Mario Francesconi – Transiti
Curata e allestita dall’artista, l’esposizione racconta, attraverso ritratti inediti, l’amicizia e la frequentazione di Francesconi con Sciascia, unendo uno sguardo retrospettivo alla presentazione della produzione più recente.
Comunicato stampa
Lo Studio Legale La Scala, in collaborazione con l’associazione “Amici di Leonardo Sciascia”, dedica a Mario Francesconi (Viareggio 1934) una mostra che celebra il famoso scrittore di Racalmuto. E' un'occasione per conoscere il percorso di Leonardo Sciascia, novecentesco protagonista della letteratura e dell'impegno concreto e incessante per la giustizia giusta, visto con gli occhi di una figura appartata e vivacissima dell'arte contemporanea italiana.
Curata e allestita dall'artista, l'esposizione racconta, attraverso ritratti inediti, l’amicizia e la frequentazione di Francesconi con Sciascia, unendo uno sguardo retrospettivo alla presentazione della produzione più recente. Si tratta - nelle parole dello storico dell'arte Luigi Cavallo che accompagnano la preziosa plaquette della mostra- di "un corpus singolare nelle vicende artistiche dei nostri tempi " dove "non conosciamo pittori che si siano così concentrati e con tale impegno e pregnanza quantitativa su un unico soggetto". Opere che spaziano dal 1970, anno in cui l’artista conosce Sciascia a Palermo, sino alle prime settimane del 2013; un centinaio di lavori dedicati alla figura e all'opera di Sciascia, quasi una campionatura di un lavoro strutturato di approccio narrativo al ritratto, molto distante, però, dai ritratti forzosamente deformati da Francis Bacon così come dalla glaciale ritrattistica di Andy Warhol. L’opera diventa un pretesto di sconfinamento dove non è necessariamente l’osservatore a guardare il ritratto, ma il soggetto raffigurato a osservare lo spettatore, lanciandolo, attraverso l’uso del chiaroscuro dal ritmo anti-armonico, nel turbinio delle verità sciasciane.
La mostra ritrae il volto di un unico soggetto, talvolta le sue mani, attraverso l’uso di differenti tecniche e varianti. Si passa dal disegno a matita, a inchiostro, a graffito bianco su fondo nero, fino alla tempera, all’olio e alla tecnica del collage, in cui le carte, gli straordinari sketchbooks sembrano anch’essi, in qualche caso, valori simbolici: giornali, pagine di libri magari di Sciascia, sue frasi scritte sopra i simulacri messi così in secondo piano quasi a slontanare il ritratto fisico rispetto all’opera o per slogare l’architettura compositiva. Oppure Francesconi prende la prima carta che ha sottomano, un catalogo a stampa, una velina, per ordire il suo soggetto-pretesto e coltivare nuovi atti sensibili, emozioni inattese.
L'artista ha aperto corpo e mente di Sciascia, chestertoniano uomo vivo, accendendo contemporaneamente diverse fonti di memoria e di soluzioni tecniche, quasi che il ritratto dovesse risultare conseguenza di un’altra azione che non quella compositivo-formale. È una sola immagine, ma dietro contiene l’ansia di essere mossa, di affacciarsi a un modo diverso da quello in cui è nata.
Milano, Firenze e Palermo, nei rispettivi patrocini del Comune di Milano, del Gabinetto Vieusseux e della Fondazione Whitaker (dove la mostra approderà il 15 marzo dell'anno venturo) tengono insieme a battesimo un evento d'eccezione che si inaugura non a caso il 20 novembre, nell'anniversario della scomparsa dello scrittore.