Maria Teresa Ortoleva – Rêverie
Luca Tommasi è lieto di annunciare la mostra di Maria Teresa Ortoleva Rêverie presso la nuova sede della galleria in Via Cola Montano 40 a Milano. L’esposizione presenta un’inedita installazione ambientale, che occuperà per intero lo spazio.
Comunicato stampa
Luca Tommasi è lieto di annunciare la mostra di Maria Teresa Ortoleva Rêverie presso la nuova sede della galleria in Via Cola Montano 40 a Milano. L'esposizione presenta un'inedita installazione ambientale, che occuperà per intero lo spazio. Strutture di plexiglas colorato dalla forma ondulata si moltiplicano e si affastellano: il primo approccio con l'installazione è di tipo fisico e percettivo. Il visitatore la percorre facendosi strada in quella che appare una "foresta" di fulmini, oppure di paradossali strutture vegetali. Il colore, la luce e la trasparenza giocano un ruolo fondamentale nell'esperienza. Ma le forme astratte e immaginifiche nascondono riferimenti scientifici e misurabili: la sagomatura riprende i tracciati cerebrali di diversi individui registrati durante il sonno, nella fase del sogno, oppure da svegli, mentre il soggetto è impegnato nell'attività immaginativa.
È possibile dare forma scientifica a una componente così intima dell'essere umano? E allo stesso tempo, è possibile dare forma artistica a ciò che la scienza è capace di misurare nel dettaglio? Domande complementari e contraddittorie come queste sono il fulcro concettuale dell'installazione, che riflette sugli incroci tra volontà di catalogazione e irriducibilità dell'umano, tra razionalità e automatismo, tra ordine e caos. Ogni tracciato è confrontabile con gli altri, ma ognuno è unico ed irripetibile. Le opere su carta esposte alle pareti - accostamenti di immagini e parola, materiale d'archivio e disegni dell'artista- sono allo stesso tempo apparati dell'installazione e lavori compiuti. Senza cadere nella descrizione, costituiscono un serbatoio di riferimenti e associazioni che rendono esplicito il tema e arricchiscono la lettura.
L'installazione è il risultato di un work in progress in corso da un anno, che qui trova per la prima volta forma estesa e compiuta. L'opera si inserisce nel discorso dell'artista, che indaga "il valore cognitivo dell'immaginazione", come lei stessa dichiara. Le dinamiche dell'immaginario collettivo, le strutture del linguaggio - verbale, visivo, fisico e digitale - vengono trasfigurate dall'artista in uno stile che associa rigorosa analiticità e soluzioni espressive suggestive.
Maria Teresa Ortoleva, residente a Londra, è nata a Milano nel 1990. Dopo gli studi all'Accademia di Brera si è diplomata alla Slade school of fine art di Londra. Nel 2017 è stata tra i finalisti del premio Cairo, esponendo nella relativa mostra al Palazzo Reale di Milano, e tra i finalisti del premio Arti Visive San Fedele. Nel 2016 è stata protagonista di una personale alla Fondazione Pomodoro di Milano, dove ha proposto l'installazione ambientale Triumphus visionis. Le sue opere sono state esposte tra l'altro alla Fondazione Rivolidue, al palazzo della Regione Lombardia, al padiglione Vaticano dell'Expo 2015, allo spazio Arcade di Londra e al Wysing art centre di Cambridge.