare corpo ad un fatto astratto. Così sono nati i libri cuciti a macchina,
illeggibili. Il pane e il filo sono di per sé materie cariche di significato: il pane è “vita”, il filo nel mito di Arianna
aiuta ad uscire dal labirinto (linguaggio), è il filo del discorso (la comunicazione)».
Tra le opere di Maria Lai viene presentato al pubblico un nutrito e variegato corpus di Libri, di pane, carta, stoffa,
terracotta, ceramica, cuciti, modellati o impressi, datati a partire dagli anni Settanta, due magnifici Telai (1972),
gli Oli di parole (1997 e 1998), ispirati ai versi di Federico García Lorca, e il grande Lenzuolo (1989), un’opera intrisa
di creatività e immaginazione.
Al centro della Sala Barberini, circondata dalle eleganti scaffalature seicentesche e sovrastata dal bronzo
berniniano di Papa Urbano VIII, troverà posto l’installazione Invito a tavola (2004), un solenne banchetto in cui la
tavola, coperta da una semplice tovaglia di lino, è “imbandita” con libri e pani realizzati in terracotta refrattaria.
«I libri di Maria Lai, una volta esposti – ed è la prima in assoluto! – all’interno di una biblioteca, hanno il potere
di liberare una esplosione di suggestioni, che ci hanno guidato in un viaggio di riscoperta del nostro stesso
patrimonio librario, che splende oggi di una luce nuova e inedita», spiega Don Giacomo Cardinali, Commissario
della Sala Espositiva.
«È come se l’artista sarda - continua - ci avesse additato un percorso: guardare ai libri a prescindere dal loro
contenuto. Esaminarli e apprezzarli nella loro materialità, studiarne le forme, la consistenza e la multiforme
possibilità di realizzazione. Tutti elementi che trovano nella biblioteca dei papi – universale e umanistica sin dalla
fondazione – il terreno probabilmente più adatto».
Saranno in mostra, tra le altre opere della Vaticana, manoscritti etiopici dalla tipica veste in stoffa (Cerulli et. 188,
191, 194 e 203), codici indiani scritti su foglia di palma (Vat. ind. 54), un calendario perpetuo scandinavo in legno
(Vat. lat. 14613), ma anche preziosissimi stampati greci dai tagli dorati (Aldine II.15; Aldine III.42; Aldine III.95;
Aldine III.100; Mai XI.I.I.30; R.G. Classici V.688; R.G. Classici V.986(1-2); R.G. Classici V.1000; R.G. Classici V.1520(1)),
un libretto stampato su carta azzurra in inchiostro d’oro (Stamp.Ross. 7210(int. 2)) e codici rivestiti di velluto antico
e pizzo d’Alençon (Sire. A.7, L.7 e T.1).
La mostra sarà visitabile fino al prossimo 15 luglio 2022, ogni mercoledì dalle 16 alle 18, previa prenotazione sul
sito della Biblioteca (https://www.vaticanlibrary.va).