Marialuisa Sponga – Fili e materia
Marialuisa Sponga, protagonista della Fiber Art italiana e internazionale, fa dialogare le materie naturali con quelle industriali da riciclare, creando opere flessibili polimateriche di grandi dimensioni e di grande impatto visivo.
Comunicato stampa
Marialuisa Sponga, protagonista della Fiber Art italiana e internazionale, fa dialogare le materie naturali con quelle industriali da riciclare, creando opere flessibili polimateriche di grandi dimensioni e di grande impatto visivo.
I materiali sono i suoi colori. Le sue opere sono caratterizzate da una raffinata ricerca sul linguaggio della materia. Il suo percorso, sempre audace e innovativo, grazie alla capacità di trasferire, modificando i materiali, con tecniche di manipolazione molto personali, creando così nuove texture.
Il suo interesse per l’arte tessile nasce intorno agli anni settanta ma è nel 1982 che, nello spirito della Fiber Art inizia una attiva ricerca di sperimentazione e manipolazione dei materiali flessibili ed approda alla realizzazione di arazzi contemporanei, sculture, libri d’artista, con la tecnica dell’assemblage e l’uso non tradizionale della macchina da cucire.
Polietilene, cellophane, metalli, reti, filati e tutto ciò che è flessibile, sono i materiali con i quali si esprime realizzando opere polimateriche e tridimensionali.
Nella sua opera, a livello linguistico, si individuano due percorsi: uno più astratto e costruttivista come emerge nelle piccole sculture o nei libri d’artista, l’altro più “narrativo” costruito sul tema dei paesaggi.
Si tratta di serie tematiche in cui vengono scandagliate le possibilità narrative ed evocative di un medium come il tessile giocato, solitamente, o sulla forzatura mimetica o sull’astrazione decorativa.
L’esito cui giunge, in un equilibrio estremamente raffinato, si basa su una rara capacità di astrazione senza mai con ciò rompere il legame con l’incanto della visione.
Ecco allora apparire, in successione, le serie dei paesaggi australiani, mappe zenitali di grande preziosità materica, quella delle vertigini metropolitane, e poi, in rarefazioni progressive, le ultime dove si alternano combustioni e bianchi assoluti percorsi da viandanti accompagnati solo dalla loro ombra.
Un’altra serie è quella costituita dalle piccole sculture dove scompare il tema narrativo e si afferma la propensione a un approccio neo-costruttivista.