Marieta Chirulescu
Immagini catturate e presentate come readymades. L’idea e’ di ripetere/duplicare un dato tema considerando gli errori come parte del processo creativo e introducendo alterazioni personali alle apparecchiature software ed hardware utilizzate.
Comunicato stampa
La Galleria Fonti è lieta di presentare la prima mostra personale in Italia di Marieta Chirulescu.
Marieta Chirulescu più che creare immagini le cattura e le presenta come readymades.
La maggior parte delle opere dell’artista è realizzata con tecniche miste quali stampe e fotocopie come la stampa Laserchrome montata su Diasec, stampe a getto di inchiostro montate su tela, fotocopie montate su tela, stampe realizzate da scansioni in bianco e nero di fotografie e negativi recuperate da archivi ed una grande varietà di stampe realizzate alterando immagini digitali con programma Photoshop.
Chirulescu utilizza tecnologie avanzate di riproduzione per estrarre dal sedimento delle copie immagini originali.
Scannerizzando la parte sottostante del coperchio del suo scanner o fotocopiando una lastra di vetro, Chirulescu conserva la cornice rettilinea di riferimento che condiziona il nostro modo di vedere e capire il mondo e che caratterizza ogni dipinto, ogni finestra, ogni specchio, ogni casa, ogni libro. Tuttavia, pur preservando tale cornice, Chirulescu elimina i riferimenti maggiormente identificativi al suo interno. I “soggetti” delle sue opere quindi non sono i protagonisti del mondo reale, ma la loro immagine residua e le riflessioni dell’”inconscio meccanico” degli scanner e delle macchine fotocopiatrici, o piuttosto documentazione di eventi istantanei in condizioni non umane, come gli errori che emergono dalle immagini modificate in digitale.
Il nuovo progetto realizzato in occasione della mostra, include due stampe su carta tra loro molto simili, realizzate con la semplice scansione di una lastra di vetro poggiata su di un cartoncino. L’idea è di ripetere/duplicare un dato tema poichè l’artista solitamente considera gli errori come parte del suo processo creativo ed introduce alterazioni personali alle apparecchiature software ed hardware che utilizza. Emerge, così, nelle sue opere un equilibrio precario tra risultati controllati e risultati spontanei che può essere associato ai risultati della scrittura automatica o ad altri simili procedimenti artistici.
In relazione a questa idea, l’artista ha realizzato una serie di stampe su tela in alcune delle quali appare un identico gesto pittorico, aggiunto successivamente, che sembra spingere l’immagine originale sullo sfondo.
Infine è presente in mostra una serie di tele dal formato panorama.
La forma di queste tele ha una duplice funzione: innanzitutto aiuta ad evitare l’associazione agli schermi del computer, da cui derivano alcuni dei temi in mostra, e, utilizzando formati in qualche modo “non comuni” o addirittura “estremi”, contribuisce all’idea di rendere possibile il vedere in maniera differente immagini riferite a classici dipinti astratti.
«Tutte queste opere hanno un’idea in comune che è, in qualche modo, il nutrirsi delle mie stesse opere».