Mario Cresci – In viaggio con Lauro Messori
Con un’attitudine più filmica che fotografica, ha realizzato un nastro di immagini senza interruzioni, su cui scorre il viaggio di Cresci-Messori.
Comunicato stampa
Mario Cresci (Chiavari, 1942) è tra i primi in Italia della sua generazione ad applicare e coniugare la cultura del progetto alle sperimentazioni sui linguaggi visivi. A partire dagli anni Settanta ibrida lo studio del linguaggio fotografico e la cultura del progetto con l'interesse per l'antropologia culturale, realizzando in Basilicata progetti centrali per lo sviluppo della fotografia in Italia, tra cui ricordiamo il libro Matera, immagini e documenti del 1975. Il progetto sperimentale del laboratorio-scuola di formazione artistica tra arte, multimedia e design, ideato per la Regione Basilicata, lo avvicina sempre più all’insegnamento che, dalla fine degli anni Settanta in poi, diviene parte integrante del suo lavoro d’autore. È autore di opere multiformi caratterizzate da una libertà di ricerca che
attraversa il disegno, la fotografia, l’esperienza video, l’installazione. La rifondazione del senso del paesaggio e della costruzione dell'immagine fotografica lo portano a essere uno degli autori cardine della mostra Viaggio in Italia che Luigi Ghirri organizza alla Pinacoteca Provinciale di Bari nel 1984. Tra le più importanti esposizioni personali si ricordano: nel 2004 la mostra antologica Le case della Fotografia, 1966-2003 presso la Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea (GAM) di Torino; tra 2010 e 2012 il progetto itinerante di Forse Fotografia presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna, l'Istituto Nazionale per la Grafica di Roma e Palazzo Lanfranchi di Matera; nel 2014 la mostra Ex-post. Orizzonti momentanei al Museo d’Arte (MA*GA) di Gallarate e nel 2016 le due mostre In aliam figuram mutare al Castello Sforzesco di Milano e Mario Cresci. Ri-creazioni presso Camera di Torino. Ampia e articolata è la sua produzione di libri e più in generale di contributi, anche teorici, sulla fotografia e la comunicazione visiva.
Visionando l'Archivio Eni a Pomezia nel 2016, Mario Cresci scopre centinaia di provini fotografici a contatto realizzati in Iran dal “geologo Agip” Lauro Messori tra il 1958 e il 1960. Su ogni foglio, le indicazioni scritte a mano da Messori invadono spesso le immagini attraverso segni, parole e schemi scientifici di riferimento al paesaggio e alle persone che egli incontrava nei suoi spostamenti sul territorio iraniano.
A partire da un racconto fotografico realizzato da Messori per ragioni scientifiche, Cresci inizia un “viaggio nel viaggio”: utilizzando uno scanner, ricompone liberamente le immagini e ricrea un nuovo archivio, una narrazione non lineare e inedita di quelle immagini, lasciandosi guidare dalle proprie fascinazioni. Con un’attitudine più filmica che fotografica, ha realizzato un nastro di immagini senza interruzioni, su cui scorre il viaggio di Cresci-Messori.