Mario Sironi – Disegni progetti e bozzetti per Il Popolo d’Italia
La Galleria Russo e lo spazio GB Enigma di Gianni Bulgari ospitano 120 tra disegni e bozzetti del grande artista italiano.
Comunicato stampa
L’opera illustrativa di uno dei più grandi artisti del Novecento italiano ripercorsa attraverso un corpus di 120 tra disegni, bozzetti, progetti e schizzi. Si intitola appunto Mario Sironi Disegni, progetti e bozzetti per “Il Popolo d’Italia” la mostra che si terrà alla Galleria Russo (Via Alibert 20) e da GB Enigma di Gianni Bulgari (Via Margutta 61/A) dal 6 al 27 febbraio curata da Fabio Benzi. L’evento espositivo, che si pone come naturale prosecuzione della grande mostra Mario Sironi e le illustrazioni per il “Popolo d’Italia 1921-1940” tenutasi a partire dallo scorso ottobre ai Musei di Villa Torlonia, raccoglie uno straordinario nucleo di opere prodotte da uno dei maggiori aedi del Fascismo per le pubblicazioni che ruotavano intorno all’organo di stampa ufficiale del Partito Fascista. Opere testimoniano quanto la formazione avanguardistica di Sironi prevedesse l’impegno politico nell’attualità come elemento imprescindibile della sua concezione estetica.
I lavori racchiusi nel percorso espositivo, raccolgono sia i disegni destinati alle testate della ricca rete editoriale, che comprendeva i settimanali “Domando la Parola!”, “Il Lunedì del Popolo d’Italia”, “La Rivista Illustrata del Popolo d’Italia” e l’ “Almanacco enciclopedico del Popolo d’Italia”, sia un nucleo di eccezionali disegni eseguiti per i bassorilievi, destinati alla facciata e all’atrio della nuova sede del “Popolo di’Italia” che l’architetto Muzio aveva progettato nel 1938. In tal modo la mostra evidenzia come l’impegno di Sironi per il giornale di Mussolini, spaziò dalle illustrazioni, alla scultura fino all’architettura.
Per “Domando la Parola” Sironi elaborò tavole satiriche di grandi dimensioni, in cui il carattere monumentale si sposa col genere caricaturale. In esse si realizza, secondo quanto osserva Fabio Benzi, «l’originale contaminazione di avanguardia futurista e costruttivista con quel costruzionismo fermo e sicuro che l’artista enunciava nel 1920 nel manifesto “Contro tutti i ritorni in pittura”». Trovano spazio in questa sezione le grandi caricature di personaggi di attualità che costituiscono un’esemplare galleria di ritratti di straordinaria forza espressiva. L’ “Almanacco enciclopedico del Popolo d’Italia” raccoglieva notizie demografiche, geopolitiche, politiche e informazioni sull’arte, la moda, lo spettacolo e così via. Per l’Almanacco, a partire dal 1924, Sironi elaborerà numerose copertine vivacemente colorate, illustrazioni e fregi tipografici interni in bianco e nero. “Gerarchia” era invece la «severa e curata rivista della vita fascista, su cui scrivono gli uomini più significativi del Regime». Per questa pubblicazione Sironi disegnò quasi tutte le copertine e varie illustrazioni interne che per stile e contenuti politici e satirici si possono avvicinare a quelle del “Popolo d’Italia”. Per le copertine, invece, Sironi sviluppò uno stile fatto di semplicità strutturale ed effetti monumentali, in cui il tratto incrociato sobrio e regolare fissa effetti e personaggi entro contorni nettissimi; oppure con segni e chiaroscuri litografici caratterizzati da un «plasticismo potentemente classicheggiante». E’ interessante notare che i soggetti venivano scelti da Sironi attingendo ad un repertorio mitico fatto di quei riferimenti iconografici imperiali che più tardi il Fascismo avrebbe adottato come elementi di propaganda. Dall’agosto del 1923 “Domando la Parola” fu sostituito da “La Rivista illustrata del Popolo d’Italia”, per la quale Sironi elaborò raramente illustrazioni politiche. Più spesso si trattava di illustrazioni di novelle ammiccanti e piacevoli, pittoricamente elaborate e colorate, come nel caso delle numerose copertine e delle tavole fuori testo. Per “La penna dei ragazzi”, rivista giovanile fondata dal figlio di Mussolini, Vittorio, e nata sui banchi del liceo Torquato Tasso di Roma, Sironi elaborò invece copertine «di una semplicità quasi astratta, di un monumentalismo onirico e statuario». Un bellissimo gruppo di disegni in mostra riguarda il Palazzo del “Popolo d’Italia” a Milano, in riferimento soprattutto alle figure dei bassorilievi che lo decorano. In questo caso, data la natura della collocazione (la sede di un giornale), Sironi sviluppò i fregi scultorei come veri e propri caratteri tipografici, caratterizzati dall’incisività del segno e dal contrasto netto dei chiaroscuri. La maggior parte degli studi preparatori di questa sezione si riferisce al bassorilievo principale della facciata, che rappresenta il “popolo italiano”, dominato dalla figura simbolica e monumentale dell’Impero che tiene nella mano destra una spada. Un piccolo nucleo di disegni in mostra è rappresentativo dell’interesse di Sironi per il tema dello studio dell’Antico e probabilmente era destinato al Palazzo del Popolo d’Italia. L’ultima e breve sezione della mostra raccoglie alcuni disegni di ignota destinazione. Si tratta di studi per scenografie, come quello per la messa in scena del “Dottor Faust” di Ferruccio Busoni o di illustrazioni erratiche, come il bozzetto per la copertina degli “Scritti Adriatici” di Benito Mussolini.
Inoltre le opere esposte saranno tutte pubblicate a colori nel catalogo edito da Manfredi Edizioni e che, in occasione di questa mostra, verrà realizzato un cofanetto limited edition che comprenderà i due cataloghi: quello di Villa Torlonia e quello della mostra.