Maria Micozzi – Lo spazio il corpo la città
Lo spazio diventa luogo delle donne e degli uomini attraverso il
pensiero e l’invenzione che le donne e gli uomini fanno del proprio corpo, dei suoi ritmi e delle sue geometrie.In questo senso la città è il luogo della domanda e dell’utopia. Maria Micozzi
Comunicato stampa
La Galleria “Arianna Sartori - Arte & object design” di Mantova, nella sede di via Ippolito Nievo 10, dal 3 al 15 novembre 2012, presenta la mostra personale dell’artista Maria Micozzi, dal titolo “Lo spazio il corpo la città”.
La mostra, si inaugurerà Sabato 3 novembre alle ore 17,30, con presentazione di Floriano De Santi, alla presenza dell’artista.
Lo spazio diventa luogo delle donne e degli uomini attraverso il
pensiero e l’invenzione che le donne e gli uomini fanno del proprio corpo,
dei suoi ritmi e delle sue geometrie.
In questo senso la città è il luogo della domanda e dell’utopia
Maria Micozzi
“LO SPAZIO IL CORPO LA CITTÀ”
La città
tutta attorno
ti circonda le spalle e non sa dire
lo spazio vuoto
dell’astrazione,
la ragione delle sue geometrie-
Nel ventre della madre antica
l’infinito si è fatto luogo
nella stessa carne
nasce l’altro,
il desiderio,
le parole che danno nome.
Rimosso l’abbraccio
le strade della città
si tagliano creando luoghi
confusi
ostili.
I corpi tentano spazi fallici, ma
fragili,
impauriti
tornano al chiuso
…e poi, di nuovo, scappano
…lungo gli asfalti notturni cercano
…passi desideranti suonano a richiamo,
voglie migrano
spiando il gioco delle porte
schiuse
bocche
segrete
carni scosciate,
cariche di dolore e di vuoto,
…desideri di accoglienza
sentimenti di esclusione
si confondono
nel traffico.
I corpi
aspettano
incontri
Maria Micozzi
Maria Micozzi nasce a Tolentino nelle Marche. Compie studi sia di formazione classica che scientifica con molteplici interessi culturali dall’antropologia alla psicoanalisi e in ambito filosofico all’epistemologia nella concezione “relazionale” di Gregory Bateson.
Si dedica totalmente all’attività artistica dal 1985 fondendo una qualità pittorica esemplare sulla grande tradizione del rinascimento da Leonardo a Michelangelo con la sperimentazione di inedite soluzioni tecnico-formali (ideazione di nuovi supporti come i quadri-oggetto, opere bifacciali, assemblaggi di più tele e cornici, con utilizzo di materiali poveri come fili di ferro e spago), affine allo spirito delle avanguardie di indirizzo concettuale.
Questa sua ‘eretica’ ed eterodossa configurazione artistica viene notata e seguita con interesse dal critico Pierre Restany, teorico del movimento artistico ‘Noveau Realisme’, che nel 1986 presenta a Milano una mostra di Maria Micozzi. Dal 1987 l’artista marchigiana inizia un’intensa attività espositiva con mostre a Monaco, Stoccarda, Bayreut in Germania dove la sua ricerca ottiene numerosi consensi sia di critica che di pubblico. Partecipa alla rassegna di Arte Fantastica curata dal prof. Renzo Margonari a Palazzo Roncale a Rovigo (1987), nello stesso anno è presente all’Expò di New York. Nel 1988 è invitata in Spagna ad una rassegna di artisti internazionali per iniziativa del Ministero della Cultura di Madrid.
Nella sua opera orientata ad una visione sistemica del mondo, la dimensione fantastica scaturisce dalla complessità labirintica delle infinite relazioni possibili, geometrico-matematche, mestiche o simboliche tra gli elementi di un tutto che, nella visione organicistica di Maria Micozzi, si traduce nel mito femminino della grande madre cosmica attraverso la forza sinuosa ed erotica dei suoi acefali corpi femminili. In questo suo anelito alla ricomposizione formale della totalità attraverso la compresenza e la ‘ricucitura’ nelle sue opere di frammenti di linguaggi plurimi vengono meno le rigide e schematiche contrapposizioni tra figurazione e astrazione, tra razionale e non razionale, tra mente e corpo delineando così nuove possibili connessioni e relazioni tra contesti e realtà irrelate.
Negli anni novanta sono da menzionare le mostre a Francoforte, a Miami in U.S.A. e a New York presso l’Istituto Italiano di Cultura, nonché le personali itineranti a tema come “La seduzione - ossessione e paura nei trattati degli Inquisitori”, “La disperatissima sete - 8 pièses per Giacomo Leopardi” con il Patrocinio della Regione Marche e i complimenti di Federico Zeri, “Maria Micozzi o il mistero del corpo” per la Fondazione Umberto Mastroianni. Nel 2005 a Bologna presso la Galleria Castiglione Arte presenta “La domanda e l’utopia” ispirata a “Le città invisibili di Italo Calvino.
Si ricordano, poi, le personali “Il cerchio e le secanti” presso la Miniaci Art Gallery nella sede di via Brera a Milano e in quella di Positano, “Metafore del grano Saraceno - geometrie, luoghi e riti” a Palazzo Besta de’ Gatti a Teglio, “Don’t rape Lilith - il nome e il branco” agli Archivi di Stato a Milano e infine la partecipazione, sia come autrice del manifesto che come relatrice (sul tema dello stupro ‘Ammutolire la preda’), al Convegno “Le figure della violenza” organizzato da Oikos-bios Centro filosofico di psicoanalisi, presso l’Università di Padova.
Nell’inverno 2010, ancora a Padova, ha allestito la personale “L’ossessione della carne” in contemporanea al convegno, che oltre a vederla relatrice trae il titolo da un suo scritto “La paura dell’impotenza e lo stupro - metafore per l’indicibile”, convegno organizzato da Oikos-Bios e tenutosi presso la facoltà di Sociologia.
Tra le ultime rassegne è da ricordare la mostra internazionale “Llilith - l’aspetto femminile della creazione a cura di M.L. Trevisan con la partecipazione a catalogo di Rita Levi Montalcini, tenutasi a Frascati presso le scuderie Altobrandini, nel 2004; ultimamente ha partecipato, invitata dal curatore Floriano De Santi, alla Rassegna “Le costellazioni” tenuta a Viareggio, presso la Villa Borbone; è stata presente, per la seconda volta, al ‘Premio Vasto’, ad una rassegna internazionale presso Villa Panphili, a Roma, organizzata dalla Galleria ‘Il narciso’ di Roma e alla Galleria Civica di Enna. È artista invitata alla Biennale dell’Incisione Città di Campobasso. Nell’anno in corso ha messo in scena, a Padova, una sua commedia “Le femmine - Lisistrata e le altre” di cui ha curato la scenografia. (Biografia artistica di Giuseppe Vannucci – Arte Filia).